Lettera da un italiano in Ucraina

[Ho ricevuto questa mail da un italiano che vive in Ucraina]

Riporto la storia di una famiglia mista ucraina-italiana che e’ dovuta scappare attraverso la Russia, causa mancanza di benzina, per arrivare in Polonia. La famiglia ha passato un mese in guerra, riportiamo di seguito alcuni eventi salienti, per capire cosa vuol dire essere attaccati dai Russi, almeno nel nostro specifico caso:

EVENTO 1 – PRIMI 36 ORE DI GUERRA RACCONTATO IN PRIMA PERSONA:

Il secondo giorno di guerra il 25 febbraio dalle 16.20 ora Ucraina estremo est, per la prima volta suona la sirena che ci dice di andare nei rifugi, dalle 16.30 alle 18.30 precise si sono sentiti spari di cannone praticamente ogni secondo. Quando siamo usciti dopo due ore ci aspettavamo la città’ distrutta, invece non era stato colpito nulla.

Ho chiamato un amico esperto militare italiano su whatsapp per chiedere spiegazioni: mi e’ stato detto che e’ una tecnica militare di colpi salve per insegnare alle popolazioni di rifugiarsi al suono della sirena e di uscire solo dopo la fine del bombardamento: praticamente i Russi ci hanno fatto scuola per come proteggerci in caso di attacco.

Alle 19 precise iniziava a calare il buio e per la città sono apparse delle luci rosse per terra in varie zone, come fosse un laser proiettato dal cielo: infatti la città era sorvolata da tantissimi droni, anche in questo caso ci insegnavano ad allontanarsi dai luoghi “taggati” perché quelle luci erano di fatto il bersaglio dell’ artiglieria: altro corso di difesa per la popolazione Ucraina.

Quella stessa sera e’ stato dato dai Russi al governo della regione un ultimatum di arrendersi entro le 20.30. Allo scadere dell’ultimatum hanno spento tutte i TAG e ci hanno comunicato dal comune che Putin ha interrotto unilateralmente la guerra dopo praticamente 36 ore offrendo di fermarsi se gli venisse concesso Donbass, Crimea, e neutralità dell’Ucraina.

Ritengo che questo secondo giorno di guerra racchiuda tutta la filosofia di attacco russa, ovvero guerra con il freno a mano non certo dei criminali di guerra almeno nel nostro caso, e la loro volontà iniziale di fermarsi dopo 36 ore è da valutare come motivo di aver già raggiunto i loro primari scopi militari.

EVENTO 2 – FUGA TRA DUE CITTA UCRAINE

Per motivi di sicurezza sono scappato dalla nostra città di residenza che e’ capoluogo di regione quindi molto tartassato da bombe e missili per andare 100 km a nord praticamente in campagna, ho fatto con la mia macchina e la mia famiglia due Check Point militari, uno Ucraino e uno Russo vi racconto come sono stato trattato.

Il Check Point ucraino era fatto ai confini della città nel pieno traffico per vedere di lasciare uscire solo ucraini e non russi fuggitivi quindi chiedevano la carta di identità’ ucraina (non il passaporto internazionale) e verificavano sostanzialmente che non fossi russo, le persone del Check Point erano tutti partigiani (non militari) palesemente “fatti”: pupille ultra dilatate, occhi lucidi, mani tremanti e abbastanza nervosetti.

Il Check Point Russo l’ho fatto in una strada in mezzo al bosco circondato del nulla, i due militari erano in una casetta che sembrava la cuccia di un cane senza particolari altre protezioni. Il militare che mi ha raggiunto in auto mi ha puntato il suo fucile in fronte ed era più’ spaventato di me, era un ragazzino giovane e minuto con tatuaggi sulle falangi delle mani, tipici dei carcerati. Una volta accertato che ero un padre di famiglia con due bambini ha abbassato l’arma e ha fatto una ispezione esterna della macchina molto veloce e poi da mia moglie ha preso i nostri passaporti e ha chiesto dove fossimo diretti. A quel punto ci ha fatto aprire il baule e ha verificato che non ci fossero armi nascoste, senza per altro pretendere di svuotare o spostare le valigie. Prima era molto spaventato dopo e’ stato molto gentile nonostante il suo aspetto da ex carcerato (sicuramente lo era). Dentro di me ho pensato che la situazione era perfetta per ammazzarci tutti e rubarci tutti i nostri averi io avevo volutamente al polso un orologio molto costoso che ero pronto a togliermi e sacrificare in caso di necessita: i soldati Russi avevano la possibilità di farci ciò’ che volevano e invece ci hanno trattati letteralmente con i guanti.

EVENTO 3 – FUGA “CONTROCORRENTE” DALLA DOGANA RUSSA RACCONTATO IN PRIMA PERSONA

Abbiamo fatto il giro dai campi e dalle strade sterrate dei boschi per evitare i Check Point ucraini che avrebbero capito che essendo su una certa strada potevamo solo essere diretti in Russia con tutte le conseguenze immaginabili: spararti a vista e’ il minimo.

