Manifestazione ad Ancona, sabato 27 marzo in piazza Roma, convocata dai Centri Sociali delle Marche per denunciare il disastro della sanità regionale. Un’iniziativa analoga si è svolta nelle stesse ore anche a Perugia, sull’emergenza sociale e sanitaria che vive anche la regione Umbria, governata da un’altra compagine di centrodestra.
Dopo settimane di azioni comunicative in molte città marchigiane, si è scelto di scendere in strada, nonostante le restrizioni della zona rossa, per manifestare contro la politica criminale della giunta Acquaroli sulla sanità.
L’incompetenza della giunta di Francesco Acquaroli sta trasformando le Marche in un lazzaretto a cielo aperto.
“C’è una rægione se siamo allo sbando” durissimo l’attacco contro l’amministrazione responsabile del collasso del sistema ospedaliero: 67% di occupazione delle terapie intensive, 60% dei ricoveri ordinari, mancano i posti letto ed il personale, la campagna vaccinale è al palo, specie su over80 e vulnerabili. Una giunta che regala soldi alla sanità privata, mentre gli ospedali pubblici sono in estrema difficoltà.
Assunzione di personale, implementazione del personale, accelerazione immediata della somministrazione delle dosi vaccinali; ricostruzione della medicina territoriale smantellata dalle giunte di centrosinistra. Queste le rivendicazioni dei manifestanti che rilanciano la mobilitazione sotto la regione Marche per ‘indicare i colpevoli!’.
‘Oggi abbiamo dato un segnale, il dissenso esiste e si può manifestare coi corpi nelle piazze. E si può farlo in sicurezza. Abbiamo lanciato il 7 aprile, giornata della sanità, come nuova scadenza di mobilitazione, ma soprattutto abbiamo fatto una promessa: quando il Consiglio Regionale si riunirà di nuovo in presenza, noi ci saremo con i nostri contenuti, coi nostri corpi, ma soprattutto con la nostra rabbia.’