La nuova legge che esautora il Parlamento ungherese per un tempo illimitato e toglie qualsiasi diritto ai cittadini, assomiglia a un vero e proprio colpo di stato.
Il 30 marzo il premier ungherese Viktor Orban ottiene pieni poteri per combattere l’emergenza coronavirus. Da adesso potrà governare per decreti, sospendere elezioni e referendum e modificare leggi già esistenti – il tutto fino a quando egli stesso non lo considererà opportuno. Sarà infatti lui a determinare la fine dello Stato di emergenza, dichiarato ancora l’11 marzo.
Il Parlamento ha votato la legge con 137 voti favorevoli e 53 contrari, forte della super-maggioranza detenuta dal partito populista Fidesz appoggiato da tutta l’estrema destra; l’opposizione, costituita da verdi, socialisti, Momentum e altri movimenti democratici era invece sconfitta già in partenza.
Ma vediamo più nel dettaglio cosa prevede questa nuova legge, che in un contesto come l’Ungheria – in cui si parla già da anni di autoritarismo e violazione dei diritti democratici – fa particolarmente paura.
Orban potrà governare per decreti e sospendere la validità di alcune leggi esistenti, con lo scopo di preservare la salute dei cittadini, e di assicurare una stabilità economica in relazione alla pandemia del COVID-19. Dovrà però formalmente continuare a rendere note le sue decisioni al parlamento. La corte costituzionale continuerà a rimanere operativa per tutta la durata dell’emergenza.
Non si potrà tenere nessuna elezione o referendum, e quelle già programmate saranno posticipate alla fine dello Stato di emergenza. La legge prevede inoltre la modifica del Codice Penale ungherese con l’aggiunta di due offese. Chiunque violi le misure volte a contrastare la diffusione del virus (come il coprifuoco o la quarantena) sarà punibile con il carcere fino a 3 anni, da 1 a 5 se si tratta di violazione di gruppo e fino a 8 in caso porti alla morte di terzi. Sarà invece punibile con un massimo di 5 anni di carcere chiunque diffonda false notizie, che ostacolino la risposta del governo alla crisi sanitaria.
Nell’emergenza che stiamo vivendo, era chiaro anche all’opposizione che il governo dovesse ottenere maggiori poteri, e sarebbe anche stata disposta a votare a favore della nuova legge, se solo il premier avesse acconsentito all’introduzione di un limite temporale allo Stato di emergenza, e all’abolizione della clausola sulla diffusione di fake news.
Ma la richiesta non è stata accolta e ora l’Ungheria si trova ad affrontare una situazione senza precedenti da dopo la caduta del comunismo. Una presa di potere, definita da più voci come un vero e proprio “colpo di Stato”, che minaccerebbe i valori sanciti dall’articolo 2 del Trattato UE, che comprendono il rispetto per la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto e i diritti umani. Sfruttando in maniera intelligente questa nuova legge, lo stato ungherese ha il diritto di mettere a tacere praticamente qualsiasi voce di dissenso che critichi le strategie volte ad affrontare l’emergenza o il livello della sanità pubblica: si tratta di un vero e proprio affronto alla libertà di pensiero e di stampa.
Gli scenari futuri sono tutt’altro che rassicuranti, vista la poca fiducia riposta nei confronti di Orban di giudicare la fine dell’emergenza coronavirus e ritornare alla normalità. Basti pensare al caso dello Stato di emergenza per immigrazione di massa – paragone tra l’altro non casuale, vista la tendenza di molti leader a parlare del virus come un’entità straniera dal quale bisogna proteggersi – dichiarato ancora nel 2015 e continuamente rinnovato, nonostante il numero medio di profughi che oltrepassa illegalmente il confine ungherese ammonti a meno di uno.
Cosa faranno allora i cittadini ungheresi? Troveranno un modo per far sentire le loro voci, nonostante l’impossibilità di scendere in piazza, come hanno fatto tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 per protestare contro la “legge sulla schiavitù”? Oppure rimarranno paralizzati dalla paura del loro dittatore, sommata a quella del virus? E come si comporterà l’Europa? Si metterà in moto affinché i diritti umani vengano rispettati, o si terrà sulle difensive lasciando che Orban eserciti il suo potere indisturbato? Queste e altre sono tutte dinamiche e risvolti da tenere d’occhio nei prossimi giorni, con la consapevolezza del pericolo di un nuovo contagio globale in vista. Come ha affermato Fionnuala Ni Aolain infatti, relatore speciale delle Nazioni Unite contro il terrorismo e i diritti umani: «potremmo avere un’epidemia parallela di misure autoritarie e repressive a seguito se non durante l’epidemia sanitaria».