Andrei Martyanov
smoothiex12.blogspot.com
Discutere del perchè la Fox abbia licenziato Lou Dobbs, o dirvi cosa ne penso di quel manicomio che è attualmente il Regno Unito, dove si vuole vietare la vendita degli alcolici nei pub. Avrei potuto, ma non l’ho fatto perché questi sono tutti segni del completo crollo della salute mentale dell’Occidente in generale e, purtroppo, non c’è modo di sfuggire a questo triste fatto. Altre follie sono in arrivo e non saranno certo migliori.
No, davvero, la Marmotta di Punxsutawney quattro giorni fa ha previsto nuvole, quindi fattevene una ragione. E me ne sto occupando anch’io. Ho ribadito molte volte, e lo farò di nuovo, che non sono un sinologo, non ho una visione privilegiata della politica cinese e, quindi, sulla Cina mi affido alle opinioni dei professionisti. Ma, anche senza di loro, non avrei potuto perdere la telefonata di due giorni fa tra Sergei Lavrov e il Ministro degli Esteri cinese Wang Y. Il Ministero degli Esteri russo ha doverosamente pubblicato un riassunto di questo colloquio (per ora solo in russo). La conversazione riguardava, comprensibilmente, la situazione attuale e, implicitamente, il prolungamento del trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione russo-cinese. Riguardo a questo trattato, Nikolai Vavilov (in russo) afferma che, questa volta, la Cina sta offrendo alla Russia un’alleanza militare completa.
Sembra plausibile? Io dico di sì. La Cina ha tutto da guadagnare da questa alleanza, soprattutto perchè gli Stati Uniti sembrano essere scivolati in uno stato di stereotipia e la Cina ha sicuramente dei progetti per contenere la presenza statunitense nel Mar Cinese Meridionale. Più Taiwan, più una vagonata di altre questioni, tra cui l’ultimo, disperato tentativo degli Stati Uniti di preservare quella che, erroneamente, percepiscono ancora come un’egemonia, [illusione] che può comportare un impegno militare diretto e persino un’escalation fino alla soglia nucleare. Il fatto che la Russia stia aiutando la Cina con il proprio SPRN (Missile Attack Early Warning System) è un enorme segnale che la Russia vede la sicurezza della Cina come parte (quasi) integrante della propria sicurezza. Bene, e poi si leggono cose del genere:
Il capo del Comando Strategico degli Stati Uniti, facendo riferimento ai comportamenti “destabilizzanti” dei rivali dell’America, avverte che la guerra nucleare con la Russia o la Cina è “una possibilità reale.” Sostiene anche che il Pentagono non è “bloccato nella Guerra Fredda.” “C’è una reale possibilità che una crisi regionale con la Russia o la Cina possa escalare rapidamente in un conflitto con armi nucleari, se [questi Paesi] percepissero che una sconfitta convenzionale minaccerebbe il regime o lo stato,” ha scritto nel numero di febbraio della rivista mensile dell’US Naval Institute il capo di STRATCOM e vice ammiraglio, Charles Richard. STRATCOM, che supervisiona l’arsenale nucleare degli Stati Uniti, considera bassa la probabilità di una guerra nucleare. Ma, con Russia e Cina che migliorano le loro capacità belliche e continuano ad “esercitarsi a livello globale,” Richard ha affermato che STRATCOM deve rendersi conto di cosa sta affrontando.
Bisogna fermarsi un attimo (potete leggere l’originale qui) e meravigliarsi del fatto che STRATCOM abbia impiegato 7 anni per riuscire finalmente a capire la Dottrina Militare russa, cioè l’articolo 27. Bene.
27. La Federazione Russa si riserva il diritto di usare armi nucleari in risposta all’uso di armi nucleari e di altri tipi di armi di distruzione di massa contro di essa e/o i suoi alleati, così come in caso di aggressione contro la Federazione Russa con l’uso di armi convenzionali, quando l’esistenza stessa dello stato fosse in pericolo. La decisione di usare armi nucleari è presa dal Presidente della Federazione Russa.
Implicitamente, una tale dichiarazione presuppone che sarà la Russia ad essere costretta ad usare per prima le armi nucleari, mentre in realtà, naturalmente, sarebbe l’esatto opposto. La ragione di ciò è che in caso di guerra con la Russia, il raggiungimento da parte degli Stati Uniti di un qualsiasi tipo di “vittoria” con mezzi convenzionali è, nel migliore dei casi, un’evenienza molto dubbia e, come ormai ribadisco da molti anni, sarebbero gli Stati Uniti ad essere i meno inibiti all’uso delle armi nucleari, specialmente di fronte alle enormi perdite che sosterrebbero in un conflitto convenzionale. Una coincidenza divertente. Ieri, Sergei Shoigu, durante una cerimonia presso uno degli stabilimenti della Tactical Missile Corporation a Reutov, ha annunciato ulteriori finanziamenti e l’espansione degli impianti di produzione per le armi di precisione stand-off (in russo). Coincidenza? Non credo. Gli Stati Uniti non hanno né le risorse né gli strumenti per combattere un grande conflitto convenzionale contro potenze paritetiche senza sostenere perdite su una scala mai sperimentata prima. Come Elmo Zumwalt si era già chiesto negli anni ’70: cosa succederebbe se una delle portaerei della marina statunitense venisse distrutta?
