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La fogna del comportamento (behavioral sink) è un’espressione coniata dall’etologo statunitense John Calhoun, essa viene usata per rappresentare il collasso di una società a causa di anomalie comportamentali provocate dalla sovrappopolazione.
La paura del sovrappopolamento è un tema lungamente dibattuto. Thomas Robert Malthus pubblicò nel 1798 “An essay of the principle of the population as it affects the future improvement of society” (Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società), in cui sostenne che l’incremento demografico avrebbe spinto a coltivare terre sempre meno fertili, con conseguente penuria di generi di sussistenza per giungere all’arresto dello sviluppo economico, poiché la popolazione tenderebbe a crescere in progressione geometrica, quindi più velocemente della disponibilità di alimenti, che crescerebbero invece in progressione aritmetica (teoria questa che sarà poi ripresa da altri economisti per teorizzare l’esaurimento del carbone prima e del petrolio dopo) (1).
In epoca più recente e precisamente nel 1948, Fairfield Osborn pubblicò il libro “Our Plundered Planet” nel quale si parla della distruzione ambientale da parte dell’umanità: gli esseri umani sono visti come distruttori del mondo naturale (2).
L’11 Gennaio 1960 il Time dedicò una copertina a “quell’esplosione demografica”(3), nel 1968 uscì il libro di successo “The Population Bomb”, scritto dal professor Paul R. Ehrlich della Stanford University e da sua moglie Anne Ehrlich (4). Infine, come non citare il rapporto della Rockefeller Commission sulla popolazione degli Stati Uniti pubblicato nel 1972 (5).
L’esperimento sui topi
Ma torniamo adesso all’etologo John Calhoun. Nel corso della sua vita, condusse alcuni esperimenti di sovrappopolazione, dal 1958 al 1962 usò alcune colonie di ratti grigi, dal 1968 al 1972 usò i topi. Calhoun andò in pensione nel 1984, ma continuò le sue ricerche fino alla sua morte, il 7 settembre 1995 (6).
UNIVERSO 25
Per spiegare questo esperimento riprenderò parti di testo riportate su Wikipedia:
L’esperimento che diede risalto internazionale alla fogna del comportamento fu il cosiddetto “Universo 25”. Anche in questo caso l’habitat era progettato per eliminare qualsiasi fattore fisico che avrebbe potuto limitare la crescita della popolazione o incidere negativamente sul benessere e l’aspettativa di vita dei roditori.
L’universo aveva la forma di un serbatoio di pianta quadrata con lato di 2,7 metri, con mura alte un metro e mezzo circa. L’habitat avrebbe permesso la sopravvivenza di 3.800 esemplari.
L’habitat veniva pulito ogni 4 settimane, la temperatura era tenuta costantemente intorno ai 20° e persino il rischio di malattie genetiche era stato drasticamente ridotto, selezionando i migliori esemplari dalle colonie del National Institutes of Health.
Quattro coppie di topi furono introdotte nell’habitat e, dopo 104 giorni di adattamento, i topi iniziarono a riprodursi, arrivando a raddoppiare la propria popolazione ogni 55 giorni. Tuttavia, trascorsi 315 giorni, il tasso di crescita della popolazione rallentò sensibilmente. La popolazione era arrivata a 600 esemplari. Nonostante cibo ed acqua fossero garantiti in abbondanza, lo spazio iniziò a scarseggiare, e l’habitat si sovrappopolò, facendo sorgere alcune anomalie comportamentali nei topi.
I nuovi nati si ritrovavano in un mondo ogni giorno sempre più affollato, in cui vi erano più topi che ruoli sociali. Le posizioni sociali, in seno alla gerarchia dei topi, erano costantemente minacciate. Lo stress di dover difendere il proprio territorio e le proprie femmine da innumerevoli contendenti, portò i maschi alfa ad abbandonare il proprio compito, diventato troppo oneroso. L’assenza di questi ruoli sociali fece emergere comportamenti distruttivi ed antisociali in tutta la colonia, dato che i normali rapporti sociali erano crollati, e con essi l’abilità dei topi di formare legame sociale.
