L’urlo di battaglia degli studenti e delle studentesse, che da settimane ormai lamentano l’incapacità delle istituzioni competenti di garantire il ritorno alla didattica in presenza in piena sicurezza, risuona negli istituti di tutta Italia.
Quella di oggi è una mobilitazione nazionale studentesca, che si mette nella scia del ciclo di proteste e iniziative che stanno attraversando il mondo della scuola e della formazione, fortemente colpito dalla gestione politica della crisi pandemica.
Dopo le ultime dichiarazioni del governo, in cui viene proposto il proseguimento delle lezioni fino a luglio, gli studenti e le studentesse di Mestre hanno attraversato le strade della città per dire che non ci stanno: dopo mesi e mesi di didattica a distanza in cui il diritto allo studio è stato messo in secondo piano, dopo un anno di pandemia in cui le istituzioni non sono state in grado di trovare soluzioni reali per garantire un rientro a scuola in presenza e in sicurezza, i giovani si sono mossi fino all’ufficio scolastico regionale per dire che andare avanti così non è sostenibile, c’è bisogno di mettere la scuola e il futuro di studenti e studentesse al primo posto.
A Padova studenti e studentesse hanno occupato l’ex Cinema Mignon, ennesimo spazio abbandonato nel centro cittadino, oggetto di occupazioni anche in cicli di lotta passati. Come fatto nelle occupazioni delle scorse settimane, anche oggi sono previste lezioni alternative, che vogliono indicare una didattica partecipata, critica, interdisciplinare e attuale.
«Oggi faremo quello che la scuola in questi mesi ci ha negato. Alle 14.30 apriremo un dibattito con psicologi e psicologhe specializzati e ci confronteremo su come e perché la nostra salute mentale è cambiata. Alle 16 parleremo di antirazzismo e discriminazioni, criticando apertamente un’istruzione che favorisce ancora il privilegio bianco».
La richiesta di chi vive la scuola che chiede di dare voce alle loro esigenze, ritorna ancora una volta con lo sciopero nazionale di Occupiamoci della Scuola, dove anche a Treviso è stato attraversato con un presidio e una lezione alternativa che riportassero attenzione su chi si vive la scuola ora.
«Dopo oggi, continueremo a lottare nei prossimi mesi per un ritorno effettivo al 100% e affinché la salute mentale, il dare spazio alle riflessioni su che cos’è la scuola ora e su come dovrebbe essere, il dare spazio a tematiche attuali che dovrebbero essere centrali nella nostra formazione come quelle ambientali e sulla sessualità, inizino a diventare fondamentali nel dibattito sulla costruzione di un nuovo sistema scolastico», dichiara il coordinamento studentesco.
Come la scuola può combattere la violenza di genere? Cosa comporta chiudere generazioni davanti allo schermo? Sono queste le domande che si è posto il coordinamento studentesco di Vicenza, organizzando un pomeriggio di socialità confronto ed auto-formazione all’ aperto. In una piazzetta dietro il liceo Quadri si è dato un confronto con una psicologa su cosa comporta per le giovanissime generazioni vivere davanti allo schermo, successivamente la discussione si è spostata sui modi per lottare la violenza di genere all’interno delle scuole ma non solo.