Dal Messico al Kurdistan, le donne indigene scrivono alle donne curde. Ripubblichiamo la lettera scritta dalle donne del Consiglio Indigeno di Governo alle donne curde dell’ottobre 2017, per sottolineare l’importanza degli scambi, dei legami e dei rapporti che si costruiscono tra questi due popoli in lotta. Traduzione a cura del Nodo Solidale.
Raccogliamo inoltre l’appello delle nostre sorelle palestinesi detenute politiche in isolamento nelle carceri israeliane. Vogliamo dare voce ai loro sogni ed alle loro aspirazioni.
Il 24 febbraio di vent’anni fa partiva da San Cristobal de las Casas, Chiapas, Messico, la “Marcha del Color de la Tierra”, con la quale per la prima volta il movimento zapatista usciva dalla Selva Lacandona accompagnato da migliaia di attivisti e attiviste provenienti da tutto il mondo. In occasione dell’8 marzo la lettura di alcuni stralci della lettera.
San Cristobal de las Casas, Cideci-Unitierra,
Chiapas, Messico – Ottobre 2017
Al Movimento delle Donne del Kurdistan Komalên Jinên Kurdistan (KJK),
Compagne e sorelle:
Noi, donne delegate indigene originarie del Messico, le consigliere e la portavoce del Consiglio Indigeno di Governo, dei popoli amuzgo, tojolabal, ñahñu/ñatho, nahua, wixárika, tzeltal, maya, tohono odham, totonaco, binniza, tzotzil, guarijio, kumiai, chol, purépecha, mayo, rarámuri, tepehuano, me´phaa, popoluca, zoque, cochimi, coca, cora, yaqui, mam, mazahua, tenek, chinanteco, na savi, cuicateco, mixe, triqui, ikoots, chichimeca y mazateco, riunite in assemblea del Consiglio Nazionale Indigeno, spazio che da 21 anni mette in connessione i popoli originari del Messico, vi inviamo un saluto fraterno e vi ringraziamo di tutto cuore per la lettera che ci avete fatto arrivare lo scorso giugno, con l’abbraccio e l’appoggio solidale e rivoluzionario che dai vostri territori manifestate verso di noialtre, le donne indigene, verso di noialtri, popoli originari del Congresso Nazionale Indigeno.
Questa lettera l’abbiamo letta in numerose delle nostre assemblee comunitarie, lo abbiamo condiviso con molte compagne e compagni, e vogliamo dirvi che conoscere la vostra lotta degna e la vostra solidarietà, ci ha permesso di rispecchiarci in voi e ci ha rafforzato. Siamo lontane geograficamente, però molto vicine nelle nostre idee e pratiche libertarie. Insieme a voi, diciamo che in questa guerra portata avanti contro l’umanità, noi le donne dei popoli originari stiamo alzando la nostra voce e ci organizziamo e mettiamo in cammino per la liberazione dei nostri popoli e di noialtre le donne, che rappresentiamo la metà della comunità umana.
Riconosciamo, diamo valore alla vostra lotta, perché tutte le lotte di qualsiasi donna in qualsiasi parte del mondo ed in qualsiasi tempo della storia che lottano, si ribellano e propongono di costruire nuovi cammini di vita di fronte il mostro patriarcale capitalista che ci opprime, è una lotta degna che deve renderci sorelle. Crediamo fermamente nel recuperare l’importanza di fermarci noialtre le donne a partire dalla nostra comunità, non per scontrarci, ma per organizzarci con i nostri fratelli ed i nostri popoli.
Questo sistema capitalista patriarcale di morte ci colloca, a noi donne, nella posizione più infima, la più scomoda, la più dimenticata e la più repressa e non solo ci colpisce noialtre ma anche i nostri fratelli; però se la comunità è malata, lo è ancor di più per noialtre le donne. sia malata, ancora di più per noialtre, le donne.
In Messico, noialtre, le donne del Congresso Nazionale Indigeno, viviamo un triplo disprezzo per essere donne, per essere indigene e per essere povere; per questo affermiamo che noialtre siamo le più disprezzate e per questa ragione anche noi possiamo esplodere, unite tra tutte e tutti nel Messico e nel mondo, il fine di questo sistema che ci azzittisce e la costruzione di uno nuovo, radicato nelle nostre culture ancestrali e guardando verso il futuro con giustizia, pace e libertà comunitarie.
Viviamo in un mondo dove trionfa l’esistenza individuale e una privatizzazione estrema che minaccia i nostri territori, nel quale colonizzano i nostri pensieri e ci vendono l’idea di una vita irraggiungibile. Questo sistema poco a poco si è insinuato, ci ha permeato, levandoci la nostra identità comunitaria e di popoli, ma noialtre, le donne e gli uomini indigene del Messico appartenenti al Congresso Nazionale Indigeno abbiamo detto “ya basta”; adesso basta che la nostra voce non sia presa in considerazione, di ritornare nell’oblio dopo il risveglio generato dalle nostre compagne e compagni zapatisti più di 20 anni fa. Adesso diciamo che è giunta l’ora della fioritura dei popoli ed è giunta l’ora della dignità di noi donne che nuovamente stiamo dando voce alle nostre lotte e continueremo a farlo. Di fronte a questo impeto del sistema capitalista che vuole sterminarci, noialtre le donne indigene diciamo che non faremo nemmeno un passo indietro e che lotteremo, ci organizzeremo con le nostre ribellioni e resistenze; affronteremo questo sistema che ci vuole desaparecidas, desaparecidos, e continueremo a dire che non lo permetteremo.
