di Cesare Sacchetti
Uno studio scientifico fondamentale che cambia l’intera narrazione sugli asintomatici Covid è stato recentemente pubblicato da Elsevier, la casa editrice più importante al mondo nel campo medico e scientifico.
La ricerca è stata realizzata da otto scienziati cinesi che hanno esaminato il caso di una 22enne donna risultata asintomatica positiva all’ospedale di Guangdong.
I medici per ricostruire tutte le persone che sono entrate in contatto con la donna hanno condotto la classica indagine epidemiologica.
Ad avere contatti con la asintomatica in questione sono state ben 455 persone tra personale ospedaliero, membri famigliari e pazienti ospedalieri.
I risultati della ricerca sono clamorosi. Nessuno di loro ha contratto l’infezione da Covid-19 e pertanto le conclusioni di questa indagine di fatto confermerebbero la completa inutilità delle misure precauzionali adoperate dal governo Conte e dalle regioni in merito al distanziamento sociale e all’uso delle mascherine.
La storia del contagio
La donna oggetto dello studio si è presentata al pronto soccorso di Guangdong lo scorso 13 gennaio in seguito ad una sintomatologia che si è manifestata con un affaticamento respiratorio e febbre.
I medici dell’ospedale in seguito ad esami e analisi della paziente hanno ascritto questi sintomi ad una patologia cardiaca congenita che la donna aveva già da molti anni.
Nonostante questo, in seguito alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, la 22enne è stata sottoposta ai protocolli di rito prescritti dal Centro per il controllo e la diffusione delle malattie cinese, ed è stata conseguentemente sottoposta al test del tampone.
l test hanno confermato la sua positività al virus, ma i medici hanno rilevato che la donna non manifestava nessun sintomo da Covid e pertanto rientrava nella numerosa categoria degli asintomatici.
A quel punto, è stato deciso di ricostruire il percorso a ritroso di tutti i luoghi frequentati dalla donna fino a quel momento per stabilire chi potenzialmente potesse avere contratto il virus.
L’indagine ha interessato 455 persone, suddivise tra 35 pazienti dell’ospedale dove si trovava il paziente zero, 224 operatori sanitari della stessa struttura e 135 membri della famiglie delle due categorie in questione.
Tutte le persone sono state sottoposte al test per individuare la loro positività al Covid anche più di una volta, ma nessuna di queste ha manifestato il contagio al virus.
In altre parole, la trasmissibilità della 22enne asintomatica è stata pari a zero.
Nel corso della loro ricerca i medici hanno scoperto anche che una 37enne aveva manifestato sintomi come febbre e tosse.
Ma la sua sintomatologia non era in alcun modo legata ad una sua positività al Covid, in quanto la donna da tempo lamentava una tonsillite e i suoi problemi di salute erano riconducibili a questa patologia.
Sono gli stessi scienziati a spiegare che la ragione per la quale alcune persone oggetto dell’indagine hanno manifestato problemi respiratori durante il periodo preso in considerazione è senza dubbio ascrivibile al precedente quadro clinico dei pazienti.
“Abbiamo analizzato dati clinici ed epidemiologici dei 455 pazienti che sono stati esposti al paziente asintomatico. Tutti i 455 contatti sono stati esclusi dal contagio del SARS-CoV-2. Delle 231 persone sottoposte alla quarantena (196 membri delle famiglie e 35 pazienti) 229 sono state rimosse con esito positivo dall’osservazione medica e due sono morte per attacco cardiaco. Sintomi respiratori nuovi o già presenti sono emersi nei pazienti che vanno considerati come una conseguenza della loro originale malattia e delle complicazioni di questa.”
Nessuno quindi ha contratto il coronavirus e le persone che hanno avuto problemi respiratori, li hanno avuti per le loro patologie pregresse.
L’indagine ha un’affidabilità statistica notevole se si considera che nessuno dei 455 contatti ha preso il virus e che il tempo medio di esposizione delle persone alla 22enne asintomatica positiva non è stato di poche ore, ma di ben quattro giorni.
