L’associazione civica Federazione Rinascimento Italia lancia un appello con raccolta firme che indirizza alle massime autorità dello Stato e del governo chiedendo che non si proroghi lo stato di emergenza in Italia per l’allarme Covid: «Se si deciderà di prorogare lo stato di emergenza, senza alcuna evidenza scientifica o logico-razionale a supporto di tale decisione, le conseguenze sul tessuto socio-economico e sulla salute degli italiani saranno devastanti».
L’associazione ha indirizzato l’appello al capo dello Stato e al presidente del Consiglio dei Ministri, oltre che ai parlamentari e ai presidenti delle Regioni.
«Secondo notizie di stampa – scrive Federazione Rinascimento Italia nell’appello – a breve delibererete l’ulteriore proroga dello stato di emergenza pandemica, nonostante: gli ospedali siano vuoti; i malati COVID-19 siano rarissimi; i positivi al test siano praticamente tutti asintomatici. Questi fatti sono dimostrati e dimostrabili, confermati da innumerevoli scienziati e medici di tutto il mondo, compresi esperti italiani che potete invitare entro 24 ore a relazionare Governo e Parlamento. È anche oramai assodato che i test utilizzati e le relative analisi non sono adatti a rilevare il virus e la carica virale; sta per questo partendo in Germania una gigantesca class action per risarcimento danni nei confronti delle entità pubbliche responsabili di aver introdotto test completamente inutili, che vengono però utilizzati per giustificare la continuazione dello stato di emergenza».
«La Sars-Cov2 oramai si cura ed esistono anzi moltissime cure efficaci e pure poco costose – prosegue l’associazione, che ha fornito, insieme al testo della petizione, l’indicazione delle evidenze mediche – Se deciderete di prorogare lo stato di emergenza, senza alcuna evidenza scientifica o logico-razionale a supporto di tale decisione, le conseguenze sul tessuto socio-economico e sulla salute degli italiani saranno devastanti: chiusura di partite IVA ed imprese, disoccupazione di massa, suicidi, depressione e molto altro ancora».
QUI il testo integrale della petizione e le indicazioni per firmare