A seguire il comunicato del Coordinamento Studenti Medi Venezia Mestre in merito ai fatti di questa mattina. Durante la manifestazione sotto la sede della protezione civile a Marghera, dove si stava svolgendo la conferenza stampa di Luca Zaia, gli studenti sono stati allontanati con la forza dalla celere per spegnere l’impianto audio e non permettere ai giovani di esprimersi con gli interventi e la musica.
Oggi un centinaio di studenti e studentesse si sono ritrovat* sotto la sede della protezione civile per chiedere di essere ascoltat*. Le richieste sono poche, chiare e le stesse da ormai troppo tempo: tornare a scuola completamente, in presenza e in sicurezza, con un piano trasporti che funzioni e che permetta di mantenere le misure anticontagio e più spazi per permettere a tutt* di avere una classe in cui fare lezione rispettando il distanziamento previsto.
Dopo un anno passato senza che nessuno si curasse di giovani, studenti e studentesse, oggi siamo andat* dal Presidente Luca Zaia, durante la sua solita conferenza stampa, per farci sentire.
La nostra presenza evidentemente spaventa il nostro governatore che, conoscendo le proprie mancanze in merito a trasporto pubblico, istruzione e gestione dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo già da ieri era corso ai ripari offrendoci un incontro con un rappresentante istituzionale. Nello specifico con l’assessora all’istruzione Elena Donazzan che non ha mai mancato in passato di attaccarci, denigrarci e offenderci come studenti e studentesse ma anche come giovani che si attivano. La stessa Elena Donazzan che pochi giorni fa, il 25 aprile, commemorava le truppe naziste morte durante la resistenza, la stessa che canticchiava alla radio “faccetta nera” e che non perde occasione per attaccare la comunità Lgbtqia+ e che discrimina studenti e studentesse non italian*. La stessa di cui abbiamo chiesto ripetutamente le dimissioni in quanto incompatibile col ruolo istituzionale che occupa.
Oggi la giunta regionale e il presidente Zaia non si sono smentiti facendoci attaccare dalla polizia per impedirci di esprimerci pubblicamente al microfono durante la conferenza stampa. Questa è una gravissima limitazione della libertà: dopo che per un anno nessuno ci ha mai ascoltat*, dopo averci pres* in giro con un incontro offerto all’ultimo secondo e con una figura chiaramente provocatoria, alla fine si usa persino la polizia per sopprimere le voci di dissenso. Scudi e manganelli contro un impianto che dà voce a tante e tanti che nessuno più ascolta. Dopo un anno di pandemia che ha tolto tanto a tutti e tutte noi sembra che l’unica risposta per chi alza la testa sia la repressione, crediamo che invece serva investire sui servizi, sull’istruzione, sulla sanità e sull’immaginare nuove forme di sostegno che possano aiutare chi è stato più colpito dalla crisi sociale e economica che stiamo vivendo affinché nessun* venga lasciat* indietro.
L’attacco che abbiamo subito oggi è un atto gravissimo che tenta di limitarci la libertà di manifestare il nostro dissenso nei confronti di un governo e una regione che da troppo tempo mette all’ultimo posto i giovani e il diritto allo studio, ma non per questo abbiamo intenzione di fermarci: continueremo a scendere in piazza, prendere parola e posizione in maniera determinata per farci sentire.
Vogliamo dunque rilanciare il prossimo appuntamento pubblico di assemblea per venerdì 7 maggio alle 16:00 al parco San Giuliano a Mestre per costruire insieme i prossimi passi della nostra mobilitazione.