“Gli sguardi cattivi della gente” è il titolo di un romanzo di Claudio Piersanti uscito una trentina di anni fa. Racconta la storia di un “perdente”, del classico povero “sfigato” vessato da chi lo circonda, umiliato. Mi è tornato in mente leggendo il dramma di Seid Visin, il suo “j’accuse” che ha suscitato emozioni e reazioni. In molti casi ci troviamo di fronte alle solite lacrime di coccodrillo, come il segretario del Pd Letta che si “scusa”, chiede “perdono” e poi rappresenta un partito che sulla questione immigrazione ha espresso personaggi come Minniti; un partito che è stato il primo a istituire i “centri” dove raccogliere chi approda sulle nostre coste, e mi fermo qui perché l’elenco delle nefandezze sarebbe lungo.
Già la “gente”. “Italiani brava gente”, è stato il luogo comune che ha imperversato per decenni, per poi accorgerci che questi “bravi italiani” in milioni acclamavano il Duce in tutte le piazze d’Italia, o assistevano entusiasti a quelle imprese coloniali dove i massacri delle popolazioni locali sono emersi dalle nebbie di una storiografia omertosa e “distratta” solo grazie al prezioso ed encomiabile lavoro di Angelo Del Boca, mentre un campione del giornalismo italico, omaggiato e venerato come Montanelli disquisiva sulle “negrette” sue amanti.
“Italiani brava gente”, gli stessi che oggi dopo aver acclamato Berlusconi, poi Salvini, rivolgono i propri consensi verso la “Giorgia nazionale”, presunta postfascista in tailleur, il cui libro pubblicato recentemente da uno dei marchi editoriali più antichi e autorevoli scala i posti delle classifiche.
Non “facciamo tutti schifo”, come impropriamente ha commentato Claudio Marchisio, peraltro uno dei pochi rappresentanti del mondo sportivo che mostra un minimo di sensibilità sociale.
Schifo lo fa una classe politica che in questi decenni ha perpetrato sistematicamente una legislazione fortemente discriminatoria nei confronti dei migranti, che con le sue scelte ha alimentato intolleranza, razzismo, xenofobia; che con le sue politiche sociali di impoverimento ha favorito una guerra tra ultimi, penultimi e anche terzultimi (il famoso “ceto medio impoverito”) con i risultati che vediamo.
Schifo lo fa l’informazione mainstream, la stessa che oggi si straccia le vesti di fronte alla “tragedia”, e tutti i giorni spara titoloni nei quotidiani e telegiornali “sull’invasione”, “sull’emergenza” e porcherie sensazionalistiche di questo genere.
Schifo lo fanno i “nostri” connazionali ben descritti dalla lettera denuncia di Seid, anestetizzati dall’informazione di regime, espressione di un Paese che un tempo annoverava la classe operaia più combattiva d’Europa, il partito comunista più forte del Vecchio Continente, e che ha subito un mutamento antropologico inquietante, i cui frutti amari stiamo raccogliendo da tempo.
Fortunatamente qualche pezzo di società dove troviamo “brava gente”, esiste perché anche nei periodi più bui della nostra storia, sono state le minoranze “virtuose” a opporsi alla degerazioni di vario genere. A volte minoranze veramente esigue, come quelle attuali.
E anche questa volta in loro è riposta la speranza di fare argine alle deriva in atto.
Te lo dobbiamo Seid.