Per emulare i loro idoli d’oltreoceano, anche i politici italiani si faranno vaccinare in onor di telecamere per dare il “buon esempio” alla cittadinanza dubbiosa.
Tutto è partito da un appello lanciato su twitter da Claudio Cerasa, il giovane direttore de Il Foglio, raccolta di veline del Potere e del sottopotere.
“Modesta proposta per combattere le scemenze no-vax: far vaccinare in diretta tv tutti i big della politica, per dare uno schiaffo trasversale alla cultura complottista. Chi ci sta?”, ha cinguettato garrulo il Cerasa nella giornata di ieri.
Il primo a rispondere è stato l’uomo che abbracciava i cinesi: il segretario del PD Nicola Zingaretti si è detto pronto, ma non impaziente: “Mi metto in fila. Quando sarà il mio turno farò il vaccino”.
A seguire, per la par condicio, un membro della “opposizione”, l’ex presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il quale ha confessato a cuore aperto che il suo amore per i vaccini è nato in tempi non sospetti: “Avendo viaggiato molto, mi sono vaccinato contro tutte le malattie”. L’uomo di mondo ha anticipato di qualche minuto il suo capo, l’ex Cattivone oggi Padre della Patria Silvio Berlusconi, che si è limitato ad inviare un sobrio sms di adesione alla redazione del Foglio. A dire il vero, il Cavaliere era già stato preda del Covid poche settimane or sono (aveva definito la malattia “subdola e incredibile”): ci si permette di consigliargli un minimo di prudenza.
A quel punto è arrivato l’immancabile “Vengo anch’io” di Matteo Renzi (“no, tu no” avranno pensato gli altri), seguito a ruota dall’ex rivale Pierluigi Bersani; costui, da “sborone” emiliano qual è, ha voluto esagerare: “Disponibile in diretta e in differita. Se necessario anche in replica”.
Un po’ tardivamente, poi, nel pomeriggio di ieri si è fatto vivo pure il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “La trovo un’ottima idea. Presente.”, ha twittato, da misurato e ormai navigato uomo delle istituzioni, il pomiglianese.
Nel frattempo, mentre sgomitavano per accodarsi al trenino nani e ballerini della politica come il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e quello di Pesaro Mattero Ricci (“Solo con il vaccino avremo libertà” ha liricamente twittato quest’ultimo), s’è aggregato pure un “big” della scienza: il futuro Premio Nobel Roberto Burioni. Vale la pena di riportare integralmente il suo intervento “social”: “io sono disposto a fare così: un antivax viene e sceglie il contenitore dei vaccini e la posizione della fialetta con cui mi devo vaccinare. La somministrazione però la fa un medico vero, non uno dei loro cialtroni radiati 🙂 “.
Alla fine, mentre tutto andava sfumando, è arrivata la cerasina (anzi, il cerasone) sulla torta: pure Sua Maestà Sergio Mattarella ha annunciato urbi et orbi che si sottoporrà al rito del vaccino in diretta. Così scrive in proposito, sibillino e allusivo, il Foglio: ” (Mattarella) ci fa sapere anche che, se c’è bisogno, per una questione educativa, di dare un riscontro mediatico alla vaccinazione verrà fatto nelle forme più opportune.”
Attendendo trepidanti la supermegadiretta tv (possibili titoli: “La fialetta in diretta”, “Vaccinando le Stelle”, “La Grande Siringa”) ed auspicando che l’iniziativa si estenda, sempre per finalità pedagogiche, ad esponenti del mondo dello sport, della musica e dello spettacolo, ci prepariamo, dopo aver ricevuto lo “schiaffo trasversale”, a porgere pure, cristianamente, l’altra guancia; tutto questo, in attesa di porgere il braccio.