I maschi divennero estremamente aggressivi, arrivando a formare gruppi che attaccavano femmine e piccoli. Altri divennero pansessuali, cercando di avere un rapporto sessuale con qualsiasi topo a disposizione, che fosse stato maschio, femmina, giovane o vecchio. Le femmine, ormai senza più alcuna protezione, si rifugiarono presso i nidi più alti della colonia, a volte radunandosi in alcuni gruppi composti solamente da femmine, ma dovendo sprecare energie per difendere i propri nidi e se stesse, trascurarono i propri ruoli materni, abbandonando la prole a se stessa, o arrivando ad attaccarla. In alcune aree dell’habitat la mortalità infantile raggiunse il 96%, e vi furono casi di cannibalismo, nonostante non vi fosse alcun bisogno di esso dato che il cibo era ancora ampiamente disponibile per tutti gli esemplari.
A questo punto nell’habitat si formano tre gruppi di topi. I topi più deboli e quelli rifiutati, resistenti fisicamente ma devastati psicologicamente, cercarono di sopravvivere radunandosi al centro dell’habitat, dove la loro vita scorreva inerme se non con qualche insensato e occasionale atto di violenza contro sé stessi. Le femmine rimaste sole cominciarono sempre più migrare nei nidi più elevati, radunandosi in gruppi. Oltre a questi due, emerse anche un terzo gruppo, che Calhoun chiamò “i belli”. Questi topi, mai lasciatisi coinvolgere nelle lotte e mai mostratisi interessati alla riproduzione, erano interessati solo a loro stessi, e lo loro uniche attività erano mangiare, dormire e lisciarsi il pelo. Si distinguevano infatti dagli altri per l’assenza di ferite e per il pelo bianco e lucido. Altrove, nei gruppi maggiori, il cannibalismo (pur in presenza di cibo abbondante), il pansessualismo e le esplosioni di violenza continuavano senza sosta. La società dei topi collassò.
Giunti al giorno 560, la popolazione raggiunse i 2200 individui (contro gli oltre 3500 che Universo 25 poteva ospitare), e al 600º giorno la sua crescita si fermò del tutto. Pochi topi riuscirono a superare lo svezzamento; da quel giorno ci furono pochissime gravidanze ma nessun cucciolo sopravvisse. Anche quando la popolazione ritornò ai livelli iniziali dell’esperimento, non si registrarono nuove nascite. I topi ancora in grado di riprodursi, come “i belli” ed alcune femmine rintanatesi ai livelli più alti della gabbia, avevano perso la capacità sociale di farlo. La colonia quindi si avviò verso l’estinzione. In qualche modo, le cavie avevano smesso di essere topi, incapaci di avere relazioni sociali. Una sorta di prima morte, come fu definita da Calhoun stesso. Una morte sociale che precedette la morte fisica.
Conclusioni dell’esperimento
Nel giro di poche generazioni tutti gli spazi e i ruoli sono occupati, ma vi sono ancora innumerevoli individui capaci di ricoprire i ruoli sociali già occupati. Questi esemplari giovani quindi lottano contro gli esemplari adulti per prenderne il posto, ma la lotta che ne scaturisce è così violenta da portare a un totale esaurimento sia dei contendenti che degli adulti. A ciò segue la dissoluzione della normale organizzazione sociale (cioè, le istituzioni).
I giovani nati in queste condizioni vengono rifiutati dalle proprie madri e dagli altri associati adulti. Questo fallimento precoce nel formare legami sociali viene aggravata dall’interruzione dei cicli di azioni a causa delle interferenze meccaniche risultante dall’alto tasso di contatto tra individui viventi in una popolazione ad alta densità. L’elevato contatto frammenta ulteriormente il comportamento a causa della stocastica delle interazioni sociali, che esigono che per massimizzare la gratificazione derivata dalle interazioni sociali, l’intensità e la durata delle interazioni deve essere ridotta in proporzione alla dimensione del gruppo. Esemplari capaci solo dei più semplici comportamenti compatibili con la sopravvivenza fisica emergono in questo processo (la prima morte). La specie dunque si estingue (6).
