Ieri a Roma si è svolta una partecipata manifestazione contro la privatizzazione dell’acqua e per i beni comuni. A dieci anni dalla vittoria referendaria, è ancora vivo il fermento di un movimento che ha segnato una delle più grandi vittorie popolari degli ultimi decenni. Alla manifestazione hanno partecipato infatti numerose realtà territoriali che lottano in difesa dei beni comuni e dell’ambiente.
In questi anni abbiamo assistito a continui tentativi, più o meno subdoli, di disattendere la volontà popolare e oggi all’interno del Pnrr è prevista anche la cosiddetta “riforma” del settore idrico, che punta ad un sostanziale obbligo di privatizzazione, in particolare al Sud (il Piano parla testualmente di “affidare il servizio idrico a gestori efficienti nelle aree del paese in cui questo non è ancora avvenuto”).
L’attuale versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza risulta in “perfetta” continuità con l’azione dei governi precedenti, tesa a disconoscere e tentare di cancellare l’esito referendario: un ulteriore incentivo verso la gestione mercantile dei beni comuni, un evidente vulnus democratico per il mancato rispetto della volontà popolare.
Per queste ragioni la manifestazione che ieri si è data appuntamento a Piazza dell’Esquilino ha ribadito con forza la necessità di riaffermare il valore universale dell’acqua come bene comune e la necessità di una sua gestione pubblica e partecipativa come argine alla messa sul mercato dei nostri territori e delle nostre vite, contrastare il rilancio dei processi di privatizzazione attuato mediante il PNRR e le riforme che lo accompagneranno.
Nel decennale del referendum il Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua ha inoltre pubblicato un Webdoc per raccontare questi ultimi dieci anni di battaglie in difesa dell’acqua e dei beni comuni. «Abbiamo scelto lo strumento del Webdoc, o anche documentario multimediale, perché si presta a una partecipazione attiva dell’utente che da fruitore si trasforma in partecipante attivo, che può scegliere il proprio metodo di fruizione e esplorare il documentario nelle sue parti secondo percorsi personalizzati e con i propri tempi».