Venezia – I tornelli non sono la soluzione all’overtourism

“Vivere e far vivere la città in modo migliore”. Ecco le parole con cui l’assessore al Bilancio Michele Zuin ha elogiato quello che definisce il nuovo sistema integrato di accesso a Venezia in vigore dal 1 giugno 2022, ma che nella realtà è semplicemente l’applicazione del sistema di gestione di un parco divertimenti alla nostra città. Ci sorge quindi spontanea una prima domanda da porre al sindaco Brugnaro, all’assessore Zuin e a chi ha votato a favore del nuovo regolamento: a chi si vuole far vivere meglio la città? La risposta ci pare la solita: ai turisti. Davanti a problemi come quello del trasporto pubblico, dell’impossibilità di trovare case a prezzi abbordabili e un lavoro al di fuori dell’ambito del turismo o, perlomeno, con tutele e diritti minimi, ci chiediamo con quale coraggio si possa elogiare una soluzione tanto banale e distruttiva come quella approvata ieri. Sono ben altre, infatti, le misure di cui necessitiamo in quanto cittadine e cittadini di Venezia, e i problemi appena elencati sono solo alcuni di quelli che viviamo quotidianamente.

L’utilizzo di soluzioni banali e fumose a problemi complessi non è di certo una novità in una città che secondo la logica applicata da Ca’ Farsetti non va più considerata come tale, bensì come un’esperienza a pagamento. E allora via alle prenotazioni, al conteggio delle entrate e al pagamento del biglietto! Aspettiamo anche gli sconti per il black Friday, il 2×1 nel periodo di saldi e le riduzioni per i gruppi numerosi. Va notato, poi, che il regolamento appena approvato non fa alcuna menzione del numero massimo di turisti che saranno ammessi quotidianamente. Come verrà calcolato tale numero? In base a quali parametri si applicheranno colori diversi a giorni differenti? In che modo verrà effettuato il non facile conteggio dei turisti giornalieri e di quelli che invece risiederanno per più giorni? E se il numero di residenti nel centro storico diminuisce, aumenta il numero di turisti ammesso? Chiaramente non vi sono risposte a queste domande, per il semplice fatto che questo tanto decantato sistema integrato non è altro che un becero modo di far finta di risolvere un problema estremamente complesso e non risolvibile con misure di controllo, ma con misure di ripopolamento e ridefinizione in senso cittadino di Venezia.

È così che la misura approvata appare l’ennesimo spreco di denaro utile solo a far cassa e ad accelerare il processo di mercificazione di Venezia. Abbiamo già visto il fallimento dei tornelli, con residenti costretti ad allungare il proprio tragitto a causa di calli troppo piene di turisti e chiuse da ligi funzionari della polizia locale. In questo regolamento non leggiamo alcuna volontà di risolvere il problema della vivibilità e residenzialità, né tantomeno quello dei flussi turistici. Leggiamo, invece, l’applicazione di una visione della nostra città come territorio da sfruttare a da cui estrarre profitto. Vediamo l’ennesimo tassello del progetto di un sindaco che non vede una città ma un parco giochi. Perché controllare i flussi, se poi tutti i progetti intorno a Venezia hanno l’obiettivo di semplificare e velocizzare l’arrivo dei turisti? E’ infatti proprio di questa visione che ci parlano lo scavo del Montiron, la costruzione del terminal a San Giuliano e ai Pili e la volontà di mantenere la grandi navi in laguna. Ci è sempre parso chiaro, ed ora ancora di più, che gli sforzi della maggioranza non vanno di certo nella direzione di un miglioramento delle condizioni di vita di cittadine e cittadini, nè della tutela della laguna.

I tornelli sono già stati buttati giù una volta: se sarà necessario ce ne sarà una seconda. La città chiede soluzioni reali, e noi non ci fermeremo finché Venezia non sarà libera dalla morsa del profitto, dello sfruttamento e dell’overtourism.

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