Marcello Pamio
Quanti hanno sentito o letto che negli ospedali i medici avevano ricevuto l’ordine di non effettuare le autopsie e far cremare in fretta e furia i cadaveri? Tutto grasso che cola per i complottisti.
Ora viene fuori la Circolare del Ministero della Salute dal titolo: “Indicazioni emergenziali connesse ad epidemia COVID-19 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione”, revisione post DPCM 26 aprile 2020 che sostituisce integralmente quella dello scorso 8 aprile 2020.
L’obiettivo è l’individuazione di procedure adeguate per il settore funebre e cimiteriale durante la fase emergenziale. In pratica con questo documento si vieta ai medici di effettuare autopsie, diagnosi post-mortem e impedisce di analizzare i campioni di tessuti.
Altro che dietrologia, è stato proprio il Ministero della Salute a firma del Segretario generale Giuseppe Rocco a fornire queste linee guida nazionali.
Ora le domande che sorgono sono tante, in particolar modo una: come mai tutta questa fretta? E’ solo per evitare il rischio di contaminazione o ci sono altre motivazioni?
Perché detto tra noi, una tale procedura puzza lontano un chilometro di copertura ad alti livelli messa in atto per nascondere errori diagnostico-terapeutici o precisi riscontri autoptici che avrebbero fatto emergere ulteriori interrogativi e misteri…
Nel frattempo con la scusa della sicurezza pubblica migliaia di famiglie hanno ricevuto il parente deceduto dentro un’urna e non hanno potuto organizzare un dignitoso funerale.
C. Esami autoptici e riscontri diagnostici
1. Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19
2. Le Direzioni sanitarie di ciascuna regione daranno indicazioni finalizzate a limitare l’esecuzione dei riscontri diagnostici ai soli casi volti alla diagnosi di causa del decesso, limitando allo stretto necessario quelli da eseguire per motivi di studio e approfondimento.