Ieri, tremila persone hanno attraversato il centro di Vicenza raggiungendo la sede del comune. Qui, è stata fissata una bandiera antifascista su uno dei balconi. Sulla Loggia del Capitaniato, invece, è stato affisso uno striscione che a partire dalla memoria per le due medaglie d’oro alla Resistenza ricordano la necessità di respingere qualsiasi forma di fascismo ancora oggi. Di seguito il comunicato del centro sociale Bocciodromo.
Dopo l’abolizione della clausola antifascista e l’attentato fascista alla Caracol Olol Jackson, Vicenza è scesa in piazza per dimostrare con forza che era, è e sarà sempre antifascista.
Tremila persone ieri sera hanno animato e gremito la piazza vicentina, una Piazza dei Signori che non si vedeva così piena da tempo.
Era stato annunciato che avremo manifestato in corteo e corteo è stato, nonostante i divieti della Questura, che voleva rinchiudere in Piazza Castello una marea antifascista.
Una piazza giovane, meticcia, determinata e combattiva si è ripresa le vie del centro, ha dimostrato la voglia di partecipazione e il desiderio di riprendere a camminare insieme per costruire una città fondata su pratiche solidali, democratiche e inclusive, anziché su fascismo, razzismo, sessismo ed esclusione.
Quando la testa del corteo ha raggiunto Palazzo Trissino, sede del Comune di Vicenza, su un balcone del palazzo è stata affissa una bandiera antifascista, che dovrebbe sventolare fuori da tutti i municipi italiani.
Inoltre la clausola antifascista dovrebbe essere introdotta in tutti gli statuti comunali, perché a Vicenza c’è un intreccio sempre più evidente tra esponenti della maggioranza e le formazioni neofasciste vicentine, un tentativo quindi di entrismo nelle istituzioni da parte di vecchi e nuovi fascisti locali.
Le parole d’ordine del corteo erano chiare a tutte le persone presenti e sono state ribadite con decisione lungo tutto il percorso:
– la clausola antifascista deve essere immediatamente reintrodotta nello statuto comunale;
– gli assessori e i consiglieri comunali coinvolti in questa grave decisione e già collusi con gli ambienti neofascisti devono dimettersi;
– le frequentazioni, gli incontri e gli ammiccamenti con le formazioni neofasciste da parte di membri dell’attuale maggioranza
dell’amministrazione cittadina devono immediatamente cessare;
– le politiche discriminatorie, escludenti e securitarie, la guerra alle persone marginalizzate devono cessare.
All’arrivo in Piazza dei signori il corteo ha occupato tutta la piazza.
Sulle inferriate della Loggia del Capitaniato, sede del Consiglio Comunale, è stato affisso un lungo striscione che ricorda le motivazioni per cui Vicenza ha ottenuto la medaglia d’oro per la Resistenza.
Numerosi gli interventi si sono intervallati e hanno agitato ed emozionato la piazza da parte soprattutto di giovanissimi e giovanissime, contro il razzismo, sessismo, fascismo ed esclusione; sono state riportate le problematiche che ogni giorno molte persone, specialmente quelle razzializzate o marginalizzate subiscono anche grazie alle ordinanze comunali.
Subito dopo l’arrivo in piazza dei Signori, in un momento in cui la piazza stava eccedendo, vi è stata una provocazione da parte di alcuni esponenti dei movimenti dell’estrema destra vicentina, i quali sono stati con determinazione cacciati dal corteo.
Le forze dell’ordine hanno subito cercato di intervenire frapponendosi tra i provocatori e la piazza provocando loro stessi i manifestanti.
L’antifascismo a Vicenza però non si è fermato in piazza dei Signori, un corteo spontaneo è poi nato per raggiungere Viale Roma per poi sciogliersi tra sguardi e sorrisi ricolmi di gioia e felicità per una città che non abbassa la testa e risponde con forza a chi attacca le libertà di tutte e tutti.
Non un passo indietro, Vicenza non lascia e non lascerà nessuno spazio a fascismo, razzismo e sessismo!