De-costruire, Re-immaginare, Praticare. Tre movimenti per cambiare il mondo

di Michel Cardito, co-presidente del Movimento per la Decrescita Felice

Dopo giorni intensi di confronti e di scontri, di stimoli da persone meravigliose e non, di visioni di paesaggi stupendi e di devastazioni ambientali… dopo aver pedalato in salita, fatto volare i pensieri in bicicletta, aiutato persone in difficoltà, vissuto spazi di confronto e di crescita…. Torno a casa con la conferma che il mondo può essere cambiato in meglio e che a farlo saranno proprio le generazioni che lo stanno abitando.

Da attivista spesso rifletto su quale possa essere il modo migliore per generare il cambiamento, quali le chiavi, quali i processi, quali i movimenti necessari. Questo viaggio mi ha aiutato a mettere in fila i pensieri:

De-costruire

De-Costruire è il movimento più lento e complesso.

Capitalismo, Dominio, Antropocentirsmo, Consumismo, Individualismo, Imperialismo, Razzismo, Patriarcato, Eteronormatività, Gerontocrazia…

De-Costruire vuol dire individuare e interrogare tutti quei sistemi di pensiero e retaggi culturali che provocano sofferenza e devastazione riconoscendone la loro natura intimamente culturale e, quindi, riconoscendone la loro non-inevitabilità, la loro contingenza, temporanea e sostituibile.
È un movimento complesso, che ci costringe a domandarci quanto della nostra identità sia costruita su tali sistemi di pensiero e quanta fatica ci possa costare liberarcene.
È un movimento lento, un processo di apprendimento, che ha bisogno di perentoreità e allo stesso tempo di indulgenza e pazienza.

È l’arte che deve apprendere chi vuole mettere in discussione questo mondo.

Re-immaginare

Re-immaginare è il movimento più divertente e creativo, che richiede allo stesso tempo competenza, conoscenza e visone sistemica.

Vuol dire godere della possibilità di immaginare e costruire collettivamente un’alternativa a tali sistemi. Vuol dire conoscere a fondo, studiare le alternative esistenti e metterle in rete, sperimentare e immaginare le interazioni locali e su vasta scala.

È l’arte delle generazioni che dialogano tra loro.

Praticare

Praticare è il movimento più importante, è il movimento imprescindibile. Praticare vuol dire porre il dubbio su ogni nostra abitudine personale e collettiva creandone di nuove. Non c’è cambiamento culturale senza cambiamento delle pratiche. Le pratiche risignificano la nostra esperienza del mondo. Praticare vuol dire cambiare il mondo qui e ora. Vuol dire non vedere distinzione tra mezzo e fine. Praticare è l’arte dei cambia-mondo e noi siamo qui per questo!

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