Convergenza delle lotte e sciopero generalizzato: l’agenda politica della piazza No G20

È un urlo di speranza e ribellione quello che si alza dalla piazza romana di oggi, in concomitanza con la conclusione del G20 “italiano”, che nella Nuvola di Fuxas va pronunciando gli ultimi “bla, bla, bla” di un’edizione che avrebbe voluto sancire i dettami della “ripartenza”, ma che non è riuscita a trovare gli accordi sui temi più “caldi”: clima, transizione energetica, fiscalità e questione nucleare.

E mentre i 20 “potenti della Terra” arrancano tra tatticismi e finte promesse (alla faccia dei tre “pilastri tematici”: persone, pianeta, prosperità), le migliaia di persone giunte a Piramide nel primo pomeriggio di un tiepido sabato romano hanno le idee chiare: convergenza delle lotte, intreccio dei percorsi reali e superamento delle identità gruppettare. Certo, non è la prima volta e non sarà l’ultima che si sentono queste evocazioni nei cortei nazionali. Ma l’urgenza di un cambiamento di rotta  e la consapevolezza sempre più diffusa che questo non passi dalle sedi istituzionali, rende necessario sostituire le parole ai fatti.

La testa del corteo è composta dallo “spezzone climatico”, centinaia di giovani che in questi giorni hanno animato il Climate Camp ad Acrobax e che stamattina hanno attirato l’attenzione con il blocco del traffico della Cristoforo Colombo, proprio nei pressi del Ministero della Transizione Ecologica. A seguire, la composizione studentesca che ormai da diversi mesi è in grande ripresa sulla piazza romana e che ieri è stata protagonista di un partecipatissimo corteo. Più indietro lo “spezzone di classe”, aperto dall’imponente testuggine degli operai di GKN –  riusciti nell’impresa di portare a Roma ben 12 autobus! – e composto dalla variegata galassia del sindacalismo di base e da altre realtà operai in lotta, tra le quali i lavoratori e le lavoratrici di Alitalia e Whirlpool.

No G20

No G20

Ed è proprio dagli operai di GKN che viene la richiesta di sciopero generale e generalizzato, «una cosa che dovremmo conquistarci con le lotte e con la fatica, perché non ce lo regalerà nessuno» come dice Dario Salvetti, portavoce del Collettivo di Fabbrica. Una richiesta a cui altre e altri si accodano, proprio per non disperdere l’energia e la vitalità che questo inizio di autunno ci sta regalando.

L’assemblea di domani sarà un primo momento di verifica per captare quanto di buono emerso dalla piazza di oggi e iniziare a lavorare su un’agenda comune.

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