I passaporti vaccinali sono arrivati, grazie a Google e all’UE

PrivacyToGo
off-guardian.org

Il 30 giugno 2021, il blog di Google Developers ha annunciato il lancio dei passaporti vaccinali per Android tramite la sua API Passes.

Meno di 24 ore dopo, l’Unione Europea, da tempo impantanata in un mare di standard nazionali per i pass vaccinali digitali, ha lanciato il suo passaporto vaccinale valido a livello europeo.

Due schemi di passaporto vaccinale completamente diversi, annunciati nello stesso giorno e validi in tutto il mondo occidentale? Quali sono le probabilità?

Estremamente basse, ovviamente. Questo livello di coordinazione nasconde un altro blitz nel lancio in corso di una griglia di controllo globale e tecnofeudale. L’UE è probabilmente all’avanguardia in questo sviluppo, il suo certificato digitale standardizzato altro non è se non un aggregatore di una draconiana tecnologia che ora opera a livello di Stato-nazione.

Questo standard unificato è già stato adottato da quasi il 100% degli Stati membri dell’UE. La retorica doppiogiochista sul ripristino della “libertà di movimento” nell’area Schengen abbonda, anche se vengono erette ulteriori barriere agli spostamenti.

In questo senso, Google e gli Stati Uniti sono ancora indietro. Anche se i passaporti vaccinali, di fatto, sono stati implementati, con parsimonia, in località come New York, California e Hawaii, un numero sempre crescente di Stati non vuole nemmeno sentirne parlare.

Eppure, qui sta l’insidia del modello di partnership pubblico-privato: i tecnocrati possono usare i governi quando gli conviene, le corporazioni quando non gli conviene, e una fusione sempre più bizzarra dei due quando è necessario. Anche la propaganda che circonda i passaporti vaccinali segue questo doppio schema, con l’UE che usa i bollettini ufficiali del governo mentre Google diffonde le notizie attraverso i blog tecnologici alla moda.

E, anche se molti Stati degli Stati Uniti hanno approvato leggi o atti amministrativi per frenare l’attuazione dei passaporti vaccinali, a Google non potrebbe importare di meno.

Google Passes: passaporti vaccinali per tutti e al diavolo la regolamentazione

Come nel caso delle app per il tracciamento dei contatti, la resistenza politica, da sola, si sta dimostrando inefficace contro gli strumenti tecnologici del Grande Reset.

Anche i più strenui oppositori a livello statale di questa agenda non avevano fatto nulla per fermare l’iperattiva griglia di sorveglianza Bluetooth in esecuzione sui dispositivi Android e iOS; al contrario, molti avevano usato i soldi dei contribuenti per finanziare queste operazioni di raccolta dati.

Una simile azione politica contro il passaporto vaccinale digitale non impedirà a Google di lanciarlo tramite l’API Passes.

Infatti, la scelta di Google dell’API Passes per implementare le registrazioni dei vaccini è eloquente di per sé, date le informazioni che già memorizza: carte d’imbarco delle compagnie aeree, documenti di viaggio, biglietti per eventi.

Anche se la legislazione vigente in Stati come la Florida può permettervi di assistere ad una partita dei Miami Dolphins lasciando intatta la vostra privacy biologica, lo stesso non si può dire per i viaggi. La battaglia sulla federalizzazione dei viaggi aerei era stata persa il 19 novembre 2001, con la creazione della Transportation Security Administration, la cui influenza, da allora, si sta ancora espandendo; l’ultimo affronto alla privacy è il REAL ID Act, che impone la tecnologia RFID, altamente insicura, per i viaggi aerei interstatali.

Ancora più pericolose sono le aziende biometriche con contratti governativi, come CLEAR, le cui apparecchiature sono già ampiamente utilizzate nei terminali TSA PreCheck e nei centri eventi.

Google Passes e gli altri certificati vaccinali digitalizzati sono semplicemente un prodotto concorrente. Un prodotto [che si affida ad una tecnologia] che è già nelle tasche dell’85% degli Americani, con livelli di adozione simili in Europa.

Prodotti commercializzati per “convenienza,” come la biometria TSA PreCheck, diventeranno, col tempo, obbligatori; il REAL ID Act stesso è un perfetto esempio di questa doppiezza. Approvato nel 2005, la sua piena attuazione è stata rimandata più volte a causa delle resistenze dei singoli Stati, il rinvio più recente è fino al 2023.

Ma questi ritardi sono irrilevanti, quello che conta è l’esistenza di un progetto generale, visto che, nonostante non sia applicato, negli Stati Uniti le tecnologie RFID che violano la privacy sono ora la norma per le patenti di guida. I certificati vaccinali, come Google Passes, non saranno diversi. Una volta pronti, saranno utilizzati, se non immediatamente, sicuramente in futuro.

Non solo API Passes può integrarsi con aziende farmaceutiche di terze parti per tracciare la storia delle varie vaccinazioni, ma è anche in grado di memorizzare i risultati di test PCR dubbi. Questo livello di convergenza biodigitale stabilisce un precedente inquietante, poiché l’aspettativa della Silicon Valley è che vi teniate in tasca, in ogni momento, il vostro curriculum sanitario, integrato nei loro server e pronto ad essere esibito a qualsiasi autorità voglia richiederlo.

Oltretutto, Passes non è un prodotto isolato, è una suite di sviluppo all’interno del più ampio Google Pay SDK.

Ci sono ragioni tecniche per cui Google può aver scelto di utilizzare Pay SDK invece di un’app incentrata sulla salute, come Google Fit, la generazione di codici QR, i pass ad uso limitato e i portachiavi criptati sono già presenti in Passes. Tuttavia, nonostante lo scarso utilizzo attuale di Google Pay da parte dei consumatori, l’intento a lungo termine è chiaro: i servizi finanziari e le cartelle cliniche avranno un accesso interconnesso

Per concludere

L’era post-2020 ha spinto l’umanità verso la concretizzazione del sogno di lunga data dei nostri aspiranti controllori.

Che si tratti dell’”età delle transizioni” di Newt Gingrich o del “tra le due epoche” del defunto Zbignew Brzezinski, il tipo di convergenza biodigitale rappresentato dai passaporti medici digitalizzati è da decenni all’ordine del giorno nell’agenda tecnocratica.

Mentre la Silicon Valley tenta di colmare “l’ultimo miglio” della sorveglianza biometrica obbligatoria, a livello individuale il metodo per resistere a questi obiettivi rimane sempre lo stesso: abbandonate vostro smartphone, o almeno utilizzate un’alternativa rispettosa della privacy che sia incompatibile con i servizi di Google o di iOS.

Affamate il business delle industrie dei viaggi e dell’intrattenimento che ci vedrebbero diventare servi della gleba in cambio di pane e giochi circensi.

Se siete nell’UE, usate registri cartacei invece degli equivalenti digitali o, meglio ancora, rifiutate del tutto di conformarvi.

Sensibilizzate i politici ben intenzionati alla minaccia rappresentata dal settore pseudo-privato e fate loro capire che i pericoli della sorveglianza statale vengono esacerbati dai termini e dalle condizioni imposti dalle aziende produttrci di smartphone.

La tecnocrazia neofeudale sta disperatamente cercando di ottenere il consenso dell’umanità per questa draconiana forma di controllo prima della prossima fase del cosiddetto Grande Reset.

Non lasciate che lo facciano.

PrivacyToGo

Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2021/07/14/global-vaccine-passports-have-arrived-courtesy-of-google-eu/
14.07.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Condividi questo contenuto...

Lascia un commento