Il vostro popolo ed i nostri popoli hanno la stessa storia. A partire dalla lotta di conquista che la corona Spagnola ha intrapreso nelle nostre terre, i nostri popoli hanno continuato a resistere come il vostro, per sopravvivere come popoli, nazioni e tribù insieme ai nostri territori, alle nostre lingue, ai nostri abiti, alle nostre culture e le nostre proprie forme di governo; per questo diciamo che sono più di cinquecento anni che i nostri popoli hanno lottato contro tutti i malgoverni che hanno cercato di sterminarci.
Vogliamo dirvi che ascoltare la vostra parola e conoscere la vostra lotta ci permette di capire che i problemi che ci affliggono si riflettono in altre geografie; è molto chiaro che questo sistema di morte che domina il mondo colpisce tutte le persone, organizzazioni e popoli che si rifiutano di farne parte; ma è anche evidente con il vostro esempio ed il vostro respiro che solo unendo le lotte anticapitaliste e antipatriarcali in tutto il mondo, la vostra e la nostra lotta, come quella di migliaia e migliaia di donne e uomini, delle lavoratrici e dei lavoratori, con i sindacati, dei giovani e dei popoli originari, che solo organizzandoci e mettendoci in connessione, possiamo vincere il nostro nemico comune, questa idra dalle mille teste del sistema capitalista, patriarcale, razzista e coloniale.
Le compagne ed i compagni zapatisti ci hanno già avvertito che la tormenta si avvicina; noialtre crediamo che già ci siamo dentro; viviamo in un paese dove governano il capitale straniero ed il crimine organizzato; in forme differenti dalla vostra, anche noi viviamo quotidianamente la guerra con decine di migliaia di persone assassinate, in particolare femminicidi e assassini di lottatrici e lottatori sociali, di giornalisti impegnate ed impegnati, di defensoras e difensori dei diritti umani, con decine di migliaia di persone scomparse, con migliaia di prigionieri e prigioniere politiche, con la spoliazione dei nostri territori, con lo sfruttamento e la schiavitù dei nostri fratelli e sorelle, con la distruzione della nostra madre terra. Di fronte a questo scenario, raccogliendo l’invito dei nostri fratelli e sorelle zapatiste in questi ultimi 20 anni, crediamo che la miglior maniera di difenderci e passare all’offensiva è con l’organizzazione dal basso, di noialtre e noialtri, dei popoli indigeni, dei popoli della campagna e della città che già ci siamo risvegliati, che mettiamo da parte paura ed apatia, che ci ribelliamo, che ci organizziamo e agiamo in comunità, provando e costruendo spazi di società non capitalista e non patriarcale.
Diciamo che è il momento di noialtri i popoli, è il momento di noialtre le donne che approfittando di questa congiuntura elettorale del 2018, però guardando molto più in là; è il momento che, seguendo l’esempio dei nostri fratelli e sorelle zapatiste e di altri popoli, di voialtre, facciamo risorgere dal basso, processi organizzativi autonomi, governi autonomi che obbediscano al popolo organizzato in comunità, come il Consiglio Indigeno di Governo che articoli le nostre lotte verso la costruzione di un mondo dove entrino e si rispettino tutti i mondi, che ci permetta di essere ciò che siamo e che vogliamo essere; senza sfruttamento e senza discriminazione alcuna, dove le donne siano rispettate, avvalorate ed incluse, per costruire insieme ai compagni, relazioni di libertà e convivenza armonica tra noialtri e noialtre, tra i nostri popoli e con la nostra madre terra.
Con il ricordo vivo delle nostre sorelle e fratelli che sacrificarono la propria vita nella costruzione dei nostri sogni e continuano ad accompagnarci, vi salutiamo, vi abbracciamo e vi diciamo grazie, sorelle del popolo delle montagne, lontane nella distanza e vicine ai nostri cuori, che sappiamo vivono, si organizzano, lottano e muoiono per la liberazione di tutte le donne e tutti i popoli del mondo.
Che vivano i popoli originari del Mondo!
Viva la fratellanza dei Popoli!
Viva la degna lotta di liberazione delle donne Kurde! Mai più un Messico senza Noialtre!
Mai più un Mondo senza Noialtre!
Le Consigliere e la Portavoce del Consiglio Indigeno di Governo/ Congresso Nazionale Indigeno.
La “proposta per la vita” che ci arriva dal Chiapas, ha già ottenuto un primo grande risultato nel grado di partecipazione e coinvolgimento ottenuto in tutte le realtà sociali ed europee. Le compagne e i compagni zapatistə non sono ancora arrivati ma hanno già ottenuto risultati importanti rispetto alla costruzione di reti e di decisioni collettive.
L’arrivo della gira rappresenta un grande privilegio, ossia avviare una riflessione su obiettivi e pratiche condivise su cui impostare le lotte future.
Le storie di chi ha vissuto la marcia zapatista si intrecceranno con chi, in questi mesi di difficile lavoro politico nel contesto della pandemia, sta costruendo l’accoglienza alla delegazione zapatista e facendo questo sta costruendo reti di ribelli che lottano e sognano.
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** Pic Credit: Getty Images