Il 21 maggio si terrà a Roma il Global Health Summit, organizzato dalla Presidenza italiana del G20 in collaborazione con la Commissione Europea. L’argomento del vertice sarà la sanità globale alla luce della pandemia, che vedrà la partecipazione dei governi appartenenti al G20 e le principali organizzazioni internazionali e regionali, oltre ai rappresentanti degli organismi sanitari.
Il Presidente del Consiglio Draghi e la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen – in qualità di organizzatori del vertice – puntano fortemente su questo summit per rilanciare la propria immagine, ma soprattutto per favorire una ridefinizione del sistema sanitario a livello mondiale: l’obiettivo esplicito è, infatti, quello di concludere l’incontro con una “dichiarazione di Roma”, per prevenire le future crisi sanitarie mondiali.
La stessa partecipazione di soggetti come il Fondo Monetario Internazionale o l’Organizzazione Mondiale del Commercio rende evidente la priorita’ degli interessi economici rispetto a quelli della salute pubblica. Ma soprattutto le politiche concrete che stanno realizzando Unione Europea e il governo italiano indicano chiaramente nella ricerca del profitto sulla salute l’unico percorso da seguire.
In questi mesi si sono moltiplicate iniziative e mobilitazioni per conquistare una sanità pubblica, gratuita, universale e umanizzata, sulla spinta di una pandemia che ha acuito problemi purtroppo già largamente presenti nel sistema sanitario del nostro Paese. Smantellamento della sanità territoriale, privatizzazione dei servizi e delle prestazioni a fronte di infinite liste d’attesa, precariato lavorativo ed esternalizzazioni sono solo alcuni degli attacchi che, in maniera bipartisan, i sistemi di governo locali, nazionali ed europei hanno portato alla sanità pubblica italiana. Lavoro, scuola, casa, immigrati/emigrati, ambiente, genere sono solo alcune delle direttrici interessate dalla questione sanitaria: il Global Health Summit costituisce un momento cruciale di ridefinizione su scala transnazionale della mercificazione della salute in tutte le sue forme, approfittando dell’accelerazione dovuta alla crisi pandemica.
Per un nuovo concetto di salute, slegato dal profitto, che permetta a tutti e tutte di poter accedere all’assistenza sanitaria;
per rilanciare le richieste di una sanità territoriale pubblica, gratuita, universale e umanizzata che prenda in carico i bisogni socio-sanitari delle persone e dei territori;
per affermare il #noprofitonpandemic e denunciare il sistema delle multinazionali del farmaco che continua a lucrare sui brevetti vaccinali, sulle cure e sulla gestione della pandemia da Sars-Cov 2;
per un piano di massicce assunzioni a tempo indeterminato, l’internalizzazione dei precari e l’azzeramento degli appalti nella sanità pubblica.
Coordinamento Regionale Sanità
Assemblea per la riapertura di Villa Tiburtina
Movimenti per il Diritto all’Abitare
Collettivo Militant
CSOA “ExSNIA”
Forum Parco delle Energie
Federazione di Roma PRC
Forum per il Diritto alla Salute del Lazio
Fronte della Gioventù Comunista
Potere al Popolo Roma
Rete dei Comunisti
Cambiare Rotta – Noi Restiamo
Opposizione Studentesca d’Alternativa
Coordinamento Assemblee delle donne e libere soggettività dei consultori del Lazio
Grande Cocomero
Comitato Salute e Ambiente territorio ASL RM5
CUB Sanità
Quarticciolo ribelle e fuori luogo
COBAS, Confederazione dei comitati di base
S. I. Cobas Nazionale
USB Federazione di Roma
Sinistra Anticapitalista Roma
ANCHISE Comitato Nazionale Famiglie RSA RSA Sanità
CONUP Coordinamento Nazionale Unitario Pensionati
Medicina Democratica
PCL Roma
CAOS Coordinamento AEC Operatori Sociali Autorganizzati
ALC Assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi Lazio
Giovani Comunisti/e Roma, Castelli Romani e Litoranea
Democrazia Lavoro CGIL
Comitato “Si può Fare” per l’Uso Pubblico Culturale e Sociale del S. Mario della Pietà
Fronte Comunista
Comunità Educante 100celle
Laboratorio Politico Iskra
Partito dei Carc
Centri Sociali delle Marche
Fem.In. Cosentine in Lotta
Calabresi in mobilitazione per la sanità pubblica