Riflessioni
Beh, i risultati di questo esperimento non vi sembrano identici all’attuale “società moderna” ?
– Lotta sociale.
– Stress diffuso.
– Annullamento dei maschi alfa.
– Distruzione della famiglia.
– Crollo dei rapporti sociali.
– Maschi aggressivi e/o pansessuali.
– Femmine sole, abbandonate a se stesse, si devono difendere, arrivano a trascurare del tutto il ruolo materno.
– Creazione di gruppi sociali ben distinti e totalmente separati tra di loro.
– Nascita del gruppo definito “i belli”, individualisti, egoisti, egocentrici.
– Scontro generazionale tra giovani e vecchi.
– Dissoluzione delle istituzioni.
I topo siamo noi.
Il coronavirus è il mezzo creato dalla élite finanziaria che ci comanda per imporre maggiori controlli sulla popolazione. Sfruttando la tecnica della PAURA (molto più devastante di qualsiasi bomba atomica), sono riusciti a far approvare leggi restrittive della libertà personale e limitazioni sociali con il consenso dei cittadini. Sono i cittadini stessi a richiedere maggiori controlli, carcere duro per i trasgressori, Stato di Polizia, telecamere e termocamere per la misurazione della temperatura ovunque, manganelli per chi va nei parchi, vaccinazioni obbligatorie per tutti. Sono i cittadini che spiano il proprio vicino e chiamano le forze dell’ordine se lo vedono senza mascherina protettiva. E sono sempre questi stessi cittadini che cantano “bella ciao”, che dicono di odiare le leggi anti-democratiche e che vedono violenti dittatori ad ogni angolo; salvo poi gridare dai balconi di stringere ancora più forte le catene al collo delle persone.
Grazie alla PAURA scatenata dal virus, chi ci comanda è riuscito a fare tutto questo con facilità estrema, la PAURA rende “l’uomo addomesticato” sottomesso, servile, disposto a tutto affinché il suo stato di terrore cessi il prima possibile.
Quindi il coronavirus non è il fine ultimo per attuare una riduzione della popolazione mondiale. La popolazione inizierà a diminuire perché non troverà più un lavoro, perché smetterà di fare figli, perché diventeremo sempre di più apatici, perché saremo sempre più aggressivi tra di noi…
Esattamente come i topi di Calhoun.
E veniamo adesso alla frase finale: “Egli dimostrò, attraverso i suoi esperimenti, che la catastrofe legata al sovrappopolamento non era conseguenza di effettiva scarsità di risorse, ma di mancanza di spazio e di troppe interazioni sociali.” (6)
Ci avete fatto caso ? La grande distribuzione di cibo non ha mai chiuso, le risorse ci sono sempre state.
Il pastore sta redistribuendo il proprio gregge. Molte pecore moriranno a causa di questa nuova imponente crisi studiata a tavolino. Alcune pecore saranno tosate e poi mandate al macello. Le pecore restanti saranno redistribuite tra i vari pascoli (limitazione della libertà di movimento per alcuni, migrazioni per altri) e saranno ridotte le interazioni sociali tra le pecore (smart working, distanziamento sociale).
Esiste una soluzione ? Si, la consapevolezza. Conoscere/anticipare le loro strategie e fare le giuste contromosse prima che sia troppo tardi.
Possiamo fare come i topi da laboratorio, destinati ad autodistruggerci tra di noi, in una guerra tra poveri mentre i nostri carnefici ci guardano dell’alto, come si osservano gli animali in gabbia… oppure possiamo risvegliare le nostre coscienze, e lottare uniti per difendere la nostra libertà. A voi la scelta.
Buona vita
Tommesh
Fonte: comedonchisciotte.org
04/05/2020
Note:
1. https://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Robert_Malthus
2. https://en.wikipedia.org/wiki/Our_Plundered_Planet
3. http://content.time.com/time/covers/0,16641,19600111,00.html
4. https://en.wikipedia.org/wiki/The_Population_Bomb
5. http://www.jayhanson.org/page73.htm
6. https://it.wikipedia.org/wiki/Fogna_del_comportamento