Lo studio che fa cadere la maschera: troppa CO2 per i nostri polmoni

di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

Il 10 maggio scorso su Medrxiv, sito Internet che distribuisce eprints inedite sulle scienze della salute, è stato pubblicato in preprint un interessante studio a firma Cecilia Acuti Martelucci e Maria Elena Flacco (Dipartimento di Scienze Ambientali e della Prevenzione dell’Università di  Ferrara), Mosè Martelucci (Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Perugia), Francesco Saverio Violante (Unità di Medicina del Lavoro, Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Orsola-Malpighi, Università di Bologna) e Lamberto Manzoli (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Bologna). Per la prima volta è stata utilizzata la capnografia per fare una valutazione della respirazione in circuito chiuso riguardo l’inalazione della CO2 in tempo reale. I ricercatori hanno usato tubi per la rimozione dell’acqua e hanno misurato l’anidride carbonica di fine espirazione riscontrando ciò che era già stato ipotizzato all’inizio dell’emergenza sanitaria, ovvero che le mascherine fanno aumentare notevolmente l’inalazione di CO2.

In particolare sono le mascherine FFP2 a far oltrepassare la soglia di sicurezza per quanto riguarda l’anidride carbonica perché ne fanno inalare una quantità significativamente superiore rispetto alla normale respirazione.
Infatti gli autori dello studio hanno rilevato con una respirazione libera una concentrazione di 458 ppm di CO2, con l’utilizzo delle mascherine chirurgiche una concentrazione di 5271 ppm (già superiore al limite di esposizione ammissibile sul lavoro che è  di 5000 ppm media ponderata di 8 ore), mentre con le mascherine FFP2 si raggiunge addirittura la soglia di 10143 ppm.

Il pensiero corre inevitabilmente agli insegnanti e ai bambini della scuola ancora costretti, con 30 gradi di temperatura attuale, a indossare le FFP2. E sono a dir poco imbarazzanti certe foto proposte di recente dalla cronaca che mostrano alunni e insegnanti ‘mascherati’ con, invece, accanto il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Presidente del Veneto Luca Zaia sorridenti e liberi di respirare senza impedimenti di sorta.

Un anno e mezzo fa, il 18 novembre 2020, il Garante dei Minori della Provincia Autonoma di Trento aveva già sollevato il problema relativo all’obbligo di indossare la mascherina da parte degli studenti nelle scuole anche in posizione statica, cioè al banco della classe, sottolineando il rischio che l’uso prolungato di tali dispositivi da parte dei minori potesse essere causa dell’insorgere di problematiche legate alla sfera psichica nonché alla qualità delle relazioni umane all’interno delle strutture scolastiche con possibili pesanti ripercussioni sulla qualità di vita di persone in crescita.

Alla lettera del Garante non erano seguite risposte da parte delle autorità. Più di recente, lo scorso 4 marzo, lo stesso Garante è tornato a rivolgersi al Premier Draghi, al Ministro della Salute Speranza, a quello dell’Istruzione Bianchi e a varie altre autorità statali e regionali ponendo ancora dubbi sull’opportunità e legittimità delle mascherine a scuola e richiamando studi che evidenziano che l’uso prolungato delle stesse può comportare effetti dannosi sulla performance cognitiva di scolari e studenti nel breve periodo e problematiche più serie nel lungo periodo.
Scrive il Garante a tal proposito: “Circa la problematica relativa alle ricadute, sul piano fisico e psichico, dell’uso prolungato di mascherine, anche in età pediatrica, metto a disposizione delle SS.LL. alcuni studi effettuati da gruppi di ricerca scientifica, che parlano espressamente di effetti collaterali, quali problemi psicologici, dermatologici, nonché problemi respiratori dovuti alla concentrazione di anidride carbonica che si respira sotto le mascherine. Alcuni studi evidenziano che l’uso prolungato delle mascherine può comportare effetti dannosi sulla performance cognitiva di scolari e studenti, mentre, nel lungo periodo, l’aumento di anidride carbonica è stato collegato a malformazioni fetali, danni al sistema riproduttivo, danni neurologici, cancro, infiammazioni polmonari e cardiovascolari. Nelle segnalazioni ricevute da questo Ufficio si parla di malesseri come il mal di testa, a volte accompagnato da nausea o vomito, dolori di stomaco, ecc …”

