Da un po’ mi vengono in mente alla rinfusa volti e nomi. Devo fare uno sforzo per metterli in ordine. Finalmente capisco che senza rendermene conto cerco un raggio di luce cui aggrapparmi.
Che Paese meraviglioso è l’Italia in cui sono nati e vissuti Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Raffaele Ciriello, Maria Grazia Cutuli, Dario D’Angelo, Amerigo Grilz, Miran Hrovatin, Marco Lucchetta, Alessandro Ora, Marcello Palmisano e Guido Puletti, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Carlo Casalegno, Peppino Impastato, Mario Francese, Mino Pecorelli, Walter Tobagi, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano.
Carissimi Martiri Laici, in questo giorno così triste della Repubblica, in cui un governo senza investitura popolare limita pesantemente le libertà fondamentali, il mio pensiero va a Voi, a ognuno di Voi.
Grato per quanto avete fatto in vita e per la testimonianza che ci avete lasciato morendo.
In questo enorme monumento giornalistico al pensiero unico, con cui ci stiamo confrontando ormai da mesi, avreste fatto la differenza.
Mi mancano le vostre penne, i vostri taccuini, le macchine da scrivere ed i portatili, i microfoni e le telecamere. I vostri filmati, le vostre parole, l’ironia garbata e l’attenzione per la fonte.
L’amore per la Verità non ha tempo né confine, non ha limiti.
Immagino a come, chi sorridendo, chi ammiccando, chi preoccupato e chi disincantato, stiate assistendo a questo triste spettacolo in cui tutto sembra essere saltato, in cui la Costituzione, l’equilibrio fra Poteri, il senso di Nazione, la forza di superare momenti drammatici, sembrano solo un lontano ricordo.
La Magistratura è scomparsa.
La Scienza, quella vera, sembra inghiottita in un turbine di post.
La politica è inebetita ed appiattita e il potere è in mano a persone che non hanno l’investitura popolare ma quella ben più autorevole dei sondaggi e dei like.
Ci vorrebbero le vostre inchieste, la vostra visione, quella di chi ama il proprio lavoro senza riserve e ha ben chiaro quali sono i confini dell’esercizio del potere e si indigna quando qualcuno li travalica.
Il Marchese del Grillo direbbe che è morta la Libertà e pagherebbe i parroci nascosti nelle canoniche (che accetterebbero perché le chiese ormai sono vuote e le elemosine non ci sono) per far suonare a morto le campane di tutt’Italia.
E’ un momento triste, di una tristezza inenarrabile, c’è vento di tempesta, come quando in una famiglia tutto poggia sui ricatti morali: prima o poi tutto implode… ed è quello che temo di più in assoluto.
Penne come le vostre avrebbero raccontato di ingiustizie e prepotenze, di miseria e odio, facendoci certamente vedere che un altro percorso era ed è possibile, dandoci un raggio di luce cui aggrapparci per uscire dal tunnel.
Non saremmo mai arrivati a questo punto, non lo avreste permesso.
Di verde ci sono rimasti i banchi di scuola, quelli vecchiotti che si usavano una volta e che quando sono stati buttati per far posto ai banchi a rotelle, se li sono presi nelle scuole parentali, dove i ragazzi respirano senza mascherina.
Di verde c’è ancora l’erba dei prati: non serve arrivare a primavera, basta una bella pioggia che, con la tropicalizzazione del clima, certamente arriverà e l’aria si riempie di quel profumo d’erba bagnata che da solo vale mille sospiri.
Di verde, con quella tonalità austera, sincera e paesana sono rimaste un po’ di bottiglie di buon vino nelle cantine dei borghi abbandonati per andare in città.
In fondo, se ci pensate, tutto quanto sta accadendo potrebbe servirci a riscoprire cose che sembravano sparite, ma invece erano lì, pazienti e discrete, come la buccia della pera che Mastro Geppetto metteva da parte, sicuro che Pinocchio prima o poi l’avrebbe mangiata, scoprendola dolce e gustosa.
Carissimi Martiri Laici, vi voglio dedicare una canzone, sento di doverlo fare perché vivere nel presente è veramente difficile, ma sapervi accanto aiuta, veramente tanto.
Ovunque proteggi (Vinicio Caposela)
Non dormo, ho gli occhi aperti per te
Guardo fuori e guardo intorno
Com’è gonfia la strada
Di polvere e vento nel viale del ritorno
Quando arrivi, quando verrai per me
Guarda l’angolo del cielo
Dov’è scritto il tuo nome
È scritto nel ferro
Nel cerchio di un anello
E ancora mi innamora
E mi fa sospirare così
Adesso e per quando tornerà l’incanto
E se mi trovi stanco
E se mi trovi spento
Se il meglio è già venuto
E non ho saputo
Tenerlo dentro me
I vecchi già lo sanno il perché
E anche gli alberghi tristi
Che il troppo è per poco e non basta ancora
Ed è una volta sola
E ancora proteggi la grazia del mio cuore
Adesso e per quando tornerà l’incanto
L’incanto di te
Di te vicino a me
Ho sassi nelle scarpe
E polvere sul cuore
Freddo nel sole
E non bastan le parole
Mi spiace se ho peccato
Mi spiace se ho sbagliato
Se non ci sono stato
Se non sono tornato
Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore
Adesso e per quando tornerà il tempo
Il tempo per partire
Il tempo di restare
Il tempo di lasciare
Il tempo di abbracciare
In ricchezza e in fortuna
In pena e in povertà
Nella gioia e nel clamore
Nel lutto e nel dolore
Nel freddo e nel sole
Nel sonno e nell’amore
Ovunque proteggi la grazia del mio cuore
Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore
Ovunque proteggi, proteggimi nel male
Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore