Fateci caso, non c’è in noi alcuna indignazione nè fastidio nonostante le migliaia di foto di cadaveri di ogni età, in ogni posizione, più o meno coperti di terra, fango o panni, che da un mese a questa parte popolano ogni dispositivo collegato alla rete.
La serie tv CSI ci ha vaccinato. Possiamo finalmente vedere cose che trent’anni fa avrebbero tolto il sonno a chiunque. Accettiamo, con un po’ di stupore, che le madri scrivano sulla schiena dei figli nome, cognome e altri dati senza usare un QRcode.
Viviamo tempi moderni.
Non è più come accadde alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando i politici decisero di non divulgare troppe immagini dai campi di concentramento per non urtare la sensibilità di popoli già provati dalla guerra.
Un pudore e un rispetto via via diluitisi nel tempo, finchè negli anni ’90, grazie a Youtube, sono diventati accessibili i tanti filmati che ritraevano gli abitanti dei villaggi che circondavano i campi di concentramento impegnati nella sepoltura delle migliaia di corpi abbandonati dalla follia nazista.
Leggendo i resoconti dell’epoca, quando gli Alleati chiesero a quelle popolazioni perchè non avessero reagito alle infamità che si svolgevano nei lager, i cittadini risposero che non ne sapevano nulla… Quindi, per renderli edotti di quanto avessero volutamente ignorato e implicitamente avallato la strage pianificata di milioni di persone, vennero obbligati a seppellire i resti di decine di migliaia di martiri di ogni età e nazionalità frettolosamente abbandonati dagli aguzzini vigliaccamente in fuga.
Per fortuna oggi è tutto cambiato, la soglia dello sdegno e dell’indifferenza si è innalzata (siamo culturalmente vaccinati) e i cadaveri non toccano più nessuno, nè vengono toccati da nessuno, solo fotografati o ripresi. Servono ai governanti per giustificare escalation infinite di violenza e spese in armamenti.
Se ci pensate anche la Chiesa s’è piegata durante la pandemia e ha cloroformizzato la Morte, accettando di chiudere i templi e fare funerali lampo (ma i contagi, il pericolo… direte Voi); la stessa Chiesa che oggi ha inviato tutti i vescovi e i porporati a proteggere i civili indifesi (meglio se adulti) nelle città bombardate per testimoniare di aver superato veramente la fase delle crociate.
Il pudore e il rispetto della Morte, che ci è stato tramandato da scrittori di fumetti come Omero, Dante, Ungaretti è, ora, evaporato, ha subìto un passaggio di stato elevandosi, diventando appannaggio di pochi eletti che si confrontano in contesti sterili e assemblee virtuali.
Quelli che vediamo sono cadaveri finalizzati, Persone che, pure da morte, continuano a essere calpestate nella dignità e violate nel ricordo pur di giustificare qualcos’altro che permetta il ripetersi all’infinito di una inarrestabile spirale di violenza.
In fondo la realtà globalizzata, per la guerra in Ucraina, è tornata al film muto. Non si sentono rumori, non si hanno sensazioni.
Tutto è silenzio.
Almeno per l’Iraq e il Kossovo vedevamo lampi e udivamo esplosioni, ora solo “rulli” che ripetono le stesse immagini anche dieci volte in un servizio.
Le foto satellitari non parlano.
Le foto satellitari o quelle fatte dagli smartphone rimbalzano nel silenzio in ogni angolo del mondo.
Si propagano nell’assurda lotta di smentite e contro-smentite per cui “oggi il cadavere c’è ma ieri alla stessa ora non c’era” oppure “il cadavere era leggermente reclinato verso est mentre oggi guarda a sud ovest” per giungere ai commenti più scientifici del tipo “il livello di colorazione della pelle dimostra che la persona è morta solo 12 ore fa invece delle 43 presunte nel precedente comunicato”.
Questo è il modello di sviluppo che abbiamo costruito, un modello che prevede solo la crescita che in una guerra si traduce in escalation. Un modello che, poggiando sul PIL, interpreta ogni cadavere come una fonte di guadagno, meglio se imbottito di mine perchè così gli artificieri intervengono e hanno bisogno di sistemi e prodotti all’avanguardia che, per fortuna, aumentano il PIL e danno lavoro alle multinazionali dato che le PMI sono state triturate dalle crisi casualmente susseguitesi.
Dobbiamo essere fieri di avere creato direttamente e indirettamente le premesse per questo sereno osservare degli eventi, questo ovattato partecipare all’altrui disperazione, questa sonnolenta escalation di minacce e ritorsioni. Il progresso procede inesorabile e ci abbraccia morbidamente per dirci che va tutto bene, che c’è qualche cow boy che rimetterà i buoi nelle stalle usando l’Enterprise.
E noi qui a sperare che il 5G funzioni per essere più connessi per mandare un selfie con un caro saluto dal cammino di Santiago…