«Le strade di Padova, come quelle di ogni città, devono parlare delle rivendicazioni dei diritti e devono essere liberate da chi invece questi diritti li vorrebbe smantellare». Parte così il comunicato di lancio della manifestazione che diverse realtà padovane hanno indetto alle 14 di oggi, in piazza Garibaldi, contro la presenza in città del Comitato NO194, che punta all’abrogazione della legge 194/1978 sull’aborto. Gli antiabortisti manifesteranno davanti al Santo, mentre la Questura di Padova ha negato alla mobilitazione in difesa del diritto all’aborto la possibilità di muoversi. «Sono due manifestazioni che non possono stare sullo stesso piano, perché quella del Comitato NO194 è pensata per cancellare diritti conquistati in decenni di lotte femministe, è fatta per infilarsi nelle corsie ospedaliere o nei consultori per terrorizzare, accusare di assassinio, condannare le donne* che abortiscono. La nostra è invece espressione di chi si attiva tutti i giorni per ampliare i diritti e in difesa delle persone stigmatizzate, discriminate e rimpallate da un ospedale all’altro per colpa delle altissime percentuali di medici obiettori».
Chi è il Comitato NO194? Vi ricordate delle Sentinelle in piedi? Del congresso della Famiglia di Verona in cui venivano distribuiti come gadget feti di plastica? Delle -striminzite- sfilate di partiti dichiaratamente fascisti contro il diritto di aborto? «Sono loro, i soliti noti, cattofascisti travestiti da onesti cittadini, paladini del diritto alla vita (ma solo di alcuni) con in mano crocifissi e rosari, loschi figuri che pretendono di infilarsi nelle corsie ospedaliere o nei consultori per terrorizzare, accusare di assassinio, condannare senza possibilità di appello le donne* che abortiscono».
Oggi a Padova il Comitato No194 proverà ancora una volta a diffondere la propria retorica reazionaria, tanto più in una data strategica: il 23 aprile, a due giorni dalla festa della Liberazione dal nazifascismo, a qualche settimana dall’anniversario della legge 194, il 22 maggio, e a ridosso dell’inizio della campagna elettorale.
Le realtà che hanno indetto la manifestazione “194 volte liber3 di scegliere!” annunciano: «ci opporremo anche questa volta alla violenza antiabortista, per gridare il nostro diritto ad autodeterminarci, a scegliere sulle nostre vite senza che nessuno ci dica cosa fare dei nostri uteri. Anzi, noi – donne e soggettività fuori da ogni norma imposta – non ci accontentiamo di una legge minima e compromissoria come la 194».
La manifestazione di oggi pretende quindi spazi di libertà e agibilità per tutt3. «Vogliamo molto più di 194: vogliamo gli obiettori fuori da ospedali, consultori e farmacie; vogliamo un’educazione sessuale transfemminista nelle scuole; vogliamo anticoncezionali gratuiti e accessibili a tutt3; vogliamo che la Chiesa e i suoi dogmi non abbiano voce in capitolo sulle nostre scelte; vogliamo camminare liber3 per le strade senza essere discriminat3, senza avere paura e dover essere difes3, (tanto meno dalla polizia che agisce replicando la stessa violenza patriarcale); vogliamo gli antiabortisti fuori dalle nostre città; vogliamo attraversare Padova e confrontarci con chi la vive per costruire una città libera in cui chi attacca diritti duramente conquistati, non trovi più spazio».