«Ci riprendiamo le nostre aule» dicono gli studenti due giorni dopo gli scontri con la polizia sulle scale di un dipartimento che era stato blindato per la presenza del convegno organizzato da Azione universitaria con la presenza del deputato di Fratelli d’Italia, Fabio Roscani, e del giornalista ex portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone. Il tema di questo incontro? Parlare del Capitalismo buono.
Il collettivo di Scienze politiche insieme al movimento Cambiare Rotta è tornato a criticare la gestione dei vertici della Sapienza. «Nell’ateneo che invoca la neutralità in tutto, che esige controparti nelle iniziative che si provano a costruire dal basso, che sgombera luoghi che sono troppo connotati politicamente, quando a parlare sono un fascista e un liberale invitati dalla giovanile del partito di governo, imparzialità non è più un valore» è il primo intervento pubblico letto al megafono.
Ieri, intervenendo al Senato, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato: “Io vengo dalla militanza giovanile. In tutta la mia vita non ho mai lavorato per impedire a qualcun altro di dire ciò che voleva dire. Non l’ho mai fatto. Ma alla Sapienza ci sono manifestanti che con un picchetto volevano impedire ad altri di esprimere le loro idee”.
La risposta dell’Ateneo – in realtà – è stata far entrare la polizia in antisommossa per reprimere una protesta pacifica con manganelli e arresti. Una protesta che si voleva contrapporre alle passerelle di esponenti di governo e di forze politiche che hanno contribuito attivamente allo smantellamento dell’università pubblica negli ultimi anni.
Il Coordinamento dei collettivi della Sapienza ha occupato così la facoltà di Scienza Politiche: “le nostre richieste sono chiare: vogliamo le dimissioni immediate della rettrice Polimeni e la garanzia che non verranno mai più fatte entrare le forze dell’ordine nell’ateneo -aggiungono- Richieste semplici, atte a ristabilire livelli minimi di democrazia e vivibilità nell’università, prendendo atto che le massime istituzioni interne alla Sapienza non sono state in grado di garantire la sicurezza degli studenti”.
Stamattina, invece, il Consiglio di dipartimento di Scienze Politiche ha condannato l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine. L’Università, ha affermato il consiglio, “è il luogo del confronto, del pluralismo e della libertà di espressione e che continuerà a garantire il diritto di tutti ad esprimere le proprie idee, condanna l’uso della forza per la risoluzione di conflittualità che vedano coinvolti gli studenti. Ribadisce che l’utilizzo della forza pubblica all’interno dell’Università deve essere riservato a situazioni eccezionali e richiede la massima responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico all’interno dell’Ateneo. Auspica per il futuro che si riescano a trovare forme di mediazione e conciliazione, che valorizzino lo strumento del dialogo come forma di risoluzione dei conflitti”.
Antonella Polimeni, la Rettrice, nel frattempo, non ha espresso parole di condanna nei confronti dell’operato delle forze dell’ordine, non assumendosi nessuna responsabilità.
“Frequentiamo un ateneo dove appare il risultato di anni di tagli all’istruzione pubblica, aziendalizzazione e privatizzazione: magistrali targate Eni, multinazionale e criminale ambientale e Leonardo, fornitrice di armi in numerosi conflitti globali. Per questo abbiamo occupato e non ce ne andiamo”, si legge nel comunicato di lancio dell’assemblea di questa mattina.