Il cosiddetto coronavirus potrebbe essere preso a metro per una casistica infinita di assurdità, nonsenso e, tanto per (non) cambiare, come specialità particolare nello sport nazionale del lancio dei soldi pubblici dalla finestra…
Chi lavora nel settore energetico edilizio sa bene che gli edifici messi nelle peggiori condizioni in assoluto sono quelli pubblici, dove per pubblico si intende sfruttato da tutti e nella responsabilità di nessuno. Nel pubblico è sempre Pantalone che paga cioè noi; quindi cosa vuoi che interessi di renderlo efficiente e eliminarne gli sprechi?
Se si vuole fare una visita alla galleria degli orrori energetici basta andare in una qualsiasi scuola pubblica per avere dei veri e propri mancamenti.
Edifici costruiti con i piedi, senza nessuna attenzione al contenimento energetico, infissi e finestre dell’età napoleonica, perdite di acqua in ogni modo possibile e immaginabile, caldaie che rendono straricchi i fornitori di combustibili fossili, manutenzioni che si limitano a generici controlli senza mai intervenire sulle cause. Ricambi di aria nelle aule inesistenti e che ne fanno delle stalle malsane, umidità, spifferi ovunque, freddo d’inverno e saune quando si avvicina l’estate.
Si fanno interventi per migliorare la situazione? Si fa formazione agli studenti, al personale non docente e agli insegnanti per educarli al risparmio energetico e idrico? Ma non sia mai! Tanto si sa, non ci sono soldi….
Però poi con il coronavirus magicamente si trovano milioni di euro per sostituire i banchi esistenti e si prevedono milioni di mascherine da distribuire nelle scuole che ovviamente creeranno montagne di rifiuti che andranno a inquinare l’impossibile, più oceani di disinfettanti le cui conseguenze sulle acque di scarico, e quindi di conseguenza nelle falde acquifere, non osiamo neanche immaginare. Ma figuriamoci se qualcuno nella alte sfere si fa domande sulle conseguenze negative dal punto di vista ambientale e quindi della salute circa i provvedimenti che impone.
E come se tutto ciò non bastasse, le scuole sono cronicamente in rosso e mancanti di materiali didattici, di aule e spesso di personale. Per non parlare di scuole dove i genitori devono comprare anche la carta igienica e sovvenzionare attività varie perchè le scuole, dove si compreranno banchi nuovi di zecca, laddove ne esistevano già, non hanno soldi.
Tutto viene fatto senza un minimo senso e razionalità ma solo sull’onda dell’emozione per cercare di dimostrare che si proteggono i cittadini e i nostri preziosissimi giovani, quindi per poter ottenere una rielezione come paladini della salute; peccato che tutta questa premura ad oggi non si è mai vista per problematiche che comunque riguardano la salute e che hanno impatti negativi certi su tutte le persone che frequentano le scuole.
Infatti edifici che consumano molto emettono maggiori emissioni inquinanti che sono responsabili di decine di migliaia di morti in Italia; l’aria che si respira nelle classi stalle è di sicuro nociva. E se davvero interessasse la salute degli studenti e insegnanti dentro le aule, la prima cosa da fare urgentemente sarebbe stata proprio migliorare la qualità dell’aria indoor. Qualcuno ha mai sentito parlare di provvedimenti urgenti del genere?
Le mense scolastiche sono poi tutte biologiche e con cibo locale? Non ci risulta, e i cibi hanno così tanti pesticidi, conservanti, coloranti da essere ben più pericolosi del cosiddetto coronavirus. Ma intervenire su questo non assicura titoloni sui giornali e notizie in prima serata e nemmeno foraggia nessuna casa farmaceutica con i suoi beneamati vaccini (pagati sempre da Pantalone, cioè sempre da noi); quindi mangiatevi la chimica, ammalatevi, non rompete le scatole e non dimenticatevi di mettere la mascherina, con annesse docce di disinfettanti.
Ulteriore ambito critico: ma qualcuno si è posto il problema di dove andranno a finire i vecchi banchi? Quale impatto avranno sull’ambiente e quindi sulla salute? Verranno mandati in discarica? O peggio ancora inceneriti? O li spediremo ai soliti africani che sono la pattumiera dell’Occidente e che a seconda dei casi fanno sempre comodo: come schiavi nei campi a raccoglierci gli alimenti, come ricettori della nostra immondizia e ovviamente come facile obiettivo per le politiche razziste che portano voti.
Così alla fine abbiamo sprechi di tanti soldi pubblici come da prassi consolidata, nessun intervento veramente impattante sulla salute di chi frequenta le scuole, sprechi energetici e idrici, produzione di quantità inimmaginabili di inquinamento e rifiuti; e tutto questo si ha pure il coraggio di presentarlo come insieme di provvedimenti per la tutela della salute.
Ormai 1984 di Orwell (“la guerra è pace , la libertà è schiavitù e l’ignoranza è forza”) è un libro-profezia che in confronto a quello che sta succedendo con il coronavirus è un romanzetto rosa. La realtà purtroppo lo supera abbondantemente nelle tragiche conseguenze da ogni punto di vista, sanitario, ambientale e della soppressione di ogni buon senso, razionalità ed evidenza.