I giornalisti marocchini Souleiman Raissouni e Omar Radi sono stati condannati a cinque e sei anni di carcere rispettivamente dalla Corte d’Appello di Casablanca, che ha così confermato le sentenze di primo grado emesse nel 2021. Entrambi i giornalisti sono processati per stupro, ma le accuse sembrano essere montate e non sono state presentate prove reali, come denunciato anche da gruppi femministi locali. Omar Radi, inoltre, è accusato di spionaggio per conto dello stato olandese, cosa negata sia da lui che dal governo dei Paesi Bassi. A queste pesanti condanne, si aggiunge quella di un anno di carcere ai danni di Imad Stitou. Quest’ultimo era un testimone nel processo contro Radi, ma – incredibilmente – è stato messo sotto accusa per “omissione di denuncia” per aver difeso l’innocenza di Radi. Si è così rifugiato in Tunisia.
Queste condanne sono un nuovo episodio di contenimento del dissenso in Marocco, che è andato indurendosi all’indomani del ciclo di mobilitazioni per la giustizia sociale conosciuto come Hirak del Rif. Infatti, i condannati sono accomunati dalle loro posizioni critiche nei confronti del regime. In particolare, Omar Radi è uno dei volti del Movimento 20 Febbraio e della sinistra radicale marocchina. Era già stato detenuto per brevi periodi nel 2017 e nel 2019 a causa del suo appoggio all’Hirak del Rif. Arrestato nuovamente il 29 luglio 2020, è ormai in carcere da oltre un anno e mezzo.
Anche Souleiman Raissouni è noto per le sue posizioni critiche nei confronti del regime. È diventato direttore del quotidiano Akhbar Al Youm dopo che il suo predecessore – Taoufik Bouachrine – è stato condannato a quindici anni per “stupro e tratta di esseri umani”. Souleiman Raissouni è lo zio di Hajar Raissouni, giornalista di Akhbar Al Youm arrestata il 31 agosto 2019 con l’accusa di “aborto illegale”. Souleiman stesso è stato arrestato il 22 maggio 2020 con l’accusa di “stupro con sequestro”. All’epoca dell’arresto di Radi, Amnesty International aveva dichiarato che “Le accuse di violenza sessuale devono essere prese sul serio” ma “le autorità marocchine hanno molti antecedenti di utilizzo di accuse di crimini sessuali come strategia per perseguitare i giornalisti e i militanti per i diritti umani”. Akhbar Al Youm ha cessato le pubblicazioni dopo l’arresto di Raissouni.
Il comitato di sostegno agli accusati ha sottolineato come durante il processo non sia stata presentata nessuna prova reale contro di loro. Da tempo Amnesty International si occupa del caso, aveva infatti denunciato nel 2020 che Omar Radi era spiato dallo stato marocchino tramite il software di produzione israeliana Pegasus. Anche Reporter senza frontiere si è espressa contro le condanne, dichiarando che “I processi dei tre giornalisti Raissouni, Radi e Stitou sono stati caratterizzati da numerose irregolarità e la loro detenzione è arbitraria”. Nel frattempo, si sono tenuti in Marocco e in Francia presidi per la liberazione dei tre giornalisti.