Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Coordinamento Nazionale NO-NATO
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All’attenzione di giornali, giornalisti o canali di informazione sensibili al tema della guerra. Nella speranza che possa risultare di interesse riportarne i dettagli e contribuire a darne visibilità, segnaliamo che in data 11 ottobre, ma anche in precedenza e successivamente alla data stessa, in maniera coordinata o spontanea, alcune organizzazioni di altrettante città italiane (associazioni, collettivi e gruppi di cittadini senza alcun coinvolgimento di natura politico-elettorale) hanno rilanciato la campagna “La Russia non è il mio nemico” sul proprio territorio, dando origine ad iniziative, inserzioni, affissioni statiche o mobili, flash mob e volantinaggi, di cui alleghiamo un contributo fotografico a mosaico. Segue una descrizione della campagna:
“11 Ottobre. Roma, Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Modena, Livorno e altre ancora. In numerose città del nostro Paese altrettante associazioni, collettivi e gruppi di cittadini si sono uniti alla campagna “La Russia non è mia nemica”, declinandola ognuno secondo la propria sensibilità. Più o meno simultaneamente e con operazioni convergenti, hanno diffuso contributi audio e video, hanno realizzato presidi, promosso inserzioni, affissioni, adesivi e volantini, rilanciando così un messaggio di pace inteso a ribadire, una volta per tutte, che non vi sono popoli “nemici” della nostra gente, a partire da quello russo, e che delle guerre degli USA e della NATO siamo stanchi. Nonostante le “attenzioni” già riservate alla campagna dai Servizi e le accuse ridicole da parte della stampa di essere parte di un’operazione “orchestrata e finanziata dal Cremlino”, altre città, coordinate o spontaneamente, ne seguiranno l’esempio nel corso delle prossime settimane o l’hanno già fatto in precedenza. Una testimonianza del fatto che oltre alla propaganda, alla repressione e all’indifferenza servile presenti nel nostro Paese, non tutti invece si rassegnano alla guerra imperialista, all’invio di armi, all’economia di guerra e alla militarizzazione della società, ma vogliono invece battersi affinché tutto questo non risulti un destino già scritto, per noi e per tutte le altre nazioni e popolazioni coinvolte.”