di Lucia Cuffaro, copresidente del Movimento per la Decrescita Felice
Lo scorso 11 gennaio è stato pubblicato un interessante dossier in cui si fa riferimento come possibile soluzione e intuizione all’approccio economico, culturale e sociale della Decrescita Felice, che è stato redatto da EEA, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (European Environment Agency) che raccoglie dati, fornisce informazioni e produce valutazioni su tematiche ambientali in collaborazione con la rete europea di informazione e osservazione ambientale (Eionet) e i suoi 32 paesi membri, dal titolo:
Una pubblicazione importante che spinge nella direzione della Decrescita Felice. Per quanto riguarda la disastrosa situazione mondiale a causa del cambiamento climatico in atto oramai sappiamo che potrebbero restare poco più di 10 anni prima di distruggere la Terra.
Ogni aspetto del nostro sistema sociale è vicino al collasso: dalla perdita di fertilità del suolo a causa di metodi industriali estensivi, all’aumento del global warming per gli aberranti allevamenti intensivi, dallo spreco alimentare che determina una perdita già in fase di produzione del 50% (Fao 2019), all’inquinamento indoor, che rende le nostre case più inquinante del centro di una metropoli, causando secondo l’Onu 4 milioni l’anno di morti premature.
A prevedere ciò è stato anche il più importante e documentato rapporto sul cambiamento climatico stilato dall’Ipcc, il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite. Secondo la ricerca, che ha analizzato 6mila studi in materia e 42 mila recensioni scientifiche, la temperatura media del Pianeta aumenterà di 1,5 °C entro il 2030, con effetti catastrofici e fenomeni meteorologici estremi, come siccità, temperature insostenibili, tornado, uragani e alluvioni, innalzamento del livello degli oceani, scioglimento di immense superfici ghiacciate, eccessiva acidificazione delle acque, perdita di biodiversità animale e vegetale.
Traduciamo e pubblichiamo alcune parti del documento “Growth without economic growth” di AEE
“La crescita economica è strettamente collegata all’aumento della produzione, del consumo e dell’uso delle risorse e ha effetti negativi sull’ambiente naturale e sulla salute umana. È improbabile che si possa ottenere su scala globale un disaccoppiamento assoluto e duraturo della crescita economica dalle pressioni e dagli impatti ambientali; pertanto, le società devono ripensare a cosa si intende per crescita e progresso e al loro significato per la sostenibilità globale” (Growth without economic growth di AEE).
Interessanti sono i nodi centrali del documento in cui si fa riferimento a politiche di Decrescita Felice come possibile soluzione e intuizione verso un nuovo approccio economico volto al benessere e al contrasto immediato al processo in atto sui cambiamenti climatici.
Sintesi dei contenuti della pubblicazione
- La “grande accelerazione” in corso [il periodo successivo agli anni ’50 segna un periodo unico nella storia umana di cambiamenti socio-economici e ambientali globali indotti dall’uomo senza precedenti e in accelerazione, che è diventato noto come “la grande accelerazione” (Steffen et al., 2015)] nella perdita di biodiversità, cambiamento climatico, inquinamento e perdita di capitale naturale è strettamente collegata alle attività economiche e alla crescita economica.
- Potrebbe non essere possibile un completo disaccoppiamento tra crescita economica e consumo di risorse.
L’economia della ciambella, la post-crescita e la decrescita sono alternative alle concezioni tradizionali di crescita economica che offrono preziose intuizioni. - Il Green Deal europeo e altre iniziative politiche per un futuro sostenibile richiedono non solo cambiamenti tecnologici, ma anche cambiamenti nei consumi e nelle pratiche sociali.
- La crescita è radicata culturalmente, politicamente e istituzionalmente. Il cambiamento richiede che affrontiamo queste barriere in modo democratico. Le varie comunità che vivono offrono semplicemente ispirazione per l’innovazione sociale.
Se oggi il riscaldamento globale sembra inarrestabile è perché ancora non abbiamo provato a fermarlo, sul serio. Per poter cambiare le cose non servono discorsi, ma azioni concrete da parte delle istituzioni, e una centralità politica sul tema ambientale, che non rappresenta uno dei problemi, ma il Problema.
Rimanere con le mani in mano aspettando le agognate misure? Siamo noi che possiamo fare la differenza: l’esempio personale è potente come un fiume in piena e in grado di trascinare gli animi verso pratiche virtuose volte a una drastica diminuzione dell’impatto ambientale.
Non è più possibile distogliere lo sguardo giustificandosi con frasi tipo “ma tanto è inutile”. È il momento di impegnarsi, qui e ora.
Come?
Scegliendo ogni giorno da che parte stare e agendo di conseguenza.
Scegliendo la via della Decrescita Felice.
Scegliendo la riduzione degli sprechi, la pianificazione verso tecnologie meno impattanti, la comunità, l’autosufficienza, il rispetto per gli ecosistemi e per gli animali, l’accoglienza, la cura, la sobrietà, il rifiuto di un sistema che si basa sull’usa e getta e sull’accumulazione, il rifiuto di un’economia intensiva che sfrutta la terra, persone e animali, la riduzione a monte dei rifiuti, il consumo critico solidale ed etico, l’agricoltura naturale, il rispetto per i cicli naturali, la comunicazione non violenta, la valorizzazione del piccolo, la conoscenza, la condivisione, la libertà, la consapevolezza, scegliendo…
Per approfondire la visione di MDF economica ricordiamo è consultabile lo studio nato da una fruttuosa collaborazione tra il Movimento per la Decrescita Felice (MDF) e il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa dal titolo:
2METE – Modello di Macroeconomia Ecologica per la Transizione Energetica
Inoltre, da poco è uscito il libro “Il mito della Crescita Verde” edito da Lu:CE con postfazione scritta a quattro mani da Michel Cardito e Karl Krahmer, in cui vengono spiegate le motivazioni “Perché non è possibile disaccoppiare la crescita economica dalla crescita dell’impatto ambientale: prove e argomentazioni”.
Il lavoro è frutto di un lavoro collettivo e gratuito coordinato dal Movimento per la Decrescita Felice.