Come studentesse di Ca’ Foscari, con l’escalation continua di questa terribile guerra a cui siamo costrette ad assistere giorno dopo giorno e dopo aver attraversato con un corteo da 5mila persone la città per arrivare in Piazza San Marco per dire No alla guerra, siamo sinceramente preoccupate riguardo la posizione che la nostra Università sta prendendo. Ci sentiamo di fare una doverosa premessa: non abbiamo alcuna intenzione di affossare o denigrare il mondo della cultura russa, la nostra non è in alcun modo una presa di posizione contro chi studia o lavora nel campo della cultura o lingua russa. Tuttavia, sappiamo che a Ca’ Foscari esiste un Centro Studi di Arte Russa (CSAR) che, al suo interno, stringe rapporti con persone direttamente collegate al Presidente Vladimir Putin. Ciò appare problematico non solo a noi ma anche ai rappresentati degli studenti.
Già nel 2014 era nata una grande polemica rispetto all’assegnazione dell’Honorary Fellowship a Vladimir Medinsky, figura estremamente vicina a Putin e con posizioni apertamente nazionaliste, revisioniste e suprematiste. Inoltre, c’è da chiedersi come possa essere una figura di riferimento all’interno della comunità accademica viste anche le accuse di plagio che gli sono state mosse rispetto la sua tesi di dottorato. Non solo: la prof.ssa Burini, all’epoca Prorettrice di Ca’ Foscari, fu costretta a dimettersi a causa di questo scandalo; ciò tuttavia non le impedì di andare a Mosca a ritirare il suo premio Pushkin (riservato a chi diffonde la cultura russa nel mondo) consegnatole direttamente dal presidente Putin). Ripetiamo, questo non vuol dire che noi non vogliamo ponti e connessioni con la Russia, ma che la nostra Università non deve avere legami stretti con Putin e il suo governo. È semplicemente inaccettabile: lo era già prima, lo è ancora di più oggi.
Dunque chiediamo alla nostra Rettrice qualcosa che doveva fare già prima: revocare l’Honorary Fellowship a Medinsky e interrompere qualsiasi tipo di rapporto con il governo Russo. Sarebbe un gesto concreto e una presa di posizione decisa. A conoscenza dell’impegno che l’ Università sta mettendo nella tutela degli studenti ucraini in italia e degli studenti italiani attualmente nelle zone di conflitto, che richiede ovviamente molti sforzi sia economici che organizzativi, non capiamo la difficoltà nel compiere un gesto così semplice e veloce.
A Venezia, anche la Biennale ha preso posizione contro quello che sta succedendo, mentre in tutto il Paese si sta iniziando a sequestrare beni immobili e yacht agli oligarchi russi amici di Putin. Denunciamo per questo l’immobilismo della comunità accademica italiana, e in particolare della nostra Università.
Abbiamo 3 domande da porre alla nostra rettrice e a cui speriamo risponda: la nostra Università ha mai ricevuto finanziamenti dal governo russo o da uomini direttamente riconducibili a Putin al suo governo?
Sappiamo, inoltre, che lo CSAR finanzia delle borse di dottorato. Chiediamo quindi che queste vengano finanziate un’istituzione meno compromessa, al fine di tutelare il prezioso lavoro di dottorandi e dottorande senza dover, tuttavia, legittimare posizioni filoputiniane.
Infine, chiediamo alla nostra Rettrice dei chiarimenti riguardo la rimozione della menzione della Direzione dei Festival cinematografici e dei Programmi internazionali della Federazione Russa insieme ai nomi della Presidente e del vicepresidente del comitato scientifico (Tatiana Shumova e Michail Shvydkoj) dal sito del Centro Studi di Arte Russa senza alcuna spiegazione formale.
A fronte di tutta questa situazione e di queste legittime richieste, vogliamo lanciare un presidio per questo giovedì sotto Ca’ Foscari centrale alle 17:30 a cui invitiamo tutte e tutti a partecipare, in cui speriamo che la Rettrice Tiziana Lippiello sia disposta a rispondere alle domande dei suoi studenti e studentesse.