Sabato 5 giugno sarà a Trento il ministro per la transizione ecologica – già dirigente di Leonardo Finmeccanica – Roberto Cingolani, invitato alla kermesse del Festival dell’Economia a parlare di “Transizione giusta e territori”.
Da una parte la “transizione giusta”, che per il ministro è quella che passa per i cantieri della TAV in Val di Susa, per le raffinerie di ENI, per i gasdotti nel mare Adriatico e per le costanti sovvenzioni milionarie alle fabbriche di carne e proteine animali. Una “transizione” verso un presunto capitalismo verde che, pur nel nome dello “sviluppo sostenibile”, continua invece a sfruttare corpi, popoli e territori.
Dall’altra i territori, abitati e difesi dai tanti collettivi e comitati ambientali che in tutta Italia si battono quotidianamente contro la devastazione e per la tutela dell’ambiente. E che si mobilitano, a Trento, anche per provare ad immaginare un diverso modello di convivenza con le (altre) specie animali che popolano queste montagne, a partire dagli orsi bruni, rinchiusi e perseguitati dall’attuale amministrazione provinciale. Che ne sia consapevole o meno, la “tutela” degli orsi rientra nelle competenze del ministro, che tuttavia finora nulla ha detto e nulla ha fatto in merito.
Lo stesso concetto di transizione, tra l’altro, si pone come indefinito, incerto e soprattutto tralascia quella scadenza perentoria che la crisi climatica ci indica come punto di non ritorno. La “transizione ecologica” del ministro Cingolani altro non è che un escamotage gattopardesco in cui tutto deve cambiare perché nulla cambi.
Crediamo invece che non possa esserci ecologia dove c’è capitale. Non cerchiamo una transizione che lasci intoccate le strutture di potere economico poiché sappiamo che non risolverebbe nulla. L’attuale crisi climatica ci pone davanti alla necessità di un cambio radicale di paradigma che renda immediatamente chiara la direzione e gli obiettivi di una società liberata e veramente ecologica. E altrettanto chiari sono direzione e obiettivi della lotta che ci impegna per raggiungerla.
Uscire dalle dinamiche dell’estrattivismo fossile, smontare tutte le gabbie, resistere contro l’Alta Velocità sono solo alcuni degli obiettivi di un’ecologia liberata, fuori dalla transizione, anticapitalista e decoloniale. Un paradigma ecologico che il 5 giugno rivendicheremo nelle strade di Trento.
“C’è un’ecologia che è un’arte di abitare e difendere gli ambienti di vita, e un’ecologia che si presenta come un governo della natura e delle società. Non sono compatibili.” (Écologie sans transition, collettivo Désobeissance Écolo Paris).