ATTAC SPAGNA considera necessario e urgente proporre un insieme di misure contundenti che, introducendo trasformazioni radicali nell’attuale funzionamento del sistema economico e finanziario, vadano a beneficio della maggioranza sociale.
Per sintesi qui presentiamo una versione ridotta del comunicato mentre per una lettura completa si rinvia al documento originale
Qui il volantino Esta vez, rescatar a la gente.pdf (la traduzione in italiano: Questa volta va riscattata la gente)
PRIMO. Garantire un reddito a condizioni dignitose per tutte le persone: Reddito Basico di quarantena (RBc).
Di fronte alle misure approvate dal Governo con il R.D. Legge 8/2020 – magari con buone intenzioni ma insufficienti e in qualche modo ingannevoli – Attac Spagna propone ai poteri pubblici di introdurre un RB di 800 euro mensili per tutta la popolazione spagnola di più di 18 anni e 300 euro per i minorenni, mentre perdura la crisi sanitaria in corso. Il RB sarebbe un diritto mensile garantito per coloro che hanno avuto un reddito inferiore ai 30.000 euro durante il 2019. Coloro che nel 2020 avranno un reddito superiore ai 30.000 euro dovranno restituire all’Agenzia delle entrate l’importo ricevuto con il RB attraverso la dichiarazione dei redditi nel 2021. Il RB risulta imprescindibile affinché la cittadinanza possa far fronte alle importanti perdite generate da questa crisi e, in particolare, per coloro che si trovano in una situazione di marginalità sociale e lavorativa: disoccupati/e senza sussidi; lavoratori autonomi; precari e lavoratori/trici domestiche, un gruppo numeroso soprattutto di donne, per le quali non c’è blocco delle attività e mancano di protezione in un lavoro che impedisce la distanza di sicurezza, non hanno diritto di sciopero e se licenziate non avranno nessun tipo di protezione sociale.
SECONDO. Garanzia effettiva del diritto alla casa, moratoria nel pagamento degli affitti e delle ipoteche.
In questa crisi questo diritto può essere molto compromesso ed è necessario quindi adottare misure urgenti ed effettive riguardo agli affitti e al pagamento dei mutui, non è sufficiente rinviarne il pagamento. Bisogna mettere in campo misure giuste ed evitare che i fondi di investimento speculativi possano intervenire abusivamente in questo mercato di prima necessità.
TERZO. Trasparenza ed etica nella gestione pubblica. Strategia contro la corruzione.
L’azione di Governo deve essere efficace per agire contro la crisi sanitaria ed economica e questo richiede l’adozione immediata di una strategia di lotta contro la corruzione che introduca trasparenza, pubblicità e audit nella società e nella gestione del pubblico. La Fiscalità Anticorruzione deve agire con determinazione e responsabilità in tutte le trattative che riguardano gli investimenti e i contratti nel settore pubblico. All’origine della corruzione ci sono pratiche corrotte e mancanza di etica. Ambedue passano inavvertite dato che si basano su comportamenti che apparentemente facilitano o attribuiscono benefici legali (crediti, contratti, licenze, qualifiche, esenzioni, condoni, permessi, privatizzazioni…) o illegali (omissioni, occultamenti, riciclaggio, minacce…) che coinvolgono agenti, società e fondi privati, impiegati di enti finanziari, impiegati e funzionari pubblici. Le pratiche corrotte che si occultano meglio riguardano lo scambio di prodotti finanziari o di titoli e anche i processi di privatizzazione in cui si trasferiscono beni, diritti o prerogative dello Stato a privati finanziati da fondi finanziari.
QUARTO. Giustizia redistributiva. Banca Pubblica e finanze democratiche.
Questa crisi costituisce un’opportunità unica per introdurre trasformazioni sostanziali nel sistema produttivo, nel modello lavorativo, nel modello di protezione sociale e nell’organizzazione dei tempi di vita, per avanzare nella giustizia sociale, ecologica e nell’uguaglianza di genere. La crisi sanitaria del coronavirus sta mostrando le crepe di un sistema economico che non è più sostenibile. E’ tempo di recuperare il progetto di una banca pubblica potente e cominciare a costruire una finanza democratica e garantista. Necessitiamo una banca pubblica che mantenga l’accesso ai crediti per le piccole e medie imprese e programmi gli investimenti strategici socialmente necessari. Perciò Attac Spagna esige che Bankia resti sotto controllo dello Stato fino a quando potrà essere messa a servizio di questo progetto di Banca pubblica. Le finanze democratiche e garantiste devono considerarsi come un bene pubblico di prima necessità per combattere il totalitarismo finanziario dell’oligarchia bancaria di questo paese, il più concentrato in Europa.
QUINTO. Limitazione della spesa dello Stato per gli Espedienti di Regolazione temporanea dell’impiego (ERTE) stabiliti in base alla RD-Ley 8/2020.
Non si dovrebbe permettere che le imprese che abbiano dichiarato profitti sostanziosi nei precedenti esercizi non assumano il costo del lavoro degli ERTE e lo trasferiscano allo Stato. Il budget pubblico dello Stato destinato alla gestione di questa crisi non dovrebbe essere usato per imprese con grandi profitti, ancora meno per quelle che praticano l’evasione fiscale o abbiano pendenti denunce per gravi infrazioni dei diritti del lavoro. Il sacrificio e gli aiuti devono essere proporzionali alle necessità e alla situazione finanziaria. Per evitare che queste imprese nello scenario attuale procedano al licenziamento massiccio di lavoratori (secondo la loro logica) è nell’interesse dello Stato applicare d’urgenza gli ERTE e che lo Stato si faccia carico dei contributi per la disoccupazione e dei contribuiti per la Sicurezza sociale mentre perduri lo stato d’allarme. Non sembra comunque giusto che questa misura si applichi senza nessun tipo di condizionamento relativo alla situazione economica pregressa.
SESTO. Finanziamento diretto agli Stati da parte della Banca Centrale Europea (BCE)
È arrivato il momento di modificare i trattati della UE e di far sì che venga eliminato il divieto che impedisce che la BCE possa finanziare direttamente gli Stati membri dell’area euro. Questo finanziamento dovrebbe realizzarsi attraverso la creazione di liquidità per iniettarla, senza intermediari, ai Tesori Pubblici di questi Stati, i quali hanno perso la possibilità di gestire la propria politica monetaria attraverso le proprie banche centrali nel delegarla alla BCE. Il 18 marzo 2020, la BCE ha deciso di attuare un programma di acquisizioni di valori dei settori pubblico e privato in casi di pandemia (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP) che avrà una dotazione globale di 750.000 milioni di euro e resterà vigente fino a che si consideri che la fase di crisi del COVID-19 è terminata, comunque non prima della fine del 2020. Questo tipo di operazioni, già attuate dalla BCE dal marzo 2015 fino al dicembre 2018, hanno dimostrato che non risolvono il problema di finanziamento degli Stati perché mirano unicamente a controllare il rischio invece che il debito vero e proprio, che continua ad aumentare e che deve essere rimborsato alla sua scadenza. Considerato che non c’è rischio di iper-inflazione in vista, la BCE dovrebbe trasferire ai governi le risorse monetarie necessarie a coprire l’ingente spesa pubblica che sarà necessario realizzare, con la unica condizione che queste risorse siano utilizzate per sconfiggere la pandemia e i suoi devastanti effetti, sia sociali che economici.
SETTIMO. Limiti alle manovre speculative dei mercati finanziari.
É urgente procedere a una regolazione globale e a un maggiore controllo sociale dei mercati finanziari e mettere dei limiti alla libera circolazione dei capitali speculativi. Attac Spagna propone di chiudere temporaneamente le borse e di stabilire, per quando torneranno a funzionare, dei controlli ferrei sulla volatilità e sulle forti oscillazioni borsistiche, penalizzando gli investimenti speculativi in borsa e restringendo le operazioni fuori dal mercato regolato. Concretamente, va ampliato l’ambito di applicazione dell’Imposta sulle Transazioni Finanziarie e vanno proibite in maniera permanente le operazioni a corto termine. Il sistema finanziario globale è entrato in panico e le borse di tutto il mondo stanno sul punto di chiudere per cercare di frenare la distruzione di ricchezza finanziaria causata dalla caduta del valore delle azioni. Le banche centrali hanno esaurito da tempo le loro misure convenzionali e gli Stati dopo la crisi sono gli unici attori con capacità di intervenire e di evitare il collasso finanziario. Di fronte all’emergenza sanitaria ed economica, la dinamica speculativa del funzionamento delle borse può erodere ancor più la situazione del sistema produttivo, contagiando l’incertezza e la volatilità dei prezzi.
OTTAVO. Riforma urgente del Trattato di Stabilità, Coordinamento e Governance della UE.
Anche se, come conseguenza della crisi, la UE si è vista forzata a utilizzare la clausola di sospensione per sospendere temporaneamente il Trattato di Stabilità, Coordinamento e Governance che pone limiti al deficit pubblico degli Stati, è necessario che ci si impegni a riformarlo in modo che questi possano sviluppare, e senza il rischio di sanzioni comunitarie, i programmi di salute, di rafforzamento dei servizi pubblici e di lotta alla povertà e alla esclusione sociale che la situazione richieda in ogni paese. Il deficit pubblico deve tornare a essere lo strumento di politica economica anti-ciclica che è stato tradizionalmente e cessare di essere un obiettivo il cui conseguimento (deficit vicino allo zero) resta la priorità rispetto a tutti gli altri. Particolarmente in questi momenti di crisi, i governi non possono continuare ad avere le mani legate su questo aspetto e devono poter incrementare la spesa pubblica sociale.
Le 8 proposte che abbiamo enumerato sono assolutamente necessarie davanti a una situazione straordinaria. Soltanto un mese fa, molte di queste misure, e altre prese nelle ultime settimane, sembravano utopistiche, irrealizzabili. La realtà dimostra che non lo sono e, al contrario, che sono imprescindibili. “Riscattare la popolazione” significa precisamente scommettere sul riscatto delle maggioranze sociali. Qualcosa che risulta alieno a coloro che considerano che la politica è solo l’arte del “possibile”, intendendo per “possibile” ciò che non disturba e non perturba il normale funzionamento dei grandi poteri privati. Ma di fronte a situazioni eccezionali non è socialmente accettabile che si continui ad applicare le timorate misure dell’ortodossia economica.