Marcello Pamio
Luca Zaia, il diversamente-statista che occupa Palazzo Balbi, dopo aver distrutto e devastato il Veneto dal punto di vista economico, ora vorrebbe costringere 5 milioni di veneti (o almeno il 60% del totale) a scaricare l’app per tracciare i contatti! La scusa: gestire al meglio la Fase 2 del ritorno alla cosiddetta “normalità”.
Il genio leghista è passato da “Roma ladrona” al modello Corea che “permetterà di tracciare i contatti di tutte le persone che nella difficoltà della fase due risulteranno positive al Coronavirus”.
Dopo il distanziamento e l’isolamento sociale, i guantini in lattice, l’amuchina e le ridicole mascherine di cartone Zaia annuncia di voler fare un ulteriore passo in avanti. Passo che certamente lo farà precipitare nel baratro sociale e politico. Vuole l’app per i residenti in Veneto per seguire gli spostamenti delle persone al fine di tracciare i contatti di chi risultasse positivo.
Il Veneto, da “paroni a casa nostra” è diventato lo zerbino del governo illegittimo e golpista di Roma.
Sarà estremamente interessante vedere come riuscirà nell’intento, tenendo conto che da una parte non tutti hanno uno smartphone e dall’altra non può certo costringere le persone a farlo, come pure non può mantenere sequestrati i cittadini dentro il proprio domicilio.
“Dovrà utilizzarla il 60% delle persone e in quanto dispositivo volto a garantire la salute pubblica per quanto mi riguarda sarà obbligatoria. Se noi passeggiamo per strada un vigile può controllare che abbia guanti e mascherine e poi chiedere di vedere il telefono, per verificare che la app sia accesa”.
Avete capito? Avremo per le strade vigili-sceriffo che in dialetto che potranno ordinare al pensionato fermo ad osservare i lavori in cantiere con le mani dietro la schiena, di estrarre lentamente dai pantaloni, e con solo due dita guantate, il telefono.
Questa applicazione funziona con tecnologia Bluetooth quindi è in grado di registrare gli incontri di due smartphone di una durata maggiore di 15 minuti a una distanza inferiore ai due metri.
Qualora una persona risultasse positiva sarà possibile avere nomi e cognomi dei suoi contatti per sottoporli a tampone.
Traduco uno dei possibili scenari: Mario è una persona sanissima che cammina tranquillamente per le vie di Treviso e disgraziatamente in piazza incontra l’amica Rosaria che, più di un mese fa è risultata positiva al tampone (senza però avere alcun sintomo). Automaticamente parte dal cellulare la segnalazione alle istituzioni sanitarie e alle forze di polizia che andranno a casa dell’ignaro Mario, il quale bestemmiando (sempre in lengua veneta), aprirà la bocca per farsi prelevare un campione di saliva dall’infermiere scortato dai militare. Stessa fine anche tutti i suoi parenti!
Forse il governatore Zaia ha confuso il modello coreano con quello di uno Stato di polizia perenne!
Un futuro squallido in cui le persone si autoisoleranno sempre di più, evitando qualsiasi relazione e contatto umani.
E’ questo il futuro che Zaia vuole per i suoi cittadini.