La censura avanza. Dal Web al Deep Web


Marcello Pamio

Prima di parlare del Deep Web, è necessario sapere cos’è il Web, noto anche come Surface Web.
Siamo collegati alla Rete da mattina a sera, usiamo diverse volte al giorno i motori di ricerca per cercare qualsiasi cosa, ma quasi nessuno sa cos’è realmente il Web.
Per capirlo è necessario conoscere una rete informatica.
Una rete è una serie di componenti (pc, modem, router, ecc.) e sistemi interconnessi tra loro con l’intento di scambiarsi e/o condividere informazioni e risorse.
Internet è un sistema che permette a diverse reti di collegarsi fra loro, in modo che chi è collegato a una delle reti può comunicare con chiunque sia connesso a una qualsiasi delle altre.

Gli utenti hanno la percezione di muoversi in un singolo sistema globale, ma è proprio così?
In questa immensa connessione, oltre agli utenti (noi), ci sono i server che gestiscono le varie richieste che mano a mano ricevono.
Quindi il pc o il cellulare fungono da “client” e mediante un programma chiamato browser (Explorer, Chrome, Mozzilla, FireFox, ecc.) e un accesso a internet, si può fare una determinata richiesta o ricerca a questi server, i quali a loro volta, hanno il compito di restituirne il risultato.
Vediamo come avviene la navigazione in Rete, mediante un browser e una connessione.

Nella connessione peer-to-peer i computer degli utenti comunicano su un piano paritario: ogni “peer” (dispositivo o pc) può comunicare con gli altri e non sussiste alcuna distinzione tra client e server. Quindi si ha un numero di dispositivi che comunicano con altri dispositivi.
La rete di internet invece non è così democratica perché è basata – non a caso – sulla connessione centralizzata, dove è un server che gestisce le richieste di un pc (client).
Logicamente in un simile sistema controllando il server si controllano tutti i pc connessi: questa è la prima forma di censura!

La cabala di internet
In tutto il pianeta esistono solo 13 “Root Nameserver“, cioè quei server a cui il fornitore d’accesso a internet invia una richiesta di indirizzo IP (per generare i protocolli DNS) quando noi cerchiamo un indirizzo con il nostro motore di ricerca,.
Il funzionamento di internet dipende dal protocollo DNS che permette di trasformare un URL (indirizzo con linguaggio umano) in un IP (linguaggio macchina) per andare nel sito desiderato.

Questo protocollo è generato da server DNS che comunicano a loro volta con dei DNS-centrali, più alti in gerarchia. Come detto esistono solo 13 tipi di server DNS in tutto il globo, 13 indirizzi IP distribuiti su 130 server.

Di fatto la sicurezza della Rete è nelle mani di 13 persone…

Ecco qua la cabala globale: VeriSign (Dulles, Virginia, USA), USC Information Sciences Institute (Marina del Rey, California, USA), Cogent (distribuito in anycast), University of Maryland (College Park, Maryland, USA), NASA (Mountain View, California, USA), ISC (distribuito in anycast), NIC del DoD USA (Vienna, Virginia, USA), US Army Research Lab (Poligono di Aberdeen, Maryland, USA), Netnod (distribuito in anycast), VeriSign (distribuito in anycast), RIPE NCC (distribuito in anycast), ICANN (Los Angeles, California, USA) Progetto WIDE (distribuito in anycast).
Su 13 ben 7 sono americani e gli altri sono distribuiti in anycast (significa che si tratta di un indirizzo IP che può corrispondere a più di un host sulla rete). Il che denota il controllo assoluto della Rete da parte dell’Impero a stelle e strisce…
Cosa questa non così strana quando si conosce la storia del Web.

Nascita di Internet
Il substrato su cui è nato internet è estremamente interessante. Nel 1969 negli Stati Uniti l’ARPA (Advanced Research Project Agency, oggi DARPA), una costola del Ministero della Difesa degli Stati Uniti (Pentagono), costruì un sistema di comunicazione in grado di sopravvivere non solo nel caso di catastrofi ma anche nei momenti di inefficienza, per temporaneo guasto o manutenzione. Tale sistema si chiamava “ARPA-net” e alle origini connetteva pochissimi calcolatori.

