Italia, il paese più ricco d’Europa costretto a chiedere l’elemosina

In questi giorni tutta l’attenzione era centrata sulle rivendicazioni italiane per ricevere soldi dall’Unione Europea in seguito alla cosiddetta emergenza coronavirus e per vincere l’opposizione di paesi che erano riluttanti, come ad esempio l’Olanda. Anche questa volta si è messa in moto la storia dei nemici dell’Italia, che a seconda dei casi sono ora la Germania, ora l’Olanda, ora un altro paese a scelta e che vogliono metterci i bastoni fra le ruote a noi italiani “brava gente”.

Quindi ecco insulti, improperi, contro chi ci vuole male e che si addita addirittura come aguzzino.

Ma i responsabili dello sfacelo italiano sono gli olandesi o i tedeschi? Chi ha distrutto la sanità pubblica? Chi nel corso di tutti questi anni ha sprecato soldi in ogni modo e costantemente, buttandoli in progetti faraonici, inutili e pure dannosi, dalla Tav in giù (e proprio della Tav la stessa Corte dei Conti europea dice che è costosissima e sostanzialmente non servirà a nulla).

E dopo una figura del genere andiamo pure a battere cassa? Si chiedono soldi all’Europa ma si va avanti con mostruosità come il gasdotto TAP che ci renderà ancora più dipendenti, in pericolo e ostaggio dei combustibili fossili. E che dire dell’Ilva di Taranto, dell’Alitalia, pozzi senza fondo di denaro pubblico? E ancora costruzioni di autostrade nel deserto, inceneritori, ponti, cementificazioni ovunque e si continua imperterriti. E con questa sfilza di follie economiche abbiamo pure il coraggio di indicare i nemici stranieri, nemmeno fossimo ritornati al periodo della “perfida Albione”.

E con i soldi che chiediamo alla Unione Europea c’è già chi pensa e sostiene che si potrebbe fare anche il ponte sullo stretto. E infatti perché no? C’è chi ne ha evidentemente bisogno e noi non vorremmo mica deluderli… Poi magari, dopo ottanta anni di lavori, mazzette a ogni metro costruito, quando il ponte sarà finito e magari alla prima scossa di terremoto verrà giù (speriamo senza nessuno sopra), i nostri conti faranno salti di gioia perché rifacendolo di nuovo il PIL si impennerà ancora.

Ma oltre questa follia politica dove prima si spolpa un paese poi si dà la colpa agli altri, c’è un elemento centrale che non viene in nessun modo tenuto presente. Prendiamo ad esempio il nuovo nemico degli italiani cioè l’Olanda. Qualcuno di voi è mai stato in Olanda?  Se l’avete girata un po’ vi sarete accorti delle incredibili ricchezze che ha: monti, colline, laghi, fiumi, sole a non finire, vento, prelibatezze gastronomiche ad ogni angolo e ogni paese anche minuscolo ha la sua specialità alimentare. E ancora biodiversità, boschi, arte e cultura ovunque, reperti archeologici, musei, monumenti e bellezze artistiche a non finire. Non ve ne siete accorti? Avete ragione, perché stiamo parlando dell’Italia, il paese più ricco d’Europa che però chiede il lasciapassare e l’elemosina all’Olanda, un paese dove il monte più alto è di qualche metro e nessuno conosce alcuna loro specialità gastronomica, dove se pianti non cresce qualsiasi cosa come da noi e le nostre ricchezze se le sognano.

Però nella partita che noi abbiamo deciso di giocare nel loro campo cioè quello dei banchieri, loro possono fare la voce grossa. Se invece fossimo seri e lungimiranti, useremmo le nostre vere ricchezze che non sono certo quelle dei forzieri nelle banche ma quelle reali e non ce ne sarebbe per nessuno. Siamo l’Arabia Saudita delle energie rinnovabili, abbiamo un paradiso terrestre di paese che gli olandesi, i tedeschi, gli inglesi o chiunque sia, se lo sognano e invece di valorizzarlo e renderci forti, autonomi, continuiamo a scimmiottare e inseguire culture ed economie che con il genio, la capacità e le risorse mediterranee nulla hanno a che fare.

Se invece di saccheggiare, avessimo salvaguardato il nostro paese, puntato sulle nostre enormi ricchezze, sulle nostre potenzialità e capacità, ad oggi non solo non avremmo avuto bisogno di nulla da nessuno, ma forse sarebbero l’Olanda e la Germania a chiederci qualcosa con umiltà. Invece no, il teatrino della politica che non valorizza nulla delle risorse importanti che abbiamo, insegue la religione della crescita dei paesi anglosassoni nella corsa a chi arriva primo a schiantarsi contro un muro. E se otteniamo qualcosa la si chiama pure vittoria, come se quei soldi che prendiamo fossero un regalo e non un ulteriore nodo scorsoio che si stringe alla gola di una Italia dipendente da tutto e tutti.

Altro che vittoria, una sconfitta su tutta la linea, zero lungimiranza, zero idee e per cercare di fare cassa politicamente, addirittura si riabilita  pure Berlusconi, un personaggio che  durante il suo regno e con le sue televisioni ha distrutto cultura e paese con danni incalcolabili dai quali chissà quando mai ci risolleveremo.  Abbiamo un paese strepitoso, con immense ricchezze e ancora crediamo all’unico vangelo rimasto, quello dei soldi con i quali nelle solite mani sbagliate finiremo di devastare, asfaltare e cementificare l’Italia facendo ovviamente finta di fare anche qualcosa di verde, così che tutto fili liscio e “prenditori” e affini possano portare a casa il loro bel gruzzoletto mentre il fu bel paese sprofonda.

_______________________________________________

Non perdere l’opportunità di incontrare chi ha fatto del cambiamento la propria strada maestra.

Il 25 e 26 luglio 44ima edizione del workshop “Cambiare vita e lavoro. Istruzioni per l’uso”. A tenerlo sarà Paolo Ermani, insieme ad Alessandro Ronca, direttore scientifico del Parco dell’Energia Rinnovabile.

QUI le info per programma e iscrizioni

Condividi questo contenuto...

Lascia un commento