Posso dirvelo io cosa succederebbe: gli Stati Uniti impazzirebbero e arriverebbero alla soglia nucleare, perché non hanno la flessibilità operativa e strategica per affrontare realmente una guerra del XXI secolo. Scott Ritter condivide il mio punto di vista:
Le dichiarazioni bellicose sulla guerra nucleare sono più pericolose di quanto possano sembrare, ha detto a RT l’ex ispettore delle Nazioni Unite Scott Ritter. Gli Stati Uniti non hanno preparato le loro forze militari convenzionali al punto in cui potrebbe essere garantita la vittoria contro la Russia o la Cina, quindi Washington, con tutta probabilità, in una guerra contro uno di questi Paesi impiegherebbe le armi nucleari, ha sostenuto Ritter. La Russia non avrebbe altra scelta che rispondere allo stesso modo ad un simile attacco. “Questo è ciò che rende così pericolose le dichiarazioni del vice-ammiraglio [Charles Richard] sulla preparazione alla guerra nucleare, perché non c’è modo di contenerla,” ha ribadito Ritter.
Quindi, in parole povere, la dichiarazione di Richard è una tacita ammissione di debolezza militare e, secondo la logica di STRATCOM, un avvertimento che gli Stati Uniti entrerebbero in qualsiasi conflitto tra pari con la premeditazione di usare le armi nucleari. Tutte le roboanti dichiarazioni di ignoranti, come quel pagliaccio di David Axe o di Michael Peck, vanno bene per degli adolescenti iperattivi e intossicati dai videogiochi, ma io pongo di nuovo questa domanda: cosa succederebbe se gli Stati Uniti dovessero perdere, per esempio, un’intera divisione di fanteria, o una portaerei, in un periodo di tempo di 3-4 giorni e solo a causa di attacchi con armi convenzionali? Giusto, è una domanda retorica. La Cina lo sa di sicuro, ma vuole che la tecnologia e l’immensa esperienza operativa della Russia siano dalla sua parte nel caso in cui gli Stati Uniti decidano che la loro finestra di opportunità sta per chiudersi. E, per gli Stati Uniti nei confronti della Cina si sta chiudendo ed è già chiusa contro la Russia.
Naturalmente, gli Stati Uniti hanno sempre l’Iran per cercare di dimostrare che hanno ancora il tocco magico, ma l’Iran non è l’Iraq, in più, i movimenti del Comitato Nazionale Democratico indicano, per ora, una mancanza di interesse verso una guerra con l’Iran. Consideriamo poi che Obama è uno dei burattinai dietro il senile Biden e Obama ha anche dei conti da regolare con Israele, soprattutto l’umiliazione che BiBi gli aveva inflitto cinque anni fa, quando aveva parlato alla Knesset degli Stati Uniti, oh, scusatemi, alla sessione congiunta del Congresso degli Stati Uniti, e aveva ricevuto 26 standing ovation, ignorando il POTUS come se non esistesse affatto. Questa era stata per il presidente un’umiliazione di proporzioni storiche e, se si considera il carattere estremamente sensibile di Obama, queste sono cose che in politica non si dimenticano.
Così, in questo momento per la lobby israeliana negli Stati Uniti non è un compito facile trascinare gli Stati Uniti in una guerra calda contro l’Iran. Non dimentichiamo che tutte le basi statunitensi nella regione sono nel raggio d’azione dei missili iraniani, inoltre Israele stessa sarebbe un facile bersaglio, se la situazione volgesse al peggio. Quindi, vedete, avrei potuto discutere di altri eventi attuali, magari relativi alle sempre più vaste repressioni politiche negli Stati Uniti, ma la realtà globale è molto più complessa dello spettacolo da circo in scena all’interno degli USA. Se, Dio non voglia, gli Stati Uniti decidessero di scendere veramente in guerra contro la Cina, per non parlare della Russia, potete scommettere che la mancanza di bevande alcoliche nei pub britannici diventerà l’ultima delle vostre preoccupazioni.
Andrei Martyanov
Fonte: smoothiex12.blogspot.com
Link: http://smoothiex12.blogspot.com/2021/02/i-could-have.html
06.02.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org