Si legge, inoltre, nel documento: “A seguito della recente revoca, in generale, dell’obbligo delle mascherine nei luoghi pubblici, i rigidissimi protocolli di accesso agli istituti scolastici che impongono l’uso delle mascherine anche nello svolgimento dell’attività motoria e negli spazi aperti delle Scuole (cortili, piazzali, parchi, ecc.) assumono connotati semplicemente grotteschi”.

Il Garante ricorda anche che: “Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico (istituito con Decreto del Capo Dipartimento della Protezione civile n. 371 del 05.02.2020), riferendosi agli indirizzi dell’O.M.S., aveva a suo tempo raccomandato di ‘calibrare’ l’obbligo di mascherina, prestando attenzione a ‘fattori come la compliance del bambino’ e prevedendone l’esonero anche in presenza di un generico ‘fastidio’ riferito dallo scolaro e comunque ‘quando sia garantita la distanza di un metro fra i banchi’, ed aveva manifestato perplessità in ordine al mantenimento dell’obbligo indistinto di indossare la mascherina anche al banco”. E osserva che: “Da due anni ad oggi le cose sono notevolmente cambiate, essendo assodato che ci troviamo di fronte ad un Coronavirus molto diverso da quello originale, nel senso che la variante OMICRON – pur se caratterizzata da un’infettività maggiore – ha una pericolosità ed una letalità di gran lunga inferiori. Sottolinea dunque: “Penso che sia giunto il tempo e le condizioni per un ripensamento immediato e radicale dell’obbligo delle mascherine nei contesti scolastici”.

Il Garante a questo punto allega alla propria lettera il testo integrale dell’ordinanza del Tribunale di Weimar (D) n. 9 F 148/21 del 08 aprile 2021, con la quale veniva proibito agli amministratori scolastici “di ordinare o richiedere per i bambini, gli studenti e gli insegnanti, di indossare mascherine facciali di tutti i tipi, specialmente copri bocca-naso, le cosiddette maschere qualificate (maschere OP o maschere FFP2) o altre durante le lezioni o nei locali della scuola” e veniva altresì proibito di ordinare o richiedere di “mantenere delle distanze minime tra di loro o con altre persone che vanno al di là di ciò che era noto prima del 2020”.

E, nel concludere, scrive: “Il permanere di queste misure per un tempo non più ragionevole comporta una evidente violazione di precise norme contenute nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo e precisamente: – l’art. 3, sul superiore interesse del bambino, da considerarsi primario rispetto ad ogni azione da intraprendere; – l’art. 16, che vieta le interferenze arbitrarie o illegali nella vita privata o familiare; – l’art. 19, sulla protezione dalla violenza fisica e mentale; – gli artt. 28 e 29, sull’educazione nel rispetto della dignità umana del bambino, anche quale obiettivo specifico della Scuola; – l’art. 37, sulla proibizione della tortura e di ogni trattamento degradante. Giova ricordare che se le norme del Codice Civile e del Codice Penale vietano ai genitori alcune forme di educazione e prevedono la punibilità di alcuni comportamenti, si può fondatamente ritenere che analoghi trattamenti non possano definirsi leciti soltanto perché vengono posti in essere da o per conto di funzioni statali”.

In questi ultimi due anni i bambini ed i ragazzi sono stati sottoposti a regole e imposizioni che hanno inciso pesantemente sul loro processo di crescita, le effettive ricadute sul loro benessere psichico e fisico purtroppo comiceranno ad essere percepite chiaramente solo nei prossimi anni.
Il documento del Garante dei Minori della Provincia Autonoma di Trento sopracitato è visualizzabile QUI
. È consigliabile leggerlo e inviarlo via pec ai dirigenti scolastici se si hanno figli o nipoti che frequentano la scuola.

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