Sabato 30 e domenica 31 ottobre ci sarà a Roma il vertice conclusivo del G20, che chiude un calendario di eventi nei quali la governance globale ha iniziato a ridefinire il suo assetto dopo la “rottura” pandemica. Un ciclo di eventi contrassegnato anche da contestazioni (vedi il vertice su economia e finanza a Venezia e quello sull’ambiente a Napoli), all’interno del quale stanno emergendo con sempre più chiarezza le linee guida della nuova accumulazione capitalista negli anni a venire: crescita “verde”, transizione energetica, innovazione digitale.
Ed è proprio su questi punti che ruotano le mobilitazioni che sono state lanciate nei giorni del vertice, seguendo anche l’onda lunga delle giornate della Pre-Cop di Milano. Giustizia climatica e giustizia sociale non sono solamente slogan da accorpare, ma piani politici da intersecare per avere un’azione di contrasto alla ristrutturazione capitalista in atto che sia quantomeno all’altezza. Un percorso lungo e faticoso, del quale al momento si intravedono solo alcuni spiragli.
A Roma sono diversi gli appuntamenti in programma, a partire da oggi. Al centro sociale Acrobax parte infatti il Climate Camp, organizzato da varie realtà ecologiste e che vuole essere «un spazio per il confronto tra movimenti e individui, per incrociare esperienze e proposte, per vivere momenti di azione, mobilitazione e convivialità che siano carburante per le sfide che ci attendono».
Sabato 30 ottobre è invece prevista la manifestazione nazionale, il cui luogo di concentramento è alle 15 a Piazzale Ostiense, davanti alla metro B Piramide. Il corteo passerà dalle seguenti tappe: Piazza testaccio, Lungotevere, Bocca della verità.
Si legge nell’appello: «come accade ad ogni edizione, i rappresentati di soli 20 Paesi continueranno a decidere le sorti del mondo intero, guidati dai consigli delle grandi multinazionali e silenziando le richieste della società civile, sistematicamente esclusa dalle discussioni. Faremo sentire le nostre voci in piazza, perché l’alternativa che vogliamo è la convergenza delle lotte per la giustizia climatica, sociale e di genere per la dignità delle persone e del lavoro, per liberare il mondo da armi, muri, razzismi e fascismi, per la rivoluzione della cura. L’alternativa è possibile, necessaria, e parte da tuttə noi.