La mumma
Aiuto, mi hanno imbarzamato vivo!
Hanno strappato le mie varie interiora mettendo strani unguenti.
Ma io sono vivo.
Hanno cavato il mio cervello dar narice tramite uncinetto,
in grigi e bianchi grammoli di memoria e di sangue,
mettendo strani unguenti.
Ma io sono vivo.
Hanno cosparzo il mio corpo de zorfo
e disseccato la mia pella cor muriatico,
hanno disciolto i genitali cor muriatico,
hanno sbiancato le pupilla cor muriatico,
mettendo strani unguenti tra cui er muriatico.
Ma io sono vivo.
Oggi sò una mumma residente il museo, i bambini se impressiona: ma che è? una mumma? io sempre zitto dentro alla scatola, ma sono vivo!
Lo stesso nun se pò di der custode Arvaro!
da “Il Libro de Kipli” di Corrado Guzzanti (1992, Edizioni Baldini Castoldi)
Oltre Arvaro.
C’era una volta un Re, non era una grande persona, anzi potremmo dire che era veramente spregevole, amava maltrattare il suo popolo con infinite vessazioni, spostando ogni volta il limite della sopportazione e riducendone le libertà.
Il Re era consigliato dal suo Ciambellano, un burocrate navigato con un’insaziabile fame di potere.
Insieme i due davano la sensazione di assecondare la camera dei Lord, ormai piena di evanescenti e ben pasciute ombre che si limitavano a discutere di banali amenità. In realtà Re e Ciambellano muovevano a loro piacimento la macchina amministrativa.
D’altronde si sa che i politici vanno e vengono, i burocrati rimangono, nei decenni.
Re e Ciambellano erano una coppia affiatata e nel tempo avevano messo a punto delle tecniche raffinatissime di imposizione del loro volere, assecondati dai riverenti mezzi di comunicazione che venivano abbondantemente foraggiati (esattamente come le vacche di una stalla o i maiali d’allevamento), pur di garantire la massima conflittualità fra i sudditi laddove necessario, creando di volta in volta dei nemici pubblici su cui catalizzare odio e discriminazioni. Questa comunicazione da un tanto al kilo tutto ricordava le tecniche di Goebbels (tutto il mondo è paese), ma col senno di poi il mondo capì che i due erano andati molto oltre in fatto di ingegneria sociale.
La macchina funzionava perfettamente, senza sussulti né intoppi e all’avvicinarsi della primavera i due poveri di spirito brindavano perché la loro collaudata tecnica stava funzionando per l’ennesima volta.
Avevano tolto un po’ alla volta tante piccole libertà ai sudditi, alternando i provvedimenti in un sapiente carosello di limitazioni ora lievi ora dirompenti.
I sudditi ogni volta pensavano “tra un mese le cose miglioreranno e torneremo alla normalità” e non si rendevano conto che uno degli obiettivi del carosello era proprio quello di cancellare la normalità.
Il Ciambellano odiava i cani e iniziò a imporre vincoli sull’obbligo di museruole, poi di sterilizzazione, poi di vaccinazione antirabbica, poi impose orari in cui era vietato far uscire i cani e, alla fine, per mesi impose l’obbligo del guinzaglio blu per le cagnoline e rosa per i cagnolini (tanto per disorientarli).
D’accordo col Re, dopo sei mesi dall’ultimo obbligo tolse il vincolo del colore del guinzaglio. Da quel momento i sudditi erano di nuovo liberi di scegliere il colore che preferivano.
Ci fu l’apoteosi: tutti erano strafelici e sui social fu un tripudio di messaggi e congratulazioni, anche se nel frattempo i proprietari di cani sopravvissuti alle misure via via imposte, erano veramente pochi e i cani stessi, per via della campagna di sterilizzazione e vaccinazioni, stavano del tutto scomparendo.
La storia prosegue e i nostri due poveri in spirito iniziano a limitare la libertà dei gatti perché il Re, che odiava i gatti più di quanto il Ciambellano odiava i cani, visti gli ottimi risultati raggiunti con i cani, avviò lo stesso percorso e in un paio d’anni venne acclamato come un grande sovrano quando dichiarò che i gatti sopravvissuti potevano avere di nuovo il campanellino.
Il popolo entusiasta fece sentire il ruggito del coniglio quando la sera, a social unificati, Re e Ciambellano raccontavano di un nuovo mondo che esaltava la libertà individuale e la serena convivenza fra possessori di cani e di gatti.
Ma, come in ogni favola che si rispetti, arrivò la strega malvagia che fece un incantesimo e relegò la felicità in una torre e la libertà negli scantinati del palazzo reale, imponendo la venerazione di uno strano testo, pieno di articoli e norme in cui uno per uno venivano scardinati e cancellati tutti gli obblighi e le limitazioni che impedivano la libera espressione di cani e gatti. Fu allora che, finalmente il popolo trovò la forza e il coraggio di ribellarsi: era inconcepibile vivere senza obblighi sanitari, museruola, orari prefissati e percorsi prestabiliti, veramente inconcepibile.
Fu così che la strega malefica che si faceva chiamare addirittura Libertà (non ci sono limiti alla presunzione e all’indegnità), venne cacciata via dal regno e il Re e il Ciambellano poterono finalmente godere di un mondo senza cani né gatti, solo criceti, ragni e visigoti.
Il comunicato di oggi è: sono esauriti i posti per Norimberga, ora è bene organizzare tour in Spagna, Svezia e Sud Africa.
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