Se pensavate di esservi finalmente liberati del Green pass, dopo mesi e mesi di proteste alle quali il governo si era mostrato sordo, sappiate che in realtà vi state sbagliando, e di grosso.
Perché l’odioso certificato virtuale non è andato definitivamente in pensione, ma è stato soltanto sospeso. E, come tutte le cose sospese, potrebbe di nuovo fare capolino in futuro, tornando a tormentare gli italiani.
Al momento, infatti, il pass resta in vigore soltanto per i viaggi all’estero e l’ingresso nelle Rsa. Ma è la base per un futuro passaporto sanitario, come ribadito nelle scorse ore dai vertici dell’Unione Europea.
La Commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakydes ha infatti ribadito in queste ore quanto centrale sia, nell’agenda di Bruxelles, l’adozione di un passaporto sanitario europeo, in linea con il progetto digitale dell’Unione e il controllo dei dati dei cittadini.
Per questo, la validità del Green pass è stata in realtà prorogata fino al 2025. Altro che pensione, dunque. Il pass è ancora lì, nascosto, pronto a saltar fuori al momento giusto.
E d’altronde anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva chiarito: “Proporremo presto un’identità digitale europea sicura. Ogni cittadino potrà utilizzarla per fare qualsiasi cosa, dal pagare le tasse al prendere a noleggio una bicicletta”.
Come spiegato da Claudio Antonelli sulle pagine della Verità, la tecnologia auspicata da von der Leyen oggi è realtà e si chiama blockchain, la stessa richiamata non a caso dalla Commissione Ue a fine gennaio, ricordando che presto sarà attivo in tutto il Vecchio Continente il passaporto sanitario vaccinale. “Non è dunque un caso se per i viaggi all’estero e alcune strutture sanitarie la blockchain che traccia il Green pass resti necessaria. È il pilastro delle mosse future e il punto di arrivo di quelle imbastite durante i lockdown e la pandemia”.
La sensazione, insomma, è che ci si stia muovendo sempre lungo la stessa linea, quella tracciata per la prima volta nell’aprile 2021 quando fu messa in piedi l’enorme macchina della piattaforma nazionale “Digital green certificate” per l’emissione del Green pass.
Un’imponente struttura che servirà, nei prossimi mesi, ad accogliere il passaporto sanitario, con la privacy dei cittadini che, ancora una volta, andrà a farsi benedire. E che potrebbe a sua volta anticipare altri, invadenti interventi nella vita degli italiani.
Fonte Il Paragone