di Simona Savini (Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua)
“La memoria è un ingranaggio collettivo”. Questa frase mi risuona in testa spesso in questi giorni in cui si avvicinano anniversari tondi di momenti importanti per i movimenti italiani: il G8 di Genova, con l’anticipo di ciò che avvenne a Napoli pochi mesi prima, e la campagna referendaria su acqua e nucleare, di 10 anni più “giovane” rispetto alle giornate genovesi, ma con moltissime parole d’ordine in comune con quell’esperienza.
E la collettività, la comunità, in certi momenti anche la moltitudine mi sembrano la cifra comune di quei momenti, resa forse più evidente da quasi un anno e mezzo di semi-isolamento, di distanza, di timore (non infondato) degli “assembramenti”, quando, guardando indietro, i momenti più vivi delle lotte attraversate mi sembrano fatti proprio di corpi assembrati, di voci all’unisono, di marea scoordinata, che si muove però nella stessa direzione.
Questa mi sembra la descrizione più calzante della campagna referendaria che ha portato migliaia di persone ad attivarsi per costruire una delle più grandi vittorie anticapitaliste degli ultimi decenni: persone di età e origine diversissime tra loro, dal militante convinto a chi non aveva mai fatto politica, insieme per sovvertire il mantra del “privato è bello”, per disegnare un nuovo linguaggio dei beni comuni.
E più ci penso più mi sembra questa la chiave di quella vittoria: un contenuto semplice e radicale, tutt’altro che annacquato, in grado di far camminare fianco a fianco realtà neanche troppo amiche tra loro, e un disordine creativo che ha messo in moto le migliori energie delle nostre città. Con convinzione, determinazione, a volte rabbia, ma quasi sempre divertendosi, con la gioia e la certezza di essere dalla parte giusta della barricata e di sentirsi sempre le spalle coperte da qualcun@ che è lì per il tuo stesso motivo.
Tutto questo non si è esaurito con il 13 giugno 2011: l’abbiamo ritrovato nelle centinaia di iniziative che abbiamo fatto dopo per resistere ai molteplici attacchi che sono piovuti su quella vittoria referendaria, l’abbiamo vissuto nei percorsi che in tante città abbiamo costruito a partire dall’esperienza dell’acqua, impegnandoci sui servizi pubblici, sul diritto alla salute, ad un ambiente sano, sul diritto a migrare e contro ogni razzismo e fascismo. Solo per citare alcuni esempi.
Non è facile recuperare quello spirito dopo un anno e mezzo di pandemia che ci ha lasciato un po’ frastornat@, ma può essere esattamente la boccata di ossigeno di cui abbiamo bisogno: ripartire da una vittoria, che ha fatto talmente paura alle lobby, da venire attaccata neanche due mesi dopo, dallo stesso Draghi che adesso guida il Paese. Se non è un invito a nozze questo, a ripartire da lì per gridare ancora più forte NO alle privatizzazioni! La manifestazione del 12 giugno è un’occasione per rimettere in moto gli ingranaggi collettivi, usiamola con l’energia che è stata alla base di quella vittoria!
Photo Credits: Volantini per la manifestazione del 12 giugn0 2021 – Coordinamento Romano Acqua Pubblica
Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 47 di luglio-agosto 2021: “20 anni di lotta e di speranza“