Riceviamo, traduciamo e pubblichiamo la seguente dichiarazione di solidarietà al collettivo femminista cileno LASTESIS, denunciato dai Carabineros de Chile per incitamento alla violenza nei confronti delle forze dell’ordine, a causa delle ormai celebri performance artistiche che denunciano gli abusi di potere – tra cui violenze sessuali, mutilazioni e omicidi – da parte dei medesimi apparati. La denuncia arriva nel contesto di un giro di vite più generalizzato da parte del governo del miliardario conservatore Sebastian Piñera, che sta approfittando della pandemia del COVID-19 per colpire i simboli della grande ondata di mobilitazioni sociali che ha scosso il Cile negli ultimi mesi. Governo che si è peraltro distinto nella mala gestione della crisi sanitaria, trasformando Santiago de Chile in un nuovo hotspot della pandemia. Ci associamo quindi alle moltissime voci che condannano questo vergognoso e farsesco atto di repressione. L’appello – già sottoscritto dall’ Associazione Ya Basta! Êdî bese! – è possibile firmarlo in inglese o in spagnolo; la petizione è iniziata nel mondo accademico ma tutt* sono invitat* a firmare. ¡Aguante Chile sin miedo!
Valparaíso (Cile), 18 giugno 2020
Esprimiamo tutto il nostro appoggio al collettivo LASTESIS e respingiamo le intimidazioni che hanno ricevuto da parte dei Carabineros de Chile e le denunce nei loro confronti.
Tutte e tutti abbiamo vissuto, visto o testimoniato degli atti di violenza e degli abusi attraverso i quali la istituzione dei Carabineros de Chile ha represso cittadine e cittadini nel corso di tutta la nostra storia e soprattutto dal 18 ottobre 2019 in poi in tutti i territori del nostro paese. È necessario identificare i responsabili delle mutilazioni, delle violenze sessuali, delle montature e di tutti gli abusi di potere commessi negli ultimi otto mesi per poter cominciare a ricostruire una nozione di dignità e giustizia.
In tale situazione, azioni artistiche come quelle realizzate dal collettivo LASTESIS usano i linguaggi e i metodi delle arti sceniche e mediatiche per creare e riflettere su questo contesto da una prospettiva femminista. Questa azione ha travalicato i nostri confini e marcato una pietra miliare nelle lotte e nel dissenso delle donne.
Non potendo censurare esplicitamente le manifestazioni artistiche in un contesto di alta conflittualità sociale e politica, gli apparati statali e securitari utilizzano tattiche coercitive miranti a intimidire le artiste e gli artisti del nostro paese. Ricordiamo che simili tattiche furono usate durante la dittatura civico-militare in Cile.
Le denunce da parte dei Carabineros disconoscono la natura artistica del collettivo e interpretano quindi in senso immediato e letterale una manifestazione che si realizza invece all’interno di canoni artistici, politici e femministi. Accusano senza prove e condannano una performance audiovisiva tentando di mettere a tacere un discorso che non può essere zittito a causa dell’urgenza delle sue rivendicazioni. Vorrebbero continuare a usare i giudici sui nostri corpi, le nostre idee e le nostre capacità creative. Continuano a dispiegare tutte le forme di violenza contro di noi.
La denuncia fatta dai Carabineros de Chile e appoggiata dall’attuale governo considera come attentato alle istituzioni dello stato e incitazione all’odio i metodi artistici ed estetici utilizzati da LASTESIS, cosa che da un punto di vista giudiziario non ha nessun senso. Sia la performance “Un violador en tu camino” che il video “Manifiesto contra la violencia policial” sono manifestazioni artistiche inserite nelle nostre comunità e nel nostro tempo, e qualsiasi azione legale contro di esse è sintomo di ignoranza, intimidazione e un velato tentativo di censura.
Facendo parte della comunità della Universidad de Valparaíso, difendiamo e appoggiamo il lavoro delle nostre colleghe del collettivo LASTESIS, per la maggior parte laureatesi nella nostra università e ora docenti o collaboratrici della stessa. Con questa dichiarazione intendiamo difendere il lavoro artistico in tempi di crisi politica e sociale, salvaguardare la libertà d’espressione e affermare l’imperiosa necessità di proteggere il ruolo dell’arte nelle nostre comunità come uno spazio di libertà. Questa nuova tattica utilizzata dai Carabineros per allontanarci dalla verità non ci farà dimenticare ciò che già sappiamo: il pericolo oggi sta in un’istituzione che abusa del proprio potere impunemente, non nel lavoro artistico.