Il 22 marzo il comune di Perugia aveva destinato due strutture per accogliere fino a 35 senzatetto. La misura doveva durare per tutta l’emergenza dovuta al nuovo coronavirus. Ma il 24 aprile una nuova ordinanza del sindaco di centrodestra Andrea Romizi ha dichiarato conclusa quell’esperienza.
“Tenuto conto che le persone accolte tornano al centro per la notte o per i pasti, durante il giorno circolano fuori dalle strutture, il loro rientro non avviene tutti i giorni, si genera un ricambio e assembramenti”, si legge nel documento, l’amministrazione “annulla con effetto immediato l’utilizzo delle due strutture comunali per l’accoglienza di persone senza fissa dimora”. Tra i motivi, l’ordinanza cita anche il fatto che “l’evoluzione dell’epidemia in Umbria è prossima a zero nuovi positivi”.
Nelle scorse settimane le due strutture sono state al centro di polemiche. “C’è allarme e preoccupazione tra i residenti del quartiere, per il viavai di persone, che girano giorno e notte privi di protezione e noncuranti dei distanziamenti, mettendo a repentaglio l’incolumità propria ed altrui”, ha scritto Sarah Bistocchi, capogruppo del Partito democratico al comune di Perugia. Gli allarmi sui possibili contagi, così come la chiusura da un giorno all’altro, non hanno tenuto però conto del fatto che tutti gli ospiti sono stati sottoposti a tampone e sono risultati negativi.
Non è la prima volta che i centri per i senzatetto sono oggetto di critiche e provvedimenti spesso contraddittori, e non succede solo in Italia. Nella contea di Los Angeles, negli Stati Uniti, in tanti si sono opposti alla decisione di usare degli hotel per ospitare le persone che vivono per strada. A Laguna Woods è stata bloccata l’accoglienza dei senzatetto in un albergo. A Ontario gli hotel che li ospiteranno dovranno alzare una recinzione. A San Bernardino era stato raggiunto un accordo per mettere a disposizione cinquanta camere, ma alcuni consiglieri comunali si sono opposti con forza. Gli esempi sono diversi e il Los Angeles Times li sintetizza efficacemente con il titolo “Homeless people fleeing coronavirus meet NIMBY resistance”, spiegando che i senzatetto in fuga dal coronavirus incontrano spesso la resistenza di chi non li vuole come vicini.