Nel corso degli anni nacquero altre reti: UseNet, HepNet e BitNet; dato che tutti gli utenti volevano comunicare fra loro le reti si collegarono, usando il protocollo TCP/IP, che divenne lo standard comune.
Ecco come è nata quella che poi prese il nome di “Inter-Rete”, cioè “Internet”.

Motori di ricerca
Per navigare nel web si devono utilizzare dei programmi chiamati motori di ricerca che scandagliano costantemente la rete per indicizzare documenti, pagine, siti, piattaforme, ecc.
Il più utilizzato e veloce al mondo è Google, ma esistono tantissimi altri motori: Bing (Microsoft), DuckDuckGo, Yahoo! (powered by Bing), Ask, Baidu, WolframAlpha, Boardreader, StartPage, Ecosia (motore di ricerca ecologico), Qwant, Serch Encrypt, SearX, Yandex, Gibiru, YaCy (per un approccio decentralizzato), Yippi, Lukol, MetaGer, Gigablast.

I migliori motori di ricerca per la privacy, cioè per una navigazione anonima sono DuckDuckGo e StartPage.

Ahinoi Google, Yahoo! e Bing dominano in maniera assoluta le quote di mercato, e questo vuol dire che solo due corporation – Google LLC e Microsoft Inc. – controllano la totalità delle ricerche fatte in internet. Se un sito (per un qualsiasi motivo) non viene indicizzato dai loro algoritmi, non apparendo sugli schermi dei computer, non esisterà per la maggior parte delle persone.

Un esempio per tutti. Se con la scusa della pandemia arriverà l’ordine dall’alto di bloccare tutte le pagine in cui si parla di coronavirus e/o vaccini senza fonti ufficiali, non dovranno cancellarle fisicamente, perché i motori di ricerca dovranno semplicemente non indicizzarle. Quando qualcuno cercherà nei motori convenzionali le parole “coronavirus” e/o “vaccini”, le pagine non salteranno fuori e nessuno le troverà mai! Questa è la seconda forma di censura!

Deep Web
Dopo questa breve e incompleta introduzione è arrivato il momento di lasciare il Surface Web (il visibile) per entrare nel fantomatico Deep Web, spesso rappresentato come un luogo surreale nel quale è possibile compiere qualsiasi azione anche la più esecrabile.
In realtà si tratta semplicemente di una parte enorme della rete internet NON indicizzata dai motori di ricerca, in cui valgono regole differenti rispetto al classico web. Internet è molto più grande di quello che possiamo solo immaginare, poiché moltissime aree non vengono analizzate e registrate dai browser. Qualcuno ipotizza che il web che noi conosciamo (Surface Web), quello accessibile a tutti gli utenti, rappresenta solo il 3-4 % delle informazioni complessive!

Questa parte enorme di internet è chiamata appunto Deep Web, il web profondo o nascosto, dove si possono trovare contenuti e risorse che i motori di ricerca convezionali non indicizzano, quindi rimangono invisibili.
Secondo alcune stime il Deep Web sarebbe centinaia di volte più grande del web noto a tutti.
Per navigare nel Deep Web è necessario utilizzare strumenti appositi come TOR, tuttavia bisogna essere prudenti e stare attenti alle insidie in cui si può incappare nelle profondità del web.
All’interno vi sono siti associati ad attività illecite e illegali (traffico di droga, immagini pedopornografiche, vendita di armi, truffe informatiche, ecc.) e questo è il motivo per cui questa parte della rete è spesso chiamata Dark Web.

Come navigare nel Deep Web
Siccome i browser non funzionano nella zona oscura della rete, per entrarci bisogna installare sul proprio pc o dispositivo mobile un programma specifico come il browser TOR o The Onion Router.

Tor è sicuramente lo strumento più forte per la privacy e per la libertà online, anche perché è un software gratis e open source mantenuto da una comunità internazionale di volontari.
Ripetiamo che nel Deep Web si possono trovare truffatori, hackers, pedofili, criminali, per cui massima attenzione.

