Con il varo del Pnrr e lo sblocco dei licenziamenti, il governo Draghi ha svelato in modo chiaro la propria idea di “ripartenza”: 900 mila licenziamenti in pochi mesi fanno il paio con finanziamenti destinati esclusivamente all’impresa privata, che hanno escluso a priori politiche di ricostruzione della sanità pubblica, del welfare e della domanda. Per questa e altre ragioni lunedì 11 ottobre sciopero generale di 24 ore del sindacalismo di base, che riguarderà tutti i settori privati e pubblici. Questi gli appuntamenti in Veneto: Padova ore 9 Piazzale della Stazione; Mestre ore 9 Piazzale Cialdini; Verona ore 11 sede AGSM, Lungadige Galtarossa.
Contro licenziamenti e macelleria sociale
Oltre 900 mila lavoratori e lavoratrici licenziati nel corso di questi ultimi mesi.
Lo sblocco dei licenziamenti sottoscritto con la complicità di Cgil-Cisl-Uil è legato a doppio filo ai piani di ristrutturazione capitalistica messi in campo dai padroni attraverso le direttive del governo Draghi e dell’Unione Europea.
Il perdurare della crisi pandemica, col drammatico impatto sociale che questa ha già prodotto sia sul versante sanitario sia sulle condizioni di vita, di lavoro e salariali, non ha impedito al padronato di intensificare lo sfruttamento sia nel settore privato che nel pubblico impiego: aumentano i ritmi e il controllo, proliferano le forme di precarietà più selvagge, e con l’alibi di una crisi che spesso è solo apparente, le imprese agitano lo spettro dei licenziamenti di massa per delocalizzare e/o favorire il ricambio di manodopera garantita con masse di giovani ultra-ricattati e sottopagati
La crisi pandemica, frutto della crisi climatica e della devastazione ambientale prodotte da questo modo di produzione, ha messo drammaticamente a nudo lo sfascio del sistema sanitario prodotto da una politica ultradecennale di tagli e privatizzazioni, così come la distruzione dei servizi sociali (istruzione, trasporti, asili nido, ecc).
Il governo Draghi, lungi dall’invertire questa tendenza, continua ad alimentarla, come dimostra la liberalizzazione dei subappalti e l’utilizzo dei fondi dello PNRR, gran parte dei quali sono destinati ai padroni e agli speculatori, cioè i primi responsabili della crisi economica e del disastro sanitario e sociale cui abbiamo assistito in quest’anno e mezzo di pandemia.
L’intollerabile escalation repressiva in corso contro gli scioperi e contro le lotte sociali, (con cariche della polizia, denunce sistematiche, fogli di via, ecc.) legittima nei fatti le violenze e le aggressioni contro lavoratori e attivisti sindacali da parte di squadracce padronali a cui abbiamo assistito in questi mesi e che hanno portato all’omicidio del sindacalista Adil Belakhdim.
Di fronte a questo scenario vi è la necessità e l’urgenza di una risposta decisa, compatta e coordinata su scala nazionale.
Per questi motivi abbiamo proclamato questo sciopero generale unitario
Da oggi all’11 ottobre lavoreremo a costruire un vero e proprio stato di agitazione permanente, con assemblee e iniziative di lotta sui luoghi di lavoro e sui territori, con l’obiettivo di generalizzare la mobilitazione a tutti quei movimenti e quei settori sociali che intendono contrapporsi ai piani di supersfruttamento, precarietà, disoccupazione, devastazione sociale e ambientale imposti dai padroni su scala nazionale e internazionale: per questo dichiariamo fin da ora il nostro impegno alla costruzione delle mobilitazioni di fine ottobre contro il G-20 di Roma.
Lo Sciopero Generale è convocato per le seguenti ragioni e i seguenti obbiettivi:
– Contro lo sblocco dei licenziamenti: per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario al fine di contrastare l’attacco all’occupazione e ai salari;
– Per il rilancio dei salari, con forti aumenti economici e con l’istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione;
– Garanzia di reddito ai disoccupati e accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario;
– Contrasto alla precarietà e allo sfruttamento: abrogazione del Jobs Act, superamento degli appalti e del dumping contrattuale e forte contrasto all’utilizzo indiscriminato dei contratti precari;
– Rilancio degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione, la mercificazione e lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, dei settori fondamentali, di pubblica utilità e delle infrastrutture; ; contro i progetti di autonomia differenziata e le attuali forme di regionalizzazione: per l’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale;
– Per una vera democrazia sindacale: contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative, per dare ai lavoratori il potere di decidere chi deve rappresentarli; per il diritto di sciopero e l’abrogazione di ogni normativa repressiva che ne mini e riduca l’efficacia, a partire dal decreto-Salvini.
– Per il rafforzamento della sicurezza dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS
– Per la tutela dei lavoratori immigrati: permesso di soggiorno a tutti gli immigrati;
– Contro lo sblocco degli sfratti, per un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico in disuso;
– Contro ogni discriminazione di genere: per una vera parità salariale, occupazionale e dei diritti delle donne, nei luoghi di lavoro e nella società;
– Per la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative;
– Contro il G-20 di Roma e le ipocrite passerelle dei padroni del mondo: per l’unità e la solidarietà internazionale tra le lotte dei lavoratori e degli sfruttati.
ADL COBAS – CIB UNICOBAS – CLAP- CONFEDERAZIONE COBAS – COBAS SANITA’, UNIVERSITA’ E RICERCA- COBAS SCUOLA SARDEGNA – CUB – FUORI MERCATO – ORSA – SGB – SI COBAS – SIAL COBAS – SLAI COBAS S.C. – USB – USI CIT
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