Questa mattina a Venezia le attiviste e gli attivisti del Laboratorio Occupato Morion e del Centro Sociale Rivolta hanno riaperto una casa occupata murata circa due settimane fa da Insula Spa a Sacca Fisola. L’abitazione, in cui risiede da diversi anni un uomo di 66 anni, è stata chiusa da un muro di mattoni dal braccio operativo del Comune di Venezia per la manutenzione urbana, le infrastrutture e l’edilizia. Una scelta politica quindi, che contravvenendo al blocco degli sfratti emanato durante il primo lockdown e previsto fino al 31 dicembre testimonia con chiarezza la linea della giunta veneziana in materia di politiche abitative.
Venezia è una città che, nel suo centro storico, perde ogni anno centinaia e centinaia di residenti: affitti oltre la media, lavoro precario, taglio dei servizi, abbassamento della qualità della vita sono tutti fattori che concorrono allo spopolamento di una città messa in ginocchio da decenni di politiche volte unicamente al mercato del turismo. In questo contesto, il Comune di Venezia non è mai intervenuto assegnando le centinaia di case ATER vuote, imponendo affitti calmierati o promuovendo altri servizi a tutela della residenzialità.
La situazione, ad oggi, è peggiorata dalle condizioni esterne: sebbene il Veneto si trovi in fascia gialla, la situazione sanitaria è molto delicata. Di più, l’inverno è alle porte, si assiste quotidianamente alla demonizzazione di chiunque esca di casa per motivi diversi da quelli lavorativi, vengono costantemente ripetute le raccomandazioni delle istituzioni a rimanere in casa: in questo contesto come può un’amministrazione comunale ordinare la chiusura di una casa?
L’azione delle attiviste e degli attivisti dei due centri sociali veneziani ha denunciato proprio questa contraddizione in un contesto in cui, per prendersi cura della cittadinanza, sarebbe necessario aprire e assegnare quanti più appartamenti possibile, per tutelare tutte le persone in situazioni di disagio o difficoltà, invece di chiudere le sistemazioni occupate.
La casa dovrebbe rappresentare il nocciolo duro da proteggere, il bene primario da slegare dalle leggi del mercato e della burocrazia. Questi i motivi dell’iniziativa di oggi, per affermare ancora una volta che la casa è un diritto fondamentale.
“Quando vivere è un lusso, occupare è un diritto” è uno degli slogan rilanciati oggi.