Come detto, il modo più comune per navigare nel Deep Web è attraverso TOR, un programma che permette di entrare in maniera anonima, utilizzando dei router messi a disposizione da una serie di volontari, operazione che consente di navigare in incognito.
Il software gratuito e open source si scarica nel sito ufficiale www.torproject.org, dove c’è anche la versione in italiano (circa 65 Mb).
Una volta installato, il browser sfrutta una serie di router per mascherare l’IP evitando ogni tracciamento, e per scovare i siti presenti nel Deep Web utilizza dei codici di crittografia avanzata, che consentono di accedere ai domini “.onion” di primo livello.

Si tratta di una navigazione lenta e pesante perché il sistema di oscuramento dell’IP avviene attraverso una continua procedura di rimbalzo del segnale tra i nodi.
Il suo funzionamento è semplice ed è del tutto simile a un normale programma di navigazione, però per facilitare l’operazione è possibile utilizzare un motore di ricerca come Torch (Tor Search Engine).

Una volta installato, il sistema si “connetterà” per navigare nel Web profondo, e in centro pagina apparirà di default il motore DuckDuckGo. Conviene però utilizzare Torch, il più vecchio motore di ricerca dedicato al Deep Web, e per fare questo basta aprire TOR digitando nella barra Url in alto il seguente indirizzo: http://xmh57jrzrnw6insl.onion/ e una volta caricata la pagina potrete navigare come se foste su Google.

Tramite Torch è possibile trovare una quantità vastissima di contenuti interessanti che vi stupiranno….
Un’alternativa ai motori di ricerca appena visti è consultare le directory, cioè dei portali che offrono elenchi di siti web per facilitare la navigazione nel Web oscuro. Per esempio le più famose sono: Hidden Wiki e OnionDir. Della serie: una volta aperto TOR scrivere sulla barra in alto “Hidden Wiki” oppure “OnionDir”…
Lo cose appena dette per la navigazione con pc nel Deep Web valgono anche per lo smartphone, in questo caso è necessario scaricare e installare l’applicazione TOR.

Rischi nel Deep e Dark Web?
I rischi quando di mezzo c’è un computer connesso ad una rete ci sono sempre!
TOR è abbastanza sicuro per entrare e navigare nel Deep Web ma ricordiamo che qui risiedono hacker, malfattori e criminali, che sguazzano nelle profondità oscure della Rete. Esattamente come avviene con i sistemi tradizionali è possibile trovare file infetti, virus, troian e script, in grado di carpire informazioni sensibili e dati personali.
Un altro consiglio è quello di NON visitare mai siti web tradizionali con TOR, compresi i classici motori di ricerca come Google e ovviamente non installare plugin o scaricare programmi e documenti.
Se possibile infine non usare un pc con Windows perché si tratta di uno dei sistemi operativi più hackerabili nel Deep Web, ma optare per programmi come Linux o software esterni da inserire nel pc con chiavette USB e schede SD.

Conclusione
La censura oggi – grazie anche alla pandemia mediatica – si sta facendo sempre più pressante e pervasiva. I social e i motori di ricerca si stanno piegando alle volontà della dittatura vigente.
Tutte le informazioni che fuoriescono dal pensiero unico del mainstream sono “Fake” e devono essere rimosse.
La realtà è molto amara: sarà sempre più difficile pubblicare articoli che escono dal paradigma.
Youtube mette sotto ogni video in cui si parla di coronavirus un bel link diretto al sito del Ministero della salute italiano. Questo avviene oggi, domani semplicemente ne impedirà la pubblicazione.
Il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg ha deciso di offrire spazi pubblicitari gratuiti all’OMS per far fronte all’epidemia di Coronavirus. Tradotto: Facebook inzierà a bloccare fake news e annunci ingannevoli!

Pertanto a breve sui social sarà impossibile scrivere un post scomodo al Sistema.
Se nel web oramai la censura è all’ordine del giorno, forse il Deep Web rimane una possibile alternativa all’informazione libera?

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