Il movimento dei Fridays For Future ha indetto per il 23 settembre un nuovo sciopero per il clima e ha avanzato proposte su cinque dei temi principali per contrastare la crisi climatica: trasporti e mobilità, energia, lavoro, edilizia e povertà energetica, acqua.
«Fridays for Future è nato per chiedere alla politica e alle istituzioni di ascoltare la ricerca scientifica, indicando che le misure per contrastare la crisi climatica esistevano, erano solo da implementare» si legge sul sito dei FFF.
«Nel 2020, con la campagna Ritorno al Futuro, abbiamo deciso di presentare le nostre soluzioni»; «quel documento è ancora in gran parte valido, ma l’attuale campagna elettorale ci obbliga a ripeterci, a dire che l’unica agenda possibile è quella climatica».
«Ci troviamo in un momento di profonda crisi dei partiti e delle istituzioni. La partecipazione alla vita politica è ai minimi storici: l’unico momento in cui ci viene chiesto di esprimerci sono le elezioni. Arriviamo in cabina elettorale come davanti a una vetrina da cui scegliere il prodotto che più ci convince, già confezionato» scrivono i FFF.
E aggiungono: «L’astensionismo in aumento lancia un segnale, ancora una volta i partiti non stanno centrando il bersaglio, si fanno tante promesse ma mancano risposte serie ai problemi più urgenti: crisi climatica, disuguaglianze, salari bassi e lavoro insicuro, accoglienza, disparità, etc. Promettono di occuparsi di un fantomatico “domani”, mentre le crisi imperversano già oggi. Si parla di gas come fonte di transizione, rimandando ancora una volta le soluzioni. La crisi climatica è un fenomeno globale che si manifesta però a livello locale. Secondo lo slogan “Think global, act local”, dobbiamo rivolgere lo sguardo verso quella grande fetta della popolazione che ricerca con fatica il suo diritto alla partecipazione attiva ogni giorno, per restituire il potere decisionale alle comunità territoriali e alla società civile».
I FFF hanno presentato proposte su 5 temi, «attuabili nell’immediato futuro, che avrebbero un enorme impatto nell’affrontare la crisi climatica e sociale in Italia – spiegano – Non sono proposte esaustive: esistono molti altri ambiti, interconnessi tra loro, che si dovrebbero affrontare. Molti di essi sono presenti in Ritorno al Futuro: il settore agroalimentare, i MAPA (Most Affected People and Areas) del mondo e del nostro Paese, l’economia circolare, la gestione dei rifiuti, la tutela del territorio, solo per citarne alcuni. La crisi climatica è estremamente complessa e tocca ogni ambito economico e sociale. Ma non ci si può nascondere dietro alla complessità, usandola come scusa per rimandare l’implementazione delle misure necessarie. Per questo vogliamo partire da queste proposte, con la consapevolezza che devono essere solo il punto di partenza».