In Puglia c’è un’emergenza nell’emergenza. Mentre i cittadini sono rinchiusi in casa e le leggi sono quanto mai stringenti, in Puglia è prevista una deroga per chi esce per abbattere gli ulivi e irrorare i terreni con fitofarmaci estremamente dannosi per gli esseri umani, gli animali, insetti impollinatori in primis, e tutto l’ecosistema.
Proprio così. In un momento storico in cui il disastro ambientale che abbiamo perpetuato per decenni ci sta presentando il conto e l’attenzione per la salute pubblica è più che mai elevata, da Lecce a Bari, la legge impone trattamenti con neonicotinoidi e piretroidi, sostanze tossiche addirittura vietate in altri Paesi europei.
Nella zona di Brindisi e Taranto intanto continuano gli abbattimenti, con procedure sempre meno chiare e trasparenti. Diversi proprietari di terreni hanno denunciato casi in cui, invece dell’eradicazione, è stato buttato acido all’interno del tronco per decretare la morte della pianta.
“Ci sono arrivate diverse segnalazioni da parte di agricoltori di tagli di ulivi da parte di persone che si qualificano facenti parte di Arif – spiega Angelo Cardone, del sindacato Cub Confederazione unitaria di base – Ormai non si tratta più di eradicare. Qui gli alberi vengono direttamente tagliati e viene versato del liquido nel tronco, probabilmente un acido per far seccare il ceppo. L’emergenza Xylella viene gestita in maniera sempre più anomala, senza che siano rispettati gli stessi protocolli che l’osservatorio fitosanitario ha imposto”.
L’appello agli olivicoltori. “Noi proponiamo a tutti gli agricoltori di presidiare i propri terreni, chiudere l’accesso e, nel caso si incontrassero persone chiedere sempre le generalità e verificare che abbiano titolo per accedere – spiega Angelo Cardone – Noi come sindacato riprenderemo quanto prima la mobilitazione per la fine di tutta questa cosiddetta emergenza xylella una mobilitazione per chiedere politiche di sostegno vero all’agricoltura che consentano un vero recupero degli oliveti secolari, una bonifica e il ripristino della fertilità dei suoli e della biodiversità”.
“Molti ulivi, anche se disseccati, si possono salvare – afferma Ivano Gioffreda, agricoltore salentino – servono buone pratiche e bravi potatori, ma la possibilità di tutelare il nostro incredibile patrimonio arboreo è concreta, se ci fosse la volontà e le conoscenze”. Non le conoscenze accademiche, quelle che ci hanno portato ad affidarci all’agrochimica e all’industria dei veleni “ma tutte quelle conoscenze che i nostri avi hanno tramandato e sperimentato sul campo”, spiega Ivano.
“La scienza di regime, quella della verità ufficiale che in questi anni ci ha imposto abbattimenti e irrorazioni ha fallito” aggiunge Ivano. E così oggi un’intera cultura rischia di scomparire per sempre. “Qui non è solo questione di riportare gli ulivi a produrre. Qui in gioco c’è molto di più – continua – è l’identità di un popolo che si vuole distruggere, calpestando i suoi diritti e la sua storia”.
Del resto, come spesso è accaduto, le criticità trasformate in emergenza hanno permesso di agire in deroga a importanti leggi di tutela e diritti costituzionali, realizzando piani contrari a qualsiasi sostenibilità e scientificità. Questo sta avvenendo in Puglia: un vero e proprio ecocidio, ai danni dei pugliesi e di tutti noi che, nel silenzio di queste settimane, non possiamo neanche immaginare il tonfo assordante che fa un ulivo millenario che cade.
Sabato 25 aprile alle 19.00 ci sarà una una premiere su youtube in cui gli autori del documentario “Legno Vivo – Xylella, oltre il batterio”, di cui il Movimento per la decrescita Felice è media partner, faranno un aggiornamento sulla situazione pugliese e daranno gli accessi per vedere il documentario GRATIS su Vimeo.