Liberati gli attivisti di Ultima Generazione, arrestati ieri dopo l’azione alla sede di ENI a Roma

Sono stati liberati gli attivisti e le attiviste di Ultima Generazione processati per direttissima questa mattina a Roma. Michele, Laura e Chloé erano stati arrestati ieri mattina dopo l’azione alla sede ENI Energy store a Roma, in via Degli Ammiragli.

Gli attivisti/e si sono poi seduti sul marciapiede, gridando quello che i movimenti climatici stanno dicendo da anni: «abbiamo paura, e aziende come ENI – con programmi che vanno a sostenere trivellazioni e sfruttamento di combustibili fossili, vestendosi di una finta attenzione per la crisi climatica – sono ciò che sta più di ogni altro contribuendo a una situazione di catastrofe che non potrà fare altro che peggiorare se non si agisce immediatamente».

L’azione si inserisce all’interno di una campagna che tende a sanzionare i maggiori responsabili della crisi climatica. «Se c’è la crisi climatica è colpa nostra, che accendiamo il condizionatore. Se c’è la crisi climatica è colpa nostra, che non ricicliamo abbastanza o abbastanza bene. Se c’è la crisi climatica è colpa nostra, che non possiamo permetterci abiti che non siano di fast fashion. Se c’è la crisi climatica però non è mai colpa delle società, delle multinazionali, di un sistema economico che basa i propri profitti sullo sfruttamento. Se c’è la crisi climatica non è colpa di aziende come Eni, che ottengono finanziamenti statali per aumentare le trivellazioni e la produzione di energie fossili. Se c’è la crisi climatica non è colpa dei governi, che devono tutelare i lavoratori dell’energia fossile. Se c’è la crisi climatica non è colpa loro, che sacrificano sempre più possibilità di energia rinnovabile in nome di una guerra».

In mattinata, Ultima Generazione si esprimeva così sui social: «c’è preoccupazione, non tanto per noi stess*, per quanto ciò che succederà stamattina ci tenga sulle spine tanto da non averci fatto dormire la notte, ma c’è più preoccupazione per la sorte del pianeta e per il negazionismo talmente esasperato da portare alla repressione e poi all’arresto di cittadin* la cui preoccupazione è tale dall’aver scelto di “mollare tutto” e ricorrere alla disobbedienza civile».

Nel corso del processo Michele è riuscito a portare la sua dichiarazione, parlando per 10 minuti della crisi climatica e degli effetti disastrosi che porterà. La giudice, ascoltandolo, ha deciso che non serve limitare la loro libertà prima del 15 settembre, giorno in cui inizierà il processo.

Ultima Generazione ha annunciato che le azioni riprenderanno «perché sappiamo che la strada giusta è questa, che i veri criminali sono le aziende come Eni che continuando ad investire nel fossile e trivellando sempre più zone sta portando a rischio la sopravvivenza umana».

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