Si vis vitam para mortem

di Raffaele Varvara
comedonchisciotte.org

“Si vis pacem para bellum” è un’altra famosa citazione latina che in molti ricorderanno nostalgici di quando il liceo si poteva ancora frequentare.

Se vuoi la pace prepara la guerra potrebbe essere oggi “Si vis vitam para mortem”, se vuoi (di nuovo) la vita preparati a morire ovvero preparati, prepariamoci a vivere un periodo catastrofico.

A Napoli il giorno della festa dei morti, è andata in scena una coreografica manifestazione ribattezzata “Funerale delle Imprese” dove hanno sfilato centinaia di persone con indosso dei feretri avvolti dal tricolore. Immagini simpatiche e molto eloquenti che annunciano una fine imminente. Ma una fine per nuovi inizi! L’inizio di una presa di coscienza collettiva della menzogna globale.

Sono necessarie queste chiavi storico-apocalittiche per interpretare i fenomeni contemporanei perché l’informazione totalitaria ci fornisce attrezzi molto limitati con cui leggere il nostro presente. Le chiavi dell’epidemiologia e della medicina sono necessarie ma insufficienti per cogliere la complessità dell’ attuale e la portata del cambiamento radicale che esiterà da questa apocalisse. L’informazione “spazzatura” ci propina una visione apocalittica unicamente nel senso di distruttivo, schizofrenico, suicida. Per resistere dobbiamo recuperare una visione altra di apocalisse nel senso di rivelazione, rinascita, risorgimento. Se utilizziamo la chiave storico-apocalittica, cioè se inquadriamo la pandemia nel contesto della storia nella quale essa si scatena, scopriamo che, oggi come nel passato, i fenomeni apocalittici sono caratterizzati dalla con-fusione tra i disastri causati dalla natura e i disastri causati dagli uomini. I grandi stravolgimenti della storia si sono resi possibili poiché avvenivano contemporaneamente fenomeni sconvolgenti nella natura (pandemie, vedi peste) e fenomeni sconvolgenti nella storia (sollevazione tra i popoli e angoscia sociale).

Ma questi eventi apocalittici hanno dato luogo sempre ad una rinascita. Ulrich Beck parla di catastrofismo emancipativo. Se un tossicodipendente troverà la redenzione dopo aver rischiato la vita in seguito a un overdose, la catastrofe (overdose) sarà un bene o sarà un male? E se quel tossicodipendente fosse l’umanità intera che si sta rendendo cosciente di essere criminale, paranoica, suicidaria?

In conclusione, viviamo questo ultimatum della storia con grande entusiasmo e grande responsabilità, perché il futuro dipende da quanto ciascuno di noi è disposto ad operare un cambiamento radicale interiore per guidare questo travaglio della storia. Bisogna dotarsi di uno sguardo molto più profondo, serve operare una dilatazione del proprio cuore e della propria coscienza per sintonizzarsi con i bisogni più profondi delle anime a livello planetario. Questa dilatazione interiore opererà come cerchi concentrici che arriveranno a trasformare la cultura e la politica.

Siamo appena agli inizi di un percorso lunghissimo. Restate allerta!

Raffaele Varvara

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