di Luca Cangianti
Valerio Evangelisti, Le strade di Alphaville. Conflitto, immaginari e stili nella paraletteratura, Odoya, 2022, pp. 352, € 22,00. Introduzione e cura di Alberto Sebastiani.
Una grande parete di libri con file di romanzi polizieschi e di fantascienza. Questa visione mi colpì molto durante la visita alla casa museo di Bertold Brecht a Berlino. Poco dopo, passeggiando per il cimitero monumentale che si trova accanto all’edificio, pensai a un’altra biblioteca, quella di Karl Marx. Tra le sue letture preferite c’erano Peter Schlemihl di Chamisso, Il piccolo Zaccheo e L’elisir del diavolo di E.T.A. Hoffmann, Frankenstein di Mary Shelley, Melmoth riconciliato di Honoré de Balzac e molte altre narrazioni fantastiche comparse sui feuilleton vittoriani.
Grazie alle Strade di Alphaville di Valerio Evangelisti adesso mi è chiaro che per Marx e Brecht quelle narrazioni non costituivano un mero hobby domenicale. La paraletteratura, la letteratura di genere, popolare o come la si voglia chiamare, è infatti «veicolo ideale e quasi naturale di tematiche “forti”», «massimaliste»: alienazione sociale, democrazia, colonialismo, capitalismo, smarrimento del senso di comunità.
Il volume raccoglie 44 dei 96 interventi saggistici dello scrittore bolognese, pubblicati dal 2001 al 2006 per l’Ancora del mediterraneo. Le parti non incluse nel libro sono tuttavia disponibili in pdf mediante un QR code. Il curatore, Alberto Sebastiani, ha avuto modo di concordare la selezione del materiale con l’autore quando era ancora in vita, mentre ha dovuto organizzare da solo la divisione in sezioni. Il risultato è un’opera ben strutturata che ci restituisce la poetica militante di Evangelisti, il backstage teorico dei suoi romanzi e dei suoi racconti.
Secondo Evangelisti l’immaginario (cioè, come ricorda Sebastiani, il «repertorio di rappresentazioni, figure, schemi, immagini, suoni e narrazioni popolari e colte, che divengono un patrimonio culturale comune anche grazie, in teoria, al loro legame profondo con gli archetipi dell’”inconscio collettivo”») è un campo di battaglia. Il potere vampirizza le potenzialità narrative di questo patrimonio umano per perpetuare il suo dominio di morte e oscurità. Le vittime finiscono per sprofondare nelle allucinazioni, perdono la propria soggettività e la capacità d’individuare i propri carnefici. In questo modo offrono la gola a un mostro che ha le fattezze di Dracula. Ne conseguono fabbricazioni di Hitler à la carte utili a giustificare guerre imperialiste, massacri di civili e miseria crescente. Nessun Van Helsing positivista può tuttavia sconfiggere questo vampiro reazionario e notturno. La speranza può venire solo da un altro vampiro, anzi da una vampira: ribelle, lesbica, che vive alla luce del sole e non si rassegna alla morte. Come Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu. Nel 1995 Evangelisti ne prese in prestito il nome per la rivista che adesso state leggendo nella sua versione digitale. Il suo programma era ed è ridestare le masse ipnotizzate mediante un immaginario d’opposizione che attinga alle profondità archetipiche dell’inconscio collettivo mediante la paraletteratura.
Le avventure di Sandokan o quelle dei tre moschettieri, sostiene Evangelisti, riescono ancora a farci sognare proprio perché ricalcano le forme ancestrali della narrazione, come scrissero Joseph Campbell e Chris Vogler. Si tratta del viaggio dell’eroe, un monomito riscontrabile in tutte le culture, inscritto nell’inconscio collettivo umano. La letteratura fantastica, inoltre, per la sua natura intrinsecamente metaforica, da una parte coglie meglio di altre forme espressive realistiche le tendenze sociali contemporanee, dall’altra fortifica la fantasia del lettore e ne potenzia le difese immunitarie contro l’eterodirezione del potere.
Oltre a tutti questi spunti teorici, nell’ultima sezione del libro si raccolgono alcuni interventi riguardanti autori classici particolarmente apprezzati da Evangelisti (H. P. Lovecraft, Richard Matheson, Philip Dick, Dashiell Hammett, Jean-Patrick Manchette) e scrittrici e scrittori italiani dotati di una forte carica innovativa (Cesare Battisti, Vittorio Curtoni, Alda Teodorani, Adàn Zzywwurath/Franco Porcarelli).
Secondo una metafora problematica contenuta nella “Prefazione” alla Critica dell’economia politica di Karl Marx, l’immaginario dovrebbe esser relegato nel ruolo di mera sovrastruttura determinata dalla base economica. A ben vedere invece, come per altro affermato dallo stesso Marx in altri scritti, rapporti sociali, mezzi di produzione e prodotti della cultura costituiscono una totalità organica di elementi funzionali. Camminando insieme a Valerio Evangelisti lungo le strade di Alphaville, capiamo proprio questo: una parte decisiva del conflitto sociale si gioca sul terreno delle rappresentazioni più fantastiche. Accanto al Capitale prepariamoci a mettere Il Signore degli Anelli.