Arrivati in territorio Russo accompagnati da un locale, abbiamo capito di esserci trovati già in Russia alla dogana Militare.
Questa volta c’erano molti soldati tutti con giubbetto antiproiettile e molte armi pistole e fucili e munizioni e le barricate in cemento armato erano doppie ovvero alte circa 2 metri e mezzo.
I soldati ci hanno accolto in maniera assurda, avevano le braccia alzate come se ci volessero “tifare” come allo stadio: non era spaventoso era assurdo. E’ arrivato verso di noi il capo-posto che dal finestrino mi dice in russo “ciao sono Roman tu come ti chiami?”…. ancora più’ assurdo che si fa dare del tu… sembrava si presentasse per chiedere lui a me informazioni.

Praticamente ci hanno chiesto letteralmente ma, simpaticamente tra sorrisi e battute, come quelle che si fanno dopo uno scampato pericolo, “come cazzo potevamo sbucare dal li” semplicemente perché c’era stata una grande battaglia tutta la notte e la mattina e noi ci siamo presentati alle 14 nell’ultimo posto dove poteva trovarsi una famiglia con bambini.

I militari del check point hanno chiamato i loro superiori perché la regola sarebbe stata di mandarci indietro e di farci pagare 600 dollari di multa ma, era veramente troppo rischioso quindi ci sono venuti a scortare nella dogana civile con un furgoncino militare facendo un percorso dietro tutte le loro linee con tutti i mezzi militari russi colpiti che venivano cannibalizzati per ripararne altri. Praticamente ci hanno fatto passare per le loro retrovie e siamo sbucati direttamente dal lato Russo della dogana civile con l’Ucraina, quella dove ipoteticamente saremmo dovuti arrivare.

Arrivati in dogana pur rimanendo molte ore ci hanno trattato come degli ospiti di riguardo, portavano l’acqua calda pulita per il latte la figlia piccola, ci hanno dato acqua per noi adulti e permesso di mangiare, ci hanno messo in una stanza calda comodi ad aspettare e hanno fatto di tutto per farci i documenti per andarcene: ci hanno detto che eravamo i primi a scappare da quella Dogana e non sapevano come dovevano comportarsi per farci i documenti. Chi aveva il passaporto europeo ho ricevuto un timbro in dogana SENZA VISTO con la possibilità’ di stare 15 giorni in Russia al fine di transitare per scappare, se chiedete a chiunque e’ stato in Russia e’ una facilitazione mai fatta nella storia della Russia.

A mezzanotte e dopo circa 9 ore, i doganieri avevano finalmente capito come farci i documenti e quindi fatto subito agli europei il timbro di ingresso: facendo poche domande e guardando le foto sui telefoni e i social media per pochi minuti molto superficialmente, mentre la moglie Ucraina sarebbe stato bisogno di un interrogatorio il giorno dopo quindi siamo stati ospitati per dormire. Siamo arrivati in una scuola preavvisata poco prima, dopo circa 20 minuti di auto siamo entrati, la scuola era a dir poco pulitissima. Ci ha accolto il guardiano e ci hanno messo in una stanza dietro il campo da basket della palestra che era molto pulita con materassini tipo Judo con lenzuola pulite coperte e cuscini. Il portinaio ci ha dato asciugamani puliti circa tre a testa di varie misure, vari shampoo e bagnoschiuma e ci ha indicato dove fossero i bagni degli uomini e donne e che avendo saputo del nostro arrivo aveva pensato che magari eravamo un po infreddoliti e stressati quindi ci aveva acceso la sauna che era già alla giusta temperatura (100 gradi) e a nostra disposizione.

La mattina dopo mia moglie ha fatto presente che non aveva latte da dare alla bambina piccola ne’ nulla da dare da mangiare alla grande, cosi hanno ritardato l’arrivo della polizia per le pratiche di asilo di mia moglie e il preside della scuola e’ arrivato alla mattina presto e ci ha dato il benvenuto e ha accompagnato mia moglie al supermercato dove ha fatto la spesa e il preside stesso ha pagato tutto lui. Devi sapere che il latte in polvere di mia figlia poppante europeo e’ costato solo lui quanto tutta l’altra meta’ della spesa.

L’UNICA BRUTTA ESPERIENZA l’ha avuta la moglie ucraina in Russia, perché e’ stata interrogata brutalmente e poco gentilmente per circa 5 ore su tutto, amici, telefonate, idee politiche, post suoi e dei suoi amici sui social media, nomi dei parenti in Ucraina, nomi dei parenti in Russia ecc ecc, ma, alla fine gli hanno dato il documento di asilo. In definitiva hanno fatto un interrogatorio VERO e serio per capire chi si mettevano in casa e una volta accertato che non fosse un pericolo l’hanno accolta.

Spero che il mio racconto aiuti a capire meglio la guerra Ucraina., sicuramente Putin non e’ un santo e non ha invaso con l’esercito della salvezza , pero almeno nelle situazioni elencate non sono sembrati neanche criminali di guerra.

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