I medici fanno notare anche un altro aspetto non trascurabile. Tra i 455 interessati non erano pochi quelli che indossavano protezioni particolari come il personale ospedaliero o altre che portavano le mascherine.
Ma le mascherine sono state comunque tolte per mangiare e bere e nonostante questo il virus non si è diffuso in alcun modo.
In pratica, portare o no le mascherine se si è a contatto con un asintomatico non farebbe alcuna differenza. Il virus non si trasmette in ogni caso.
Le conclusioni degli scienziati a questo punto ribaltano tutto quanto è stato affermato fino ad ora. Gli asintomatici praticamente non sono in grado di diffondere il contagio.
“Concludiamo che l’infettività di alcuni portatori asintomatici SARS-CoV-2 sia debole. Questa scoperta implica che non c’è bisogno di preoccuparsi indebitamente per i pazienti asintomatici durante la pandemia in corso di COVID-19. Inoltre, gli eccessivi test agli asintomatici non sono necessari e questo può essere utile ad allentare la pressione al sistema sanitario pubblico. Nello sviluppo delle circostanze dell’epidemia, si nascondono crescenti preoccupazioni su pazienti asintomatici nella comunità. Ad ogni modo, la combinazione della nostra ricerca e le misure di difesa attualmente prese, ci portano a sperare che queste preoccupazioni siano malriposte e crediamo che il mondo vincerà questa battaglia certamente.”
L’antiscientificità del distanziamento sociale e delle mascherine
L’asintomatico quindi non è un mostro o un nemico da temere. Se i risultati di questo studio scientifico sono corretti, si smonterebbe completamente tutta la strategia intrapresa dal governo Conte riguardo la fase 2 e la stessa fase 1.
I test al tampone fatti su molti asintomatici sarebbero quindi un enorme spreco di denaro pubblico.
La campagna martellante e terroristica che invita al distanziamento sociale a sua volta è inutile ed enormemente dannosa perchè volta a criminalizzare la socialità delle persone e il loro contatto fisico.
Non ci sarebbe pertanto alcun bisogno di distanziare i tavoli al ristorante o di fare file per entrare in un qualunque esercizio commerciale.
Allo stesso modo, le mascherine, come già spiegato da altri scienziati, si confermerebbero totalmente inutili e persino dannose per la corretta respirazione delle persone.
Lo stesso vale sulle intenzioni espresse dal governatore dell’Emilia Romagna, Bonaccini, di “scovare casa per casa i positivi e isolarli.”
L’asintomatico positivo a questo punto sarebbe completamente innocuo e allontanarlo dalla sua famiglia, persino senza il suo consenso come auspicato dal presidente della provincia di Trento, Fugatti, sarebbe una enorme violazione dei diritti umani oltre che completamente ingiustificato dal punto di vista scientifico.
Studi scientifici autorevoli stanno dimostrando come tutta la strategia intrapresa dal governo Conte e dal suo comitato tecnico-scientifico non abbiano nulla a che vedere con la tutela della salute pubblica.
Sta emergendo una chiara volontà di disgregare la socialità e reprimere le occasioni di incontro delle persone.
Sta emergendo una volontà che sotto il falso pretesto della sicurezza sanitaria mira a privare i cittadini dei loro diritti costituzionali.
Il distanziamento sociale è l’arma attraverso la quale si sta creando una società dove la piccola e media impresa è destinata a sparire per queste assurde regole, sostituite da grandi gruppi privati stranieri che prendono possesso delle eccellenze del Paese.
Il virus che sta mettendo a rischio la vita delle persone non è il coronavirus.
Il virus che sta mettendo a rischio la vita e i diritti delle persone è questo regime totalitario che ha preso in ostaggio un intero popolo e sta provocando un’ondata di odio e disperazione senza precedenti nella storia d’Italia.