Per parlare della decrescita felice oggi si può partire da alcune foto e da una notizia. Le foto sono quelle del cielo sopra la pianura padana e sopra l’area di Wuhan, tornato azzurro dopo pochi giorni di lockdown, da giallo che era in conseguenza dell’inquinamento atmosferico causato dalla produzione industriale e dalla circolazione automobilistica. O dell’acqua dei canali di Venezia, dei canali di Livorno e del Golfo di Napoli, tornata limpida e trasparente. La notizia è lo spostamento in avanti dell’overshoot day, dal 29 luglio del 2019 al 22 agosto nel 2020, mentre da più di trent’anni arrivava ogni anno in anticipo sull’anno precedente.
Sarà con noi Maurizio Pallante, saggista e fondatore del Movimento per la Decrescita Felice. Introduce l’incontro Lucia Cuffaro, scrittrice e copresidente nazionale del Movimento per la Decrescita Felice, modera Giuseppe Lisena, presidente del circolo di Milano del Movimento per la Decrescita Felice.
Per saperne di più
Le cronache dalla pandemia ci hanno sorpresi con le foto e le notizie di un ambiente più salubre e di una riduzione dell’impronta ecologica. Si è ridotta la produzione e la domanda di merci, in seguito al blocco delle attività produttive e al confinamento in casa delle persone per contrastare la diffusione del virus. Questo ci insegna che la crisi ecologica dipende dalla finalizzazione dell’economia alla crescita della produzione di merci e, se questa resta la finalità dell’economia, la crisi è destinata ad aggravarsi. L’unico modo di superarla è indicare un’altra finalità all’economia, è la tesi di Maurizio Pallante.
La decrescita felice dunque non è rinuncia, sacrificio o regressione, anzi! E’ l’unica forma di evoluzione incentrata sul benessere dell’uomo e del Pianeta, piuttosto che sul profitto di pochi. Un nuovo e propositivo paradigma culturale che nasce dalla critica a un sistema consumistico devastante e oramai anacronistico. La società in cui viviamo si regge sul concetto di iper-produzione e creazione di bisogno d’acquisto nei cittadini-consumatori affinché il cosiddetto PIL di una nazione possa crescere all’infinito. La massiccia produzione di rifiuti, i continui sprechi e il depauperamento delle risorse naturali sono la diretta conseguenza di questo sistema malato e sempre più perdente, come dimostrato anche dalla crisi che stiamo vivendo.
Stili di vita a basso impatto ambientale, che non creino sfruttamento sugli esseri viventi e che permettano una buona distribuzione del denaro, come i green jobs, le tecnologie pulite per ridurre gli sprechi di risorse, le piccole e medie aziende del biologico, impegnate a custodire il territorio e a creare economie virtuose, e ancora: autoproduzione e autosufficienza… parleremo di questo e di molto altro, di tutto ciò che possiamo fare per affrontare i grandi cambiamenti in atto ed essere davvero resilienti e felici.
Maurizio Pallante
Un capitolo del suo primo libro, Le tecnologie di armonia, del 1994, s’intitolava: Il Prodotto interno lordo, meglio meno, ma meglio. Da allora la sua ricerca culturale ed esistenziale è stata un continuo approfondimento di quella intuizione, che ha avuto uno sviluppo importante nel 2005 con il libro La decrescita felice. Il benessere non dipende dal Pil. Dalle discussioni su questo libro è sorto nel 2007 un movimento di eretici rispetto al paradigma culturale vigente. Nel 2018 ha pubblicato il libro Sostenibilità equità solidarietà e ha partecipato alla costituzione di un’associazione politico-culturale che si propone di verificare la possibilità di portare a livello politico la critica dell’economia della crescita. Nel 2020 ha pubblicato Il diritto di non emigrare, il primo volume di una trilogia che si completerà nel 2021
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