Covid19. La morte è causata da tromboembolia venosa generalizzata.

da AssoCareNews.it

 

 

Giampaolo Palma, medico esperto in Ecocardiografia e Cardiologia interventistica è certo sulle cause dei decessi. Ha voluto dare alla sua tesi la massima diffusione possibile, attraverso un lungo comunicato social che qui riprendiamo. La sua analisi è condivisa da molti medici che sono da due mesi in prima linea negli ospedali del nord Italia, ma è avversata invece dal Virologo Burioni e ignorata dalle istituzioni sanitarie. 

Carissimi amici,

non vorrei sembrarvi eccessivo, ma credo che oggi, finalmente, sia forse quasi certa la causa della letalità del Covid-19.
La mia ventennale esperienza in Ecocardiografia e Cardiologia Interventistica -Ecocolordopplergrafia Vascolare, di direttore di Centro Trombosi- Coagulazione, con procedure su piu’ di 200.000 pazienti cardiopatici e non, mi fa confermare quello che fino a qualche giorno fa taluni colleghi iniziavano a ipotizzare senza esserne però certi.

Oggi abbiamo i primi dati da reperti anatomo-patologici di tessuto polmonare prelevato dai primi pazienti deceduti.

I pazienti vanno in Rianimazione per Tromboembolia Venosa Generalizzata, soprattutto Tromboembolia Polmonare TEP.

Se così fosse potremmo fermare la malattia alle prime fasi e forse non serviranno più le Rianimazioni per intubare i pazienti. Ci potremo fermare alle Fasi 1 e 2 della malattia, la fase di replicazione virale e iniziale fase polmonare). Un grande aiuto alla terapia in fase media della malattia prevede di sciogliere il trombo e quindi bisogna prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 8 pazienti su 10.

Signori, Covid19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!

E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto.

Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici nella fase 1 della malattia (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla.

Molti pazienti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente.

Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, anche se virus diverso dagli altri, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra.

Infatti in tutti i reparti sembra ci siano pochi pazienti affetti da artrite reumatoide che assumono terapie cortisoniche per alleviare i dolori articolari.

Questo è il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni iniziano a diminuire e sta diventando una malattia curabile a casa.

Curandola bene a casa eviti non solo l’ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico.

Non era facile capirlo perché i segni della micro-embolia sono sfumati, anche all’ occhio di un intensivisti e infettivologi esperti oltre che a cardiologi come me.

Confrontando i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no, la situazione è apparsa molto chiara a tutti i medici in Italia, dai cardiologi, ai radiologi, agli anatomo-patologi fino ai colleghi delle Terapie Intensive.

Il tempo di pubblicare questi dati e si potrebbero avere conferme per aggredire covid19 nelle prime fasi della malattia e far guarire prima i pazienti. Una speranza per la popolazione visto che la quarantena non può durare tanti mesi e il vaccino ha tempi lunghi, spero per fine anno.

In USA dove ancora le terapie mediche sono molto precarie per tanti pazienti soprattutto delle classi più deboli i dati sono ormai più tragici che in Italia.

Si possono somministrare farmaci che costano pochi euro ma che aiutano a salvare tante vite in fase 1 e 2 della malattia. Sono i farmaci che facciamo per andare in vacanza in Kenya e prevenire la malaria, per capirci.

Questa testimonianza delle Vasculiti con esiti in tromboembolia polmonare parrebbe confermata dai protocolli di grandi Ospedali:
al Sacco fanno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto meno risponderà il pz. Al San Gerardo di Monza Clexane e cortisone, al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pz. monosintomatici a domicilio.

Integro con una precisazione sugli antinfiammatori: farmaci antinfiammatori tipo Brufen, naproxene, aspirina che inibiscono la cox1 oltre che la Cox 2 non andrebbero usati, mentre celecoxib (un inibitore selettivo della Cox 2) sembra dare buoni risultati; bisogna comunque aspettare l’ esito di studi, invece questa analisi porta in evidenza la necessità di usare negli stadi intermedi della malattia (inizio della tosse e prima delle difficoltà respiratorie) una eparina a basso peso molecolare ad alte dosi…(Clexane 8.000 UI/die).

Evito (per non appesantire troppo l’esposizione, e perché il testo è troppo medico) di riportare un’interessante testimonianza di esperti anatomo-patologi dei più grandi Ospedali della Lombardia; vi basti pensare che l’ “Ospedale Papa Giovanni” di Bergamo ha eseguito 50 autopsie ed il “Sacco” di Milano 20 (quella italiana è la casistica più alta del mondo, i cinesi ne hanno fatte solo 3 e “minimally invasive”). Tutto quanto ne esce sembra confermare in pieno le informazioni sopra riportate.

In poche parole, pare che l’exitus sia determinato da una DIC (per i non medici, Coagulazione Intravascolare Disseminata) innescata dal virus. Quindi la polmonite interstiziale non c’entrerebbe nulla, sarebbe solo la fase 3 più grave della malattia dove forse non arriveremo più se impariamo a curare la malattia nelle fasi 1virale e 2 intermedia.

È stato forse soltanto un abbaglio diagnostico: abbiamo finalmente raddoppiato i posti in rianimazione, per carità sempre utili, ma forse non serviranno, almeno lo speriamo tutti.

Col senno di poi, mi viene da ripensare a tutti quegli Rx Torace che commentavamo circa un mese fa: quelle immagini che venivano interpretate come polmonite interstiziale in realtà potrebbero essere del tutto coerenti con una COAGULAZIONE INTRAVASCOLARE DISSEMINATA.

In definitiva fino a un mese fa nessuno sapeva nulla di questo virus, nemmeno i virologi “più famosi” come i tanti che guardavate in TV, in Italia, come in Florida o UK.
Gli studi anatomo-patologici dei frammenti di polmone prelevati a Milano e Bergamo ci apriranno la strada verso una cura della malattia in poco tempo perché il vaccino è ancora lungo a divenire.

La tragedia che ha interessato l’ Italia e che ha visto quasi 20mila morti compresi tanti medici sul campo, ha fatto si che la Scuola Medica Italiana sia sulla strada giusta. Non la strada della salvezza definitiva e del ritorno alla vita NORMALE per tutti, ma sulla strada giusta.

Ad maiora semper